Trent’anni dopo la sua scomparsa, Cagliari rende omaggio a Sergio Atzeni intitolandogli il Piccolo Auditorium di piazzetta Dettori. L’iniziativa, organizzata dal Comune con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna, si terrà il 6 settembre a partire dalle 19:00.
Alla presenza del sindaco Massimo Zedda, dell’assessora regionale Ilaria Portas e dell’assessora comunale Maria Francesca Chiappe, il teatro aprirà in via eccezionale per la serata “Sulla terra leggeri – Sergio Atzeni 30 anni dopo”. L’incontro sarà presentato dal giornalista Andrea Frailis e avrà inizio con le testimonianze della famiglia dello scrittore e di alcuni compagni di scuola del Liceo Siotto, a cui seguirà un momento musicale con le sonorità originali di Moses Concas. La serata si concluderà con lo spettacolo teatrale “Sono cresciuto a Babele” di e con Giovanni Carroni, che intreccia biografia e invenzione. L’ingresso sarà libero fino a esaurimento posti, con prenotazione tramite Eventbrite.
Il percorso di riscoperta di Atzeni proseguirà nei mesi successivi. Il 7 ottobre, nella sala M1 del Teatro Massimo, lo spettacolo “Sono cresciuto a Babele” sarà replicato per le scuole di Cagliari e dell’hinterland. Il 15 ottobre, invece, le studentesse e gli studenti del Liceo Siotto assisteranno a un reading letterario di Elena Pau.
Sempre al Liceo Siotto si terrà un ciclo di seminari dedicati alla formazione dei docenti, curato da Gigliola Sulis e intitolato “Leggere Sergio Atzeni”. Tre gli appuntamenti in calendario: il 17 novembre 2025 con “Introduzione allo scrittore. Un intellettuale di fine Novecento”, basato sugli scritti giornalistici e su una selezione di interviste; il 15 dicembre 2025 con “Sardegna ‘isola continente’, tra storia e invenzione”, che avrà come testi di riferimento “Passavamo sulla terra leggeri”, “Il figlio di Bakunìn” e “Apologo del giudice bandito”; il 12 gennaio 2026 con “Scrivere dal margine, decentrare la città”, dedicato a “Bellas Mariposas” e “Il quinto passo è l’addio”.
Il programma si propone non solo come omaggio, ma come occasione per riportare al centro l’opera di Atzeni, affinché la sua voce continui a dialogare con nuove generazioni di lettori e lettrici.
































