Auto d’epoca, che passione! Giovanni Tamponi racconta i segreti del suo prezioso garage

Giovanni Tamponi con la sua Fiat 509 del 1927

Giovanni Tamponi con la sua Fiat 509 del 1927

Un patrimonio storico e culturale di grandissimo valore, attorno a cui ruotano centinaia di appassionati che vi dedicano tempo ed energie affinché non venga disperso ma trasmesso alle giovani generazioni. È il motorismo d’epoca.

In Sardegna ci sono tantissime auto e ciclomotori di interesse storico. In particolare, questa passione è molto radicata ad Olbia e in tutta la Gallura dove si contano centinaia di modelli tra auto e moto, per lo più chiusi in garage privati. Tra questi suscita una grande curiosità quello di Giovanni Tamponi, olbiese di 86 anni, nella vita ex professore ed ex consigliere regionale che, nel tempo libero, si è sempre dedicato alla sua passione più grande, quella per le auto d’epoca e il loro restauro.

La mia passione per le auto d’epoca è cominciata negli anni ’60, forse anche primaracconta Tamponi -. Fin da quando ero ragazzino, 12 o 13 anni, cercavo di imparare a guidare con le auto d’epoca che avevamo in famiglia, è così che mi sono appassionato alla cura di queste macchine e ho poi continuato cercando pezzi di una certa rarità, e sto continuando ancora adesso. Ho imparato da solo a restaurare, almeno fin dove sono riuscito ad arrivare, se non trovavo i pezzi nel mercato dell’antiquariato li ricostruivo con tanta pazienza, non solo parti meccaniche ma anche molte parti della carrozzeria, naturalmente sempre cercando di fare ricostruzioni fedeli all’originale”.

Raccogliendo pezzi e lavorando con impegno, Giovanni Tamponi è riuscito a restaurare completamente tre macchine d’epoca, mentre altre due sono ancora in fase di sistemazione: “La prima auto che ho restaurato è una Fiat 509 del 1927, che ha una carrozzeria simile a quella della Lancia Lambda, molto graziosa, con cilindrata 1000 e targata SS 2. Il valore di questa macchina è proprio la targa, in base al numero di registrazione questa è stata la seconda macchina inserita nel libro provinciale di Sassari. Poi ho restaurato una Fiat 510 del 1922, di cui ho dovuto ricostruire parecchie parti, e infine una Fiat 501 del 1925. Ho anche altri rottami a casa e, se avrò il tempo, cercherò di restaurare anche quelli”.

Prima della pandemia il lavoro di Tamponi e di altri appassionati veniva mostrato al grande pubblico in occasione dei tanti raduni e manifestazioni che venivano organizzati di frequente: “Si tratta di manifestazioni che consentono, a tutti coloro che sono interessati, di conoscere come era una macchina nei tempi andati. È stato fatto così un lavoro prezioso per la storia dell’auto e per la storia della nostra civiltà. Io utilizzavo le mie macchine anche in marcia, in delle manifestazioni a cui partecipavano anche macchine magari non così antiche ma comunque interessanti. Sono andato anche a Cagliari e addirittura a Torino con la Fiat 509 del 1927, imbarcandomi nella nave per Genova e facendo tutto il percorso da Genova a Torino e da Torino a Genova, passando non dall’autostrada ma dai paesini. Qui si fermavano gruppi di persone ammirate dal fatto che questa macchina, nonostante avesse 90 anni, riuscisse a fare tutto quel percorso. Ora è un peccato che non si possano organizzare raduni, ma spesso le persone si recano nel mio garage per vedere le mie macchine d’epoca, questo mi fa molto piacere”.

Giovanni Tamponi è anche uno dei soci fondatori dell’associazione Automoto d’epoca Sardegna: “L’obiettivo principale dell’associazione è quello di coinvolgere i giovani in queste manifestazioni affinché possano appassionarsi – spiega Tamponi -. Naturalmente non deve trattarsi necessariamente di macchine antichissime, ci possono essere anche macchine di 20 o 30 anni fa. Nell’interesse del club rientra tutto ciò che riguarda il trasporto, moto, biciclette e persino camion, perché queste vetture in tempo di guerra venivano utilizzate per il lavoro, quindi, veniva tagliata la parte posteriore della carrozzeria per mettere un cassone di legno per il trasporto delle merci, eliminando due posti a sedere. Anche questi sono beni storici e, quando si trovano, vale la pena metterci mano e restaurarli”.

Secondo Tamponi, l’unico modo per coinvolgere i giovani ed evitare che questo inestimabile patrimonio, con gli anni, vada perduto è quello di dar vita ad un museo in cui inserire, tra le varie attività, anche quella delle auto d’epoca: “Se si facesse io sarei disposto a esporre le poche macchine che ho e anche altri miei amici sarebbero disposti a farlo – dichiara Tamponi -. A Olbia ci sono molti veicoli, anche centinaia di motociclette che qualche giovane può aver interesse a restaurare, anche perché necessitano di meno spazio. È un hobby che richiede tanto impegno, il sabato, la domenica, però con un museo si potrebbe avviare un interesse sul trasporto d’epoca in generale”.

Una passione che per essere trasmessa va anche capita e Giovanni Tamponi riesce a spiegare la sua molto bene: “La mia passione consiste proprio nel pensare che da un rottame, che magari viene trovato abbandonato in un cortile, si possa tirare su una vettura splendida che poi marcia, fa km, attraversa i paesini e coinvolge la gente che la osserva. È un modo per dare valore al tempo che passa perché lascia un ricordo nella nostra storia, nel modo di viaggiare, nel modo di frequentarsi ed è una soddisfazione poter poi mostrare al pubblico questo lavoro”.

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