La Giunta regionale della Sardegna ieri pomeriggio ha approvato un importante disegno di legge che segna una svolta nel campo delle energie rinnovabili. Il provvedimento, intitolato “Disposizioni per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili”, è un passo decisivo verso una transizione ecologica sostenibile e responsabile. Il disegno di legge sarà trasmesso al consiglio regionale per avviare il suo iter legislativo, posizionando la Sardegna come la prima regione in Italia a proporre una regolamentazione in materia, con ben tre mesi di anticipo rispetto alla scadenza imposta dal Governo centrale.
Al centro del disegno di legge, vi è la volontà di stabilire criteri chiari per definire le aree idonee e non idonee all’installazione di impianti di energia rinnovabile, ponendo grande attenzione alla tutela ambientale, paesaggistica e agricola del territorio sardo. In un comunicato, la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, ha sottolineato l’orgoglio per l’introduzione di un modello di sviluppo sostenibile che tiene conto delle esigenze del territorio e della popolazione locale, in linea con gli obiettivi di transizione ecologica stabiliti a livello nazionale.
Oltre a tracciare le linee guida per la definizione delle aree idonee, la legge prevede un importante investimento economico a favore dell’autoproduzione energetica. Nei prossimi sei anni, la regione investirà circa 700 milioni di euro in iniziative legate alle comunità energetiche, agli impianti fotovoltaici e agli accumuli di energia per l’autoconsumo. Questi investimenti sono destinati a cittadini, comuni, imprese ed enti regionali, con la possibilità di usufruire di incentivi, anche a fondo perduto, per favorire l’adozione di fonti rinnovabili.
Una delle novità principali del provvedimento riguarda i progetti già in corso di autorizzazione o che hanno ottenuto un’autorizzazione ma non hanno ancora avviato i lavori. Se le aree previste per la realizzazione degli impianti non verranno considerate idonee secondo i nuovi criteri stabiliti dalla legge, i lavori non potranno essere realizzati. Questo meccanismo punta a fermare il consumo indiscriminato di suolo, proteggendo al contempo la vocazione agricola della Sardegna e promuovendo la sostenibilità della filiera agroalimentare.
Un altro aspetto innovativo è la previsione di obblighi stringenti per le imprese che intendono installare impianti rinnovabili. Queste saranno infatti tenute a presentare due polizze fideiussorie: una per garantire la corretta realizzazione dell’impianto e l’altra, dal valore doppio rispetto a quello dell’impianto stesso, per assicurare la sua dismissione a fine vita. Tale misura mira a contrastare la speculazione, evitando che società con poco capitale finanziario possano ottenere autorizzazioni solo per rivenderle.
In parallelo, la Giunta ha posto l’accento sull’importanza della creazione di un’Agenzia regionale sarda dell’energia, che sarà istituita entro 120 giorni dall’approvazione della legge. Questa agenzia sarà incaricata di gestire il processo di transizione energetica in modo strategico e coordinato, assicurando che la Sardegna mantenga il controllo sul proprio percorso verso un futuro sostenibile.
La presidente Todde ha definito questa iniziativa come una “sfida trasformativa”, che non solo blocca la speculazione e il consumo selvaggio del suolo, ma permette anche ai sardi di ridurre i costi delle bollette grazie alla promozione dell’autoproduzione e delle comunità energetiche. Secondo la presidente, la Sardegna è finalmente pronta a gestire la propria transizione ecologica, ponendosi in prima linea nella lotta per un futuro più verde e sostenibile.
































