Il vetro è uno dei primi, rari e preziosi materiali conosciuti e utilizzati dalle antiche civiltà per la realizzazione di vari utensili. Proprio la sua produzione sta regalando un primato eccezionale alla Sardegna e ai Nuragici, la fiorente civiltà che nacque e si sviluppò nell’Isola a partire dal 1800 a.C., in piena età del Bronzo, famosa per aver costruito migliaia di nuraghi disseminati un po’ in tutta la regione.
Non c’è mai stata una certezza assoluta di quando l’umanità abbia scoperto il vetro. Tuttavia, fino a questo momento, le scoperte archeologiche avevano sempre fatto propendere per l’attribuzione al popolo degli egizi delle prime produzioni artificiali di vetro, facendole risalire al 1500 a.C.
Il vetro è composto principalmente di silice, la sostanza di cui è fatta la sabbia e che era presente in grandi quantità in Egitto e in Mesopotamia. Fu un blocco di vetro ritrovato nel 1932 nel deserto libico a dare il via alle ricerche che portarono al riconoscimento della capacità degli egizi di lavorare il vetro, oltre alla ceramica. Il dubbio iniziale se gli antichi egizi producessero direttamente il vetro o se invece lo importassero dal Vicino Oriente, per poi lavorarlo, fu fugato grazie agli scavi risalenti al 2007 e condotti da un gruppo di esperti guidati da Paul Nicholson dell’Università di Cardiff e da Caroline Jackson dell’Università di Sheffield. Nicholson era infatti a capo di un’equipe della “Egypt Exploration Society” che si occupava di studiare, già dal lontano 1983, il sito archeologico di Amarna, che si trova sulle rive del Nilo e che, fino ad oggi, è sempre stato ritenuto il luogo più antico del mondo per la produzione del vetro.
Il gruppo di archeologi aveva ricostruito e messo in funzione la fedele copia di una fornace risalente a 3000 anni fa e che ritenevano fosse utilizzata dagli egizi per produrre il vetro utilizzando la sabbia del luogo, ipotizzando inoltre che questa fornace facesse parte di una più vasta area industriale dove si ricorreva a processi di produzione di manufatti ad alte temperature. Ipotesi confermata dal fatto che sempre in quel luogo furono rinvenuti attrezzi utilizzati per la lavorazione delle ceramiche.
“Non sapevamo con certezza se il vetro lavorato per produrre i manufatti finora rinvenuti nel sito fosse prodotto in loco o venisse importato”, – aveva dichiarato Nicholson nel dicembre del 2007 – ora credo sia evidente che artigiani esperti fossero in grado di produrlo autonomamente e che fossero anche coinvolti in altre industrie manifatturiere”.
A distanza di 14 anni dalla Sardegna sembra invece emergere una realtà diversa, l’utilizzo di materiali vetrificati per la realizzazione di artefatti sembra risalire infatti ad un periodo ancora più antico. È quanto scoperto durante gli scavi archeologici eseguiti a Siddi, un comune della provincia del sud Sardegna, nella regione della Marmilla, per recuperare il sito nuragico di “Sa Conca ‘e Sa Cresia”, un nuraghe complesso, nato come nuraghe a corridoio nel Bronzo Medio e poi ristrutturato come Tholos, come tomba a forma di cupola, nel Bronzo Recente.
Grazie al rinvenimento, proprio all’interno del sito, di un recipiente, di un crogiuolo per la fusione del vetro, la dottoressa Giusi Gradoli, geologa e archeologa, e Mauro Perra, direttore scientifico degli scavi, hanno annunciato che lì probabilmente c’era un sito di produzione primaria di vetro, forse il primo non solo in Sardegna, ma addirittura in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo perché risalente al 1700 a. C. Di conseguenza sembra che i Nuragici abbiano preceduto gli egizi nella produzione del vetro e che siano stati i primi al mondo.
“Qui c’era una produzione primaria di vetro nel 1700 prima di Cristo. – spiega la dottoressa Gradoli ai microfoni di Videolina – Attualmente, i primi vetri conosciuti in Europa sono del Bronzo Recente, Bronzo Finale, e sono dell’Egitto, di Amarna e del nord dell’Egitto, datati 1600 – 1500 a.C.”
“Non ci aspettavamo niente di tutto questo, – sostiene il direttore scientifico degli scavi, Mauro Perra, – abbiamo cominciato a lavorare e abbiamo incaricato la dottoressa Gradoli di fare delle analisi delle ceramiche e poi, a sorpresa, è venuta fuori questa grandissima scoperta”.
“C’era uno strato vetroso, amorfo in questa ceramica che, – precisa ancora la dottoressa Gradoli – dal punto di vista della tipologia, era completamente diversa da tutte le altre domestiche”.
Una scoperta che riveste un’enorme importanza, per la quale sono state disposte delle analisi chimiche dello strato amorfo rinvenuto nel vaso, eseguite dal Dipartimento di scienze chimiche e geologiche dell’Università degli Studi di Cagliari e che non hanno fatto altro che confermare quella che per gli studiosi era già da qualche giorno una certezza: i primi al mondo a produrre il vetro furono proprio i Nuragici in Sardegna.
Grande la soddisfazione espressa del sindaco di Siddi, Marco Pisanu, che ha dichiarato: “È una scoperta sensazionale, eccezionale, che non può che riempire di gioia e di orgoglio l’intera comunità siddese ma anche la Marmilla e tutta la Sardegna, ne siamo veramente orgogliosi”.