Manneddu, il Gigante di Mont’e Prama, in mostra al MAC di Barcellona

La statua nuragica simbolo della Sardegna arriva in Catalogna in una tappa del progetto internazionale promosso dalla Fondazione Mont’e Prama per valorizzare il patrimonio archeologico dell’isola nel Mediterraneo

Il Gigante di Mont’e Prama Manneddu al Museo Archeologico della Catalogna di Barcellona

Il Gigante di Mont’e Prama noto come Manneddu è arrivato a Barcellona, dove resterà in esposizione per sei mesi, fino al 2 novembre, all’interno del Museu d’Arqueologia de Catalunya. La statua, simbolo della civiltà nuragica, rappresenta una delle testimonianze più rilevanti dell’archeologia sarda e viene accolta in Catalogna come parte di un progetto più ampio di diplomazia culturale tra Sardegna e Penisola Iberica.

La presenza di Manneddu in Catalogna rientra in un percorso strategico avviato dalla Fondazione Mont’e Prama, già attiva in Spagna in diverse occasioni. In particolare, la statua è stata protagonista a Madrid durante le celebrazioni del 2 giugno 2024 ospitate dall’Ambasciata d’Italia, ha poi fatto tappa al Museo Archeologico Nazionale della capitale e successivamente al Guggenheim di Bilbao grazie a una campagna di comunicazione condivisa con la Dinamo Sassari. Ora è la volta di Barcellona, con un allestimento che punta a valorizzare il patrimonio nuragico in chiave contemporanea, anche attraverso apparati fotografici e video.

Secondo Anthony Muroni, presidente della Fondazione Mont’e Prama, l’esposizione di Manneddu al MAC rappresenta un tassello importante nella strategia di promozione culturale internazionale della Sardegna. L’obiettivo è far conoscere la storia millenaria dell’isola oltre i confini nazionali, creando legami culturali con altri territori mediterranei. In quest’ottica, l’iniziativa contribuisce alla costruzione di un dialogo interculturale fondato sulla memoria condivisa delle civiltà che hanno abitato il Mediterraneo.

Alla base del progetto vi è una rete di collaborazioni tra istituzioni italiane e catalane. Oltre alla Fondazione Mont’e Prama e al Museu d’Arqueologia de Catalunya, l’esposizione è frutto del lavoro congiunto della Regione Autonoma della Sardegna, del Ministero Italiano della Cultura, della Direzione Regionale dei Musei della Sardegna, del Consolato Italiano a Barcellona, dell’Ambasciata d’Italia a Madrid e dell’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona. Il coordinamento organizzativo è stato affidato alla società Villaggio Globale International.

Il direttore del MAC, Jusèp Boya, ha sottolineato il valore della mostra come occasione per esplorare le radici comuni delle civiltà del Mediterraneo occidentale. In particolare, l’approccio del museo catalano mira a mettere in dialogo i diversi patrimoni archeologici dell’area, sottolineando i legami storici e culturali tra la Sardegna e la Catalogna.

Tra i circa 200 reperti esposti, 90 provengono da musei sardi. A evidenziare l’importanza del contributo isolano è Valentina Uras, direttrice della Direzione Regionale dei Musei della Sardegna, che sottolinea la rilevanza qualitativa dei pezzi inviati. Per la prima volta lasciano l’isola anche due reperti di particolare interesse: la figura della sacerdotessa e una navicella nuragica, entrambi provenienti dal Museo Archeologico di Nuoro.

L’esposizione rappresenta un’opportunità non solo per il pubblico catalano, ma anche per studiosi e appassionati di archeologia, offrendo una panoramica articolata sulla cultura nuragica e sulle sue connessioni con il resto del Mediterraneo.

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