In viaggio con Audi Sport e la Ducati. Continua il percorso di Mirtò, il Festival internazionale del mirto, al fianco dei grandi eventi motoristici. Questa volta l’occasione nella quale è stato sviluppato il progetto dei “Borghi delle bacche di mirto” è stata offerta da Buddusò, con la sfida nei test sulle strade sterrate in località Loelle, tra la Audi RS Q e-tron, la prima auto elettrica a sfidare i deserti del Rally Dakar e la Ducati DesertX, la nuova enduro italiana della casa bolognese.
Speciali anche i piloti: in sella Danilo Petrucci, pilota di casa Ducati vincitore di una tappa della Dakar 2022 tra le dune degli Emirati Arabi; al volante lo spagnolo Carlos Sainz e il francese Stéphane Peterhansel. Il primo è il padre dell’omonimo pilota ferrarista, già due volte campione del mondo di Rally e tre volte vincitore della Dakar. Peterhansel è il due volte campione mondiale di enduro e quattordici volte vincitore della Dakar tra categoria auto e moto.
Le piante di mirto
Proprio Danilo Petrucci e Peterhansel sono stati i protagonisti della campagna di Mirtò contro gli incendi. Il centauro e il pilota mondiali, infatti, hanno piantumato delle piantine di mirto nel terreno adiacente agli sterrati dove si sono svolte le straordinarie prove motoristiche. I meccanici di Audi Sport, poi, al loro ritorno in Germania, hanno piantato quaranta piantine di sughero e dieci di mirto nei giardini di Ingolstadt, sede della casa automobilistica tedesca.
Un messaggio e un impegno che era partito proprio da Buddusò, con l’edizione dello scorso anno della Cronoscalata di Tandalò, con Mirtò che ha affiancato gli organizzatori sul tema della ecosostenibilità e della progressiva riduzione dell’impatto ambientale. Al termine della gara, infatti, era quantificata l’emissione in atmosfera della CO2 da parte delle auto in gara, per compensarla attraverso la messa a dimora degli arbusti autoctoni del territorio. Rispetto Dell’ambiente e sostenibilità, valori che Mirtò ha portato avanti con il contributo di Gigi Satta, presidente di Tandalò MotorSport; il presidente dell’Aci Sassari, Giulio Pes di San Vittorio e quello della Porto Cervo Racing Team, Mauro Atzei. Una iniziativa che ha visto la collaborazione dell’Ente Foreste della Sardegna e che ha avuto la proficua partecipazione del Comune di Buddusò, con l’assessore Massimo Ziri.
Tutela dell’ambiente
Un progetto green che vede Mirtò insieme ad Audi Sport, Ducati e Comune di Buddusò, insieme per abbinare a un evento mediatico di rilevanza mondiale l’attenzione per l’ambiente e la sostenibilità. L’Audi RS Q e-tron, che è stata mostrata in anteprima mondiale sugli sterrati di Buddusò, infatti, ha rappresentato l’innovazione più attesa dell’anno negli sport motoristici, essendo la prima auto da rally interamente elettrica e ottenendo da subito grandi successi. Al suo debutto a gennaio nel Rally Dakar ha conseguito quattro vittorie di tappa e a marzo la sua prima vittoria assoluta nell’Abu Dhabi Desert Challenge. Un nuovo impegno di Mirtò, da sempre partner dei grandi eventi motoristici dell’isola, che ha deciso di affiancare una iniziativa nata all’indomani dei tragici roghi dolosi che due anni fa avevano devastato le campagne del centro Sardegna. Un progetto di sensibilizzazione contro la piaga degli incendi boschivi in Sardegna, che ha visto accanto a Mirtò il gruppo musicale dei Bertas, che lo avevano presentato prima del concerto dello scorso settembre al Parco Grandi di Tempio Pausania. “Se ami i miei sapori e i miei profumi, non bruciare la mia pianta” è la frase che meglio di tutte rappresenta l’iniziativa di Mirtò 2021. Una serie di concerti ed eventi, con grandi artisti sardi che hanno aderito alla campagna di sensibilizzazione, in cui ogni serata ha sviluppato un messaggio forte contro gli incendi.
Nuraghe Loelle
Proprio l’archeologia e la storia della Sardegna sono diventati, in questi giorni di presentazione dei modelli di auto e moto, un veicolo determinante per attirare l’attenzione dei giornalisti stranieri sull’Isola. “Le prove su strada si sono svolte negli splendidi sterrati del nuraghe Loelle, integrati maestosamente nel paesaggio di lecci e sugherete – spiega Viviana Pinna, archeologa e componente dello staff di Mirtò -. Non nuovo al mondo dei motori, anche in questa occasione ha fatto gli onori di casa accogliendo l’evento e suscitando stupore e ammirazione in quanti si sono fermati ad ammirare la sua imponenza”.
Interamente costruito con blocchi di granito, materia prima caratterizzante l’economia del paese già dalla preistoria, è una struttura che riunisce le tue tipologie costruttive delle torri nuragiche, a corridoio e a tholos; edifici che hanno caratterizzato la Sardegna a partire dall’età del bronzo (XV sec. a.C.).
Sfruttando e inglobando un affioramento granitico, si articola in diversi ambienti e in più livelli: una torre centrale alla quale si addossa una poderosa muratura con andamento concavo-convesso e con un imponente ingresso architravato; camere, nicchie, corridoi e scale. La sua rilevanza è data anche dai resti, ben visibili, di capanne circolari, facenti parte del villaggio circonstante e dalla presenza di due tombe di giganti poco distanti.