Olbia. La Santa Messa nella cappella dell’ospedale e, a seguire, un momento di buona musica nella hall, dedicato ai pazienti, alle famiglie e ai lavoratori. Sarà celebrata sabato 11 febbraio, dalle ore 17, nell’Ospedale Giovanni Paolo II di Olbia, la Giornata Mondiale del Malato, istituita esattamente trent’anni fa proprio dal Papa al quale è dedicato il presidio gallurese.
Il Coro polifonico Sos Astores di Golfo Aranci accompagnerà con i canti sacri la celebrazione officiata dal Cappellano dell’Ospedale, don Mario Era. Al termine la formazione vocale terrà un concerto di musiche polifoniche e di ispirazione popolare.
Il Personale Ospedaliero e i membri dell’Associazione Volontari Ospedalieri (AVO) di Olbia, presente nella struttura da tanti anni con iniziative incentrate sull’umanizzazione delle cure, accompagneranno nella cappella i pazienti che chiederanno di partecipare alla celebrazione eucaristica. Al termine della Santa Messa, medici, infermieri, operatori, degenti, familiari e visitatori potranno assistere al concerto. Un omaggio in musica offerto dal gruppo fondato e diretto dal Maestro Peppino Orrù. La formazione vocale è radicata e attiva nel territorio da quasi vent’anni, partecipa a numerosi eventi culturali anche fuori dalla Sardegna e organizza attività per promuovere la coralità e le tradizioni dell’Isola. Il coro Sos Astores intonerà all’interno dell’ospedale alcuni brani di ispirazione popolare, come “Nanneddu Meu” e “No potho reposare”, seguiti da altri brani composti dal Maestro Orrù.
«Al coro Sos Astores, al Personale Ospedaliero e ai volontari impegnati in questo evento va il ringraziamento della Direzione Aziendale. È fondamentale – afferma il Direttore Generale della Asl Gallura, Marcello Acciaro – che nelle strutture sanitarie si comincino a ricreare quei momenti di condivisione che contribuiscono a sollevare il morale e lo spirito dei pazienti, dei familiari e dei lavoratori. Gli anni della pandemia sono stati molto difficili, si è creato un distacco fisico che ha avuto conseguenze sui rapporti sociali. Negli ospedali questa difficoltà si è percepita in maniera molto forte. Grazie a iniziative come questa si ricostituisce quel rapporto tra operatori e pazienti che speriamo ci permetta di tornare, nel più breve tempo possibile, a relazioni di vera umanità indispensabili nella vita di tutti i giorni, soprattutto in ambito sanitario», conclude il Direttore Generale.