In Sardegna continuano gli avvistamenti della vedova nera mediterranea, nota anche come argia o arza

Tutto quello che bisogna sapere sul temibile ragno responsabile della chiusura di una scuola primaria di Cagliari

La Vedova nera mediterranea, nota come malmignatta, argia o arza. ? Adobe Stock | Frank

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Non c’è pace per gli istituti scolastici cagliaritani. Dopo essersi lasciate alle spalle un difficile anno scolastico trascorso quasi interamente con l’ausilio della didattica a distanza e una promettente ripartenza favorita da un significativo calo dei contagi da coronavirus e da un’altissima percentuale di vaccinazioni, diverse scuole cittadine stanno ora affrontando nuove chiusure

La causa, stavolta, non è da ascriversi al Covid-19. Nel corso dell’ultima settimana ben cinque scuole, gli istituti di via Castiglione, via Talete, la scuola primaria di via Is Mirrionis, la scuola dell’infanzia di via Negri e l’istituto comprensivo “Santa Caterina”, sono state chiuse, su decisione del sindaco Paolo Truzzu, per il diffondersi di diversi casi di scabbia. Le rassicurazioni del Comune e della Assl non sono comunque tardate ad arrivare, affermando che la situazione sarebbe sotto controllo, in linea con i casi degli anni scorsi, e che le chiusure sarebbero state determinate dalla necessità di sanificare i locali ed evitare il diffondersi della malattia.

Ma un episodio ancora più allarmante, sempre in questi giorni, ha invece interessato la scuola primaria di via Garavetti, chiusa per consentire la disinfestazione della zona antistante i campetti che confinano col Tennis Club a causa della diffusione dell’argia, il temibile ragno conosciuto col nome di “vedova nera mediterranea”.

Nel corso degli ultimi anni sono stati numerosi gli avvistamenti di questo esemplare di ragno, il cui morso potrebbe essere potenzialmente letale, nelle campagne sia del nord che del sud della Sardegna, ma il fatto che ora sia stato trovato in città e nelle immediate vicinanze di un luogo frequentato soprattutto dai bambini, come è appunto una scuola, ha determinato il riemergere della paura. Così, per evitare di farsi prendere dalla cosiddetta “aracnofobia”, il timore ossessivo dei ragni, è bene conoscere le caratteristiche e i reali rischi che si corrono nel caso in cui si entrasse involontariamente a contatto con una vedova nera.

La malmignatta (Latrodectus tredecimguttatus), detta anche “vedova nera mediterranea”, e conosciuta in Sardegna come argiao arza, è, insieme al ragno violino, la specie di ragno più pericolosa presente nell’Isola. L’elemento che la contraddistingue è la presenza di 13 macchie rosse sul corpo, da cui è possibile dedurre il suo aposematismo, ossia la tendenza ad assumere una determinata colorazione in una parte del corpo a scopo di avvertimento contro possibili predatori, caratteristica questa tipica degli animali tossici o velenosi. 

La malmignatta tende a vivere in ragnatele molto resistenti e dalla forma irregolare, tra sassi e muretti, in genere in zone aride e con una macchia mediterranea bassa. Il suo morso è potenzialmente molto pericoloso per gli esseri umani, in particolare quello della femmina, pur non essendo doloroso al momento, può provocare successivamente sintomi tipici come sudorazione, nausea, vomiti, cefalea, febbre, crampi addominali, che danno fortunatamente il tempo di intervenire. Solo in casi estremamente gravi, infatti, possono verificarsi la perdita dei sensi o addirittura la morte. Ad ogni modo i casi mortali registrati, imputabili a questo ragno, sarebbero soltanto quattro. Il pericolo maggiore lo corrono, oltre agli anziani e ai soggetti fragili, proprio i bambini perché la quantità di veleno iniettata deve essere proporzionata alla corporatura, di conseguenza per il corpo di un bambino potrebbe trattarsi di una quantità letale.

Storicamente l’argia è sempre stata molto temuta dai contadini proprio per la sua caratteristica di annidarsi in campagna sotto le pietre o tra i cespugli. Questo timore in Sardegna ha dato vita ad una credenza popolare che ha portato a definire l’argia anche come il “ragno del demonio”. Si raccontava che la persona morsa da questo ragno fosse posseduta dal demonio e che potesse essere liberata attraverso l’esecuzione di una danza, “Il ballo dell’argia” (Su ballu de s’Arza), da parte di 21 donne divise tra nubili, sposate e vedove. Queste donne dovevano ballare intorno alla persona morsa, disposta in una fossa e ricoperta di letame fino al collo, e farla ridere per alleviare la sua sofferenza. Nel caso in cui la vittima si fosse effettivamente messa a ridere ne veniva decretata la guarigione. 

Al di là di queste paure ancestrali, è in realtà davvero difficile essere morsi da una malmignatta perché non abbandona mai la sua ragnatela. Come tutti i ragni poi anche questo è timido e schivo e tende ad attaccare solo per difendersi nel caso in cui avverta qualche rischio. Di conseguenza, anche se comprensibilmente vederne un esemplare potrebbe non piacere o fare impressione, il consiglio è quello di cercare di mantenere la calma.

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