Sulla costa di Quartu Sant’Elena, il Nuraghe Diana continua a restituire testimonianze di un passato in cui il popolo nuragico aveva un ruolo attivo nel controllo delle rotte marittime del Mediterraneo. Situato a Is Mortorius, a pochi metri dal mare, il complesso archeologico è oggetto di una nuova campagna di scavi da parte della Soprintendenza archeologica di Cagliari, ripresa dopo quasi vent’anni di interruzione. Gli ultimi interventi, conclusi circa venti giorni fa e destinati a proseguire in autunno, hanno portato alla luce ambienti del villaggio nuragico circostante, costruiti con tecniche murarie differenti rispetto al corpo centrale del nuraghe ma coevi alla sua edificazione, come confermato dai reperti ceramici e litici rinvenuti.
Le recenti indagini archeologiche hanno permesso di ricostruire nuovi aspetti della vita quotidiana della comunità nuragica insediata sul colle. Oltre alle strutture, sono emersi anche resti di pasti, in gran parte di provenienza marina, che indicano una stretta relazione tra gli abitanti e il mare. Il Nuraghe Diana, già in età nuragica, svolgeva una funzione di controllo dell’area costiera e si inseriva in una rete territoriale più ampia di insediamenti megalitici che operavano in collegamento tra loro.
Il sito presenta oggi una struttura complessa, composta da una torre centrale, due torri frontali, un vano scala e un villaggio attorno ancora in fase di scavo. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, l’altura è stata riutilizzata come postazione militare e integrata nella batteria antinave “Carlo Faldi”, di cui sono ancora visibili bunker, percorsi sotterranei e postazioni armate. Il toponimo tradizionale del nuraghe, “Janna” – cioè “porta” in sardo – rafforza l’idea della sua funzione strategica, quale punto di accesso marittimo all’entroterra.
L’amministrazione comunale di Quartu Sant’Elena ha ribadito il proprio impegno per la valorizzazione del complesso nuragico, incluso nell’elenco dei monumenti proposti all’UNESCO come patrimonio dell’umanità. Tra gli obiettivi, anche quello di ampliare i periodi di fruizione pubblica del sito oltre la stagione estiva, rendendolo accessibile durante tutto l’anno.
In parallelo agli scavi, prende il via anche un’articolata rassegna culturale pensata per promuovere la conoscenza del patrimonio archeologico del litorale quartese. Il programma “Incanti al Nuraghe Diana e alla Villa Romana” si aprirà sabato 12 luglio e proseguirà fino a ottobre, con circa 80 appuntamenti. L’iniziativa prevede conferenze con archeologi, docenti universitari e studiosi anche di provenienza internazionale, oltre a proiezioni di filmati storici curati dalla Cineteca Sarda, presentazioni di libri e laboratori di archeologia sperimentale.
Oltre al Nuraghe Diana, il calendario valorizzerà anche la Villa Romana di Sant’Andrea, altro importante sito del territorio. Gli eventi si terranno prevalentemente nei fine settimana, da venerdì a domenica, e includeranno attività pensate per i più piccoli. In agosto, inoltre, è prevista una serata di beneficenza con raccolta fondi da destinare ai bambini di Gaza.

































