La Fiat 600 compie settant’anni e Cagliari le dedica un incontro che è, prima di tutto, un viaggio nella memoria meccanica del Paese. Sabato 22 novembre, alle 17:30, la Manifattura Tabacchi aprirà le sue sale per accogliere una serata di approfondimento dedicata all’utilitaria che ha accompagnato famiglie, economie e trasformazioni sociali dal secondo dopoguerra in poi. Un modello che non ha solo motorizzato l’Italia: ne ha raccontato il riscatto.
L’appuntamento, a ingresso libero, è organizzato dall’Associazione Automoto d’Epoca Sardegna in collaborazione con la Commissione Cultura dell’ASI, che ha curato il programma degli interventi portando in città tre tra i maggiori studiosi e divulgatori del motorismo storico nazionale.
Il percorso si aprirà con “La genesi”, affidata a Lorenzo Morello, Vice Presidente della Commissione Cultura ASI, che ricostruirà la nascita del progetto e il contesto industriale in cui la 600 prese forma, tra intuizioni, nuove esigenze sociali e una mobilità popolare che stava cambiando volto.
A seguire, Paolo Birocchi approfondirà “La tecnica e i modelli”, analizzando l’evoluzione delle diverse versioni, le soluzioni ingegneristiche adottate negli anni e l’impatto di questa utilitaria sull’immaginario collettivo, dai viaggi estivi alle prime grandi distanze affrontate dalle famiglie italiane.
Chiuderà l’incontro Paolo Pezzuoli con “Le sportive e le derivate”, un segmento spesso meno noto ma ricco di storie: elaborazioni, trasformazioni, modelli speciali e quella creatività tecnica che ha fatto della 600 una piattaforma versatile, capace di attraversare mondi diversi, dalle competizioni alle officine artigiane.
“La 600 non è soltanto un’automobile: è una pagina fondamentale della storia civile italiana – dice Alessandro Casciu presidente dell’Associazione Automoto d’Epoca Sardegna – In quei centimetri di lamiera essenziali si è condensata un’idea nuova di Paese: un’Italia che voleva rialzarsi, muoversi, raggiungersi. Per molte famiglie fu il primo vero spazio di libertà, il luogo in cui scoprire il viaggio, la distanza, l’orizzonte.
La sua grandezza non risiedeva nella prestazione, ma nella democrazia della mobilità: offrire a chiunque la possibilità di andare oltre il proprio quotidiano. Oggi la ricordiamo non per nostalgia, ma per riconoscere il ruolo che ha avuto nel modellare il nostro immaginario e il nostro modo di vivere. La 600 ha insegnato all’Italia che il futuro può essere imboccato anche con un motore piccolo, purché la direzione sia grande.”
Nella corte della Manifattura saranno esposte alcune vetture rappresentative delle varie declinazioni che la 600 ha avuto nel corso degli anni di produzione. La serata offrirà così uno sguardo completo su un’automobile che non appartiene soltanto alla storia dei motori, ma a quella sociale e culturale del Novecento italiano. Un’occasione per ritrovarsi attorno a un simbolo condiviso, che continua a unire generazioni, appassionati e semplici curiosi.































