A Foras è un’assemblea nata il 2 giugno del 2016 a Bauladu, composta da comitati, collettivi, associazioni, realtà politiche e individui che si oppongono all’occupazione militare della Sardegna. È una realtà antifascista, anticolonialista, antirazzista, antiomofoba e antisessista. A Foras è un’assemblea orizzontale, aperta e inclusiva che lotta per il blocco delle esercitazioni, la completa dismissione dei poligoni sardi, il risarcimento delle popolazioni da parte di chi ha inquinato e la bonifica dei territori compromessi. Tutti questi obiettivi si possono raggiungere solo attraverso la creazione di un movimento unitario, popolare e di massa, radicato in tutta la Sardegna, e con la solidarietà attiva di tutti gli altri movimenti e comitati locali di lotta, sardi e non, che si battono per l’autodeterminazione dei popoli.
Nell’arco del suo primo anno, l’Assemblea di A Foras ha promosso diverse iniziative, dalle manifestazioni presso i poligoni di Capo Frasca (23 novembre 2016) e Quirra (28 aprile scorso), alle presentazioni del dossier sul Poligono di Quirra, fino alle assemblee informative nelle piazze, nei paesi, nelle città, nelle università e soprattutto nelle scuole.
Per portare avanti questi diversi percorsi, A Foras si è strutturata in sei gruppi di lavoro, nati durante il primo A Foras Camp, svolto a Lanusei nel settembre 2016. Oltre al gruppo di lavoro sulla comunicazione, è stato creato un gruppo che studia gli effetti delle basi sull’economia dei diversi territori, un altro dedicato alla storia del movimento sardo contro l’occupazione militare e al contesto geopolitico internazionale. Altri due gruppi portano avanti il lavoro rispettivamente nelle scuole e nelle università. Infine è attivo un gruppo tematico sulla RWM Italia, la fabbrica di bombe di Domusnovas.
L’ultima manifestazione promossa da A Foras per il 28 aprile, Sa Die de sa Sardigna contra a s’ocupatzione militare, che prevedeva un corteo nei pressi del Poligono di Quirra, è stata ostacolata con qualsiasi mezzo possibile dalla Questura di Cagliari (forte anche del recente Decreto Minniti), con minacce, intimidazioni e infine col divieto di manifestare e il blocco di tutti i presenti entro due cordoni di celerini.
Crediamo sia necessario rispondere con la solidarietà a questo e a tutti gli attacchi repressivi che negli ultimi anni ha subito il movimento contro l’occupazione militare della Sardegna, rilanciando e sostenendo tutte le iniziative utili al raggiungimento degli obiettivi.
In questo momento è più che mai necessaria una risposta unitaria e popolare, che rilanci il tema cruciale della dismissione delle basi militari con una grande mobilitazione di massa. Per questo A Foras si rivolge a tutte e tutti i sardi, oltre che ai solidali al di fuori della nostra isola, a singoli e organizzazioni, movimenti, comitati e associazioni che condividono l’obiettivo della liberazione della Sardegna dall’occupazione militare e in generale dalla filiera bellica.
Venerdì 2 giugno, a un anno esatto dalla nascita di A Foras, si vuole capovolgere la festa della repubblica italiana e farne una giornata nella quale il popolo sardo lancia un grido contro quello stesso Stato che ha imposto unilateralmente il 66% di servitù militari dell’intero territorio italiano sulla Sardegna. Un grido contro lo Stato italiano, la NATO, gli altri eserciti stranieri e le multinazionali che operano ogni giorno nella nostra terra per trarre profitto dall’industria bellica.
La giornata del 2 giugno si svolgerà all’indomani dell’ennesima mega esercitazione imposta dall’alto e che questa volta riguarda le acque del sud Sardegna: “Mare aperto 2017”. Il pericolosissimo precedente creato da questa esercitazione sta nell’appropriarsi di ulteriori specchi d’acqua, non soggetti a servitù durante l’anno. Non solo ogni anno la Sardegna subisce lo scippo di oltre 35 mila ettari di terra di proprietà del demanio militare, ma con l’operazione “Mare aperto”, nell’assoluto silenzio del governo regionale, si è verificata un’ulteriore usurpazione della nostra isola, che è a disposizione per i giochi di guerra di eserciti di tutto il mondo.
Per rispondere in maniera decisa e unitaria a questa e a tutte le altre esercitazioni, per continuare il percorso che porterà il popolo sardo a liberarsi da basi militari e fabbriche di bombe, a riappropriarsi della terra, del mare e dell’aria e ad autodeterminarsi, per rilanciare un’economia etica e sostenibile, alternativa alla filiera bellica, per pretendere le bonifiche dei territori danneggiati e il risarcimento di tutti i danni subiti, diamo appuntamento a tutte e tutti il 2 giugno a Cagliari per A FORAS FEST – DIE CONTRA A S’OCUPATZIONE MILITARE.
Per questa giornata simbolica, A Foras sceglie Cagliari, dove intende tenere annualmente questo appuntamento come giornata di tutti coloro che si riconoscono in questi obiettivi. Sarà una giornata di informazione e di festa, articolata in due momenti fondamentali, il corteo e il concerto.
Il corteo sfilerà colorato da centinaia di bandiere sarde per le principali strade di Cagliari, partendo alle 10:30 da Marina Piccola, per arrivare fino in Piazza Matteotti. Dal pomeriggio, a partire dalle 15:00, l’appuntamento è al Colle di S. Michele, per un grande concerto di autofinanziamento, dove si alterneranno oltre 10 gruppi musicali, con l’intervento di diversi altri artisti che sostengono A FORAS e che hanno condiviso l’appello. Anche attraverso la musica si vuole rappresentare la varietà e molteplicità delle componenti di A Foras: saranno presenti diversi generi musicali (progressive, jazz, rap, hip hop, folk e canzone d’autore) e diverse generazioni di artisti, non solo sardi. Tra i nomi che si alterneranno sul palco: Patrizio Fariselli, Enzo Favata, i Menhir, Futta, Claudia Crabuzza, Nicola di Banari, il coro Tenore Luisu Ozzanu, Slim Fit, Dr. Drer & Crc Posse.
Durante il concerto saranno proiettati diversi contributi video e si ascolteranno testimonianze e contributi dai diversi territori e realtà che compongono A Foras. Sarà inoltre allestita una mostra dell’artigianato e delle autoproduzioni locali, che rappresentano un piccolo esempio di economie etiche e sostenibili a partire dalle quali crediamo si debba ripartire dopo la dismissione di tutti i poligoni.
Come per le precedenti occasioni, si invitano tutte le realtà locali ad organizzare trasporti in comune e a darne comunicazione all’organizzazione di A Foras che rilancerà attraverso tutti i suoi canali di comunicazione.