A partire dal 1° dicembre 2025, anche l’artigianato artistico, tipico e tradizionale potrà accedere alla tutela dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP), grazie al nuovo Regolamento (UE) 2023/2411. Finora riservata ai soli prodotti agroalimentari, l’IGP viene estesa anche ai manufatti non alimentari, offrendo una protezione giuridica e commerciale ai prodotti la cui qualità, reputazione o caratteristiche sono fortemente legate a un territorio specifico. Si tratta di un’opportunità importante per le imprese artigiane sarde, che potranno valorizzare il legame tra il prodotto e l’identità del territorio.
Tappeti, ceramiche, coltelli, fedi nuziali, maschere in legno, selleria e cestineria: sono solo alcuni esempi dei prodotti sardi che potrebbero beneficiare della nuova tutela. A oggi, però, soltanto due imprese dell’Isola – l’orafo Pirisi di Fonni e lo Studio Pratha di Sarule – hanno formalizzato la richiesta presso le Camere di Commercio per ottenere l’IGP nel comparto artigianale.
Il nuovo sistema si fonda su tre requisiti fondamentali: il prodotto deve essere originario di una zona specifica, deve presentare caratteristiche strettamente legate a quella provenienza geografica e almeno una fase della sua produzione deve avvenire in loco. L’obiettivo è difendere le produzioni autentiche da contraffazioni e usi indebiti di nomi e simboli legati alla tradizione locale.
Il Regolamento prevede una procedura di registrazione in due fasi. I produttori, organizzati di norma in associazioni, dovranno prima presentare la domanda alle autorità nazionali competenti, che ne valuteranno la conformità. Una volta superata questa fase, la richiesta sarà inoltrata all’EUIPO, l’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale, che curerà la registrazione definitiva. Parte essenziale della domanda sarà il disciplinare di produzione, documento che dovrà descrivere nei dettagli le tecniche di lavorazione, la provenienza delle materie prime e il legame con il territorio.
A livello nazionale, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sta coordinando le misure necessarie per l’attuazione del nuovo regime, compresa la nomina delle autorità competenti, la digitalizzazione delle procedure e l’adozione di un regime sanzionatorio. Con la legge quadro n. 206 del 27 dicembre 2023, sono stati inoltre previsti strumenti concreti di supporto per le associazioni di produttori: tra questi, un contributo fino all’80% delle spese per le consulenze tecniche utili alla redazione del disciplinare, con un tetto massimo di 30.000 euro. Il bando collegato è rimasto attivo fino al 31 ottobre 2024.
In Sardegna, l’interesse istituzionale si traduce in un intervento da 750 mila euro, deliberato dalla Giunta Regionale su proposta dell’Assessore dell’Artigianato Franco Cuccureddu. I fondi sono destinati alle imprese artigiane che intendono intraprendere percorsi di certificazione, inclusi quelli finalizzati al riconoscimento IGP.
Secondo Confartigianato Oristano, l’introduzione della IGP per l’artigianato rappresenta un passaggio strategico. Il riconoscimento giuridico e commerciale delle competenze tradizionali potrà rafforzare la trasparenza verso i consumatori e offrire uno strumento concreto per contrastare la concorrenza sleale. Attualmente, infatti, circa la metà dei prodotti artigianali venduti come sardi non ha origine regionale, e in cinque anni sono giunti sull’Isola oltre 27 milioni di euro in prodotti contraffatti, soprattutto nel settore orafo.
Il comparto artigiano sardo “no food” conta 6.850 imprese, con 13.942 addetti. Si tratta di realtà produttive che operano con tecniche manuali ad alto contenuto professionale, realizzando manufatti unici per qualità estetica e valore culturale. Secondo Confartigianato Nuoro, il riconoscimento IGP può rappresentare un elemento distintivo in un mercato globale sempre più attento all’autenticità. I consumatori, infatti, si mostrano disposti a pagare un prezzo maggiore per un prodotto artigianale la cui origine e qualità siano certificate.
La registrazione presso l’Atto di Ginevra dell’accordo di Lisbona, gestito dall’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI), garantirà infine una protezione del marchio anche nei Paesi extraeuropei, consolidando ulteriormente la difesa delle produzioni autentiche contro ogni forma di imitazione.
