Il Consiglio comunale di Porto Torres ha ricordato stamattina nella sala di Piazza Umberto I le vittime dell’olocausto e i militari portotorresi internati nei campi di concentramento durante la Seconda guerra mondiale. I membri dell’assemblea hanno poi raggiunto il Teatro Comunale del capoluogo per partecipare ad una manifestazione organizzata dal Comune di Sassari insieme alle scuole.
In apertura di seduta il presidente del Consiglio, Gavino Bigella, ha ricordato le vittime del nazifascismo e il sacrificio dei militari italiani internati. Anche a questi ultimi, infatti, è dedicata la ricorrenza internazionale fissata nel giorno dell’Anniversario della Liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. Tra i militari che caddero nelle mani dell’esercito tedesco durante l’armistizio ci furono cittadini portotorresi le cui vicende sono state ricostruite dall’appassionato di storia Moreno Nocco nel suo libro dedicato ai caduti turritani durante le guerre mondiali. Dopo il disarmo molti militari italiani furono destinati in massa ai campi di concentramento, perché si rifiutarono di combattere al fianco dei tedeschi. I dati ufficiali parlano di circa 600mila militari internati per il lavoro coatto, altre fonti parlano di cifre superiori. Furono privati da subito di gran parte delle garanzie previste dalle convenzioni internazionali. Morirono in tantissimi a causa della fame, del freddo, delle malattie e delle violenze. Ancora oggi è difficile stabilire con esattezza il numero dei deceduti. Diversi portotorresi caddero prigionieri dei tedeschi a seguito dell’armistizio. Nella riunione del Consiglio comunale sono stati citati: il carabiniere Costantino Salis deceduto di malattia a trentuno anni in un campo di concentramento in Germania e oggi sepolto nel cimitero militare italiano d’onore a Berlino; il marinaio allievo meccanico Andrea Muroni, deceduto a Danzica nel lager Ferdinand Schichau a ventuno anni, in seguito a un bombardamento, e oggi sepolto a Bielany-Varsavia (Polonia) nel cimitero militare italiano d’onore; il marinaio cannoniere p.m. Costantino Nocco, prigioniero dei tedeschi a Rodi in Egeo e disperso a vent’anni nell’affondamento del piroscafo “Donizetti” carico di prigionieri destinati all’internamento; il marinaio Giuseppe Bancalà, nato a Sassari ma residente a Porto Torres, internato in uno stalag di Bad Orb nell’Assia, dove morì di malattia a ventidue anni, e oggi sepolto nel cimitero militare italiano d’onore di Francoforte; il marinaio sommergibilista Gavino Solinas, internato in un campo di prigionia in Germania dove venne destinato al lavoro: riuscì a sopravvivere alle privazioni e ritornare a casa soltanto nel 1946.