Tre giorni al volante tra strade tortuose, paesaggi mutevoli e strumenti analogici. La 18ª edizione della Coppa Gentlemen Sardi si è conclusa ieri con l’arrivo dei partecipanti a Cagliari e la cerimonia di premiazione tenutasi nella Sala Search del Comune. Organizzata dall’Associazione Automoto d’Epoca Sardegna, la manifestazione ha visto equipaggi provenienti da diverse regioni mettersi alla prova in un percorso lungo oltre 430 chilometri.
A conquistare il primo posto è stato Paolo Pieroni, in gara con una Autobianchi A112 del 1970, iscritto con l’associazione La Manovella del Fermano. Una vittoria costruita curva dopo curva, grazie alla precisione nelle prove di regolarità e alla padronanza del mezzo.
Secondi classificati Alessandro Virzì e Valentino Poddi, a bordo di una Volkswagen Maggiolino 1200 del 1954. Il duo correva per l’Associazione Automoto d’Epoca Sardegna, promotrice dell’evento, così come gli occupanti della terza posizione, Alessio Bellisai e Riccardo De Martis, su una Triumph TR3A del 1960.
La Coppa è partita venerdì da viale Europa, a Cagliari, e ha attraversato una parte significativa dell’entroterra sardo. Villaputzu, Tortolì, Ulassai, Jerzu e Orroli sono stati alcuni dei centri toccati nel tragitto, scelti non solo per la bellezza delle strade ma anche per il valore culturale e paesaggistico. Le prove di regolarità, elemento centrale della competizione, sono state intervallate da tappe di visita a siti significativi.
Tra questi, le grotte Su Marmuri, la Cantina Sociale di Jerzu e il museo etnografico Omu Axiu, che ha ospitato l’ultima tappa culturale domenica mattina. Un programma pensato per unire l’esperienza di guida alla conoscenza del territorio, valorizzando tradizioni, natura e storia locale.
“Questa edizione ha avuto un equilibrio raro – ha dichiarato il presidente dell’associazione, Alessandro Casciu –. Abbiamo unito l’aspetto tecnico alla scoperta culturale, attraversando territori autentici e accoglienti. La Coppa si conferma un modo diverso di vivere l’automobilismo: con rigore, passione e rispetto per le persone e per i luoghi.”
Le parole di Casciu sintetizzano lo spirito con cui l’evento viene concepito e vissuto da partecipanti e organizzatori. Non si tratta semplicemente di una gara, ma di un’esperienza articolata che mette al centro la precisione, la memoria meccanica e la lettura del paesaggio. La regolarità storica, infatti, richiede molto più della semplice velocità: servono concentrazione, capacità di orientamento e attenzione ai dettagli.
Anche quest’anno la manifestazione ha ribadito che la regolarità storica non è soltanto una disciplina sportiva, ma un modo di mettersi in viaggio con consapevolezza. Ogni strumento utilizzato, ogni deviazione dal percorso, ogni secondo di scarto nel cronometro diventa parte di una narrazione più ampia. Una Coppa vinta non solo da chi ha ottenuto meno penalità, ma da chi ha saputo leggere le strade con attenzione e stile.
L’evento si conferma così una proposta che unisce appassionati di motori d’epoca e territori poco battuti, in una formula che mette insieme competizione e scoperta. Un invito a rallentare per osservare meglio, a guidare per ascoltare il motore e il paesaggio, a viaggiare per comprendere.
Con la cerimonia finale e la consegna dei riconoscimenti, si è chiusa un’edizione che ha rispettato le aspettative di chi cerca nella guida classica non solo un confronto tecnico, ma anche un’opportunità di relazione con i luoghi e le persone. Ora lo sguardo va già alla prossima edizione, con la volontà di continuare a coltivare questa idea di automobilismo lento, preciso e appassionato.
