L’olio extravergine di oliva non è solo un condimento, ma un vero e proprio simbolo della cultura e della gastronomia italiana. La sua storia millenaria, i suoi sapori unici e i suoi benefici per la salute lo rendono un elemento cardine della dieta mediterranea.
La Guida “Oli d’Italia” del Gambero Rosso, giunta alla sua 14esima edizione, celebra questo tesoro nazionale con un’attenta selezione delle migliori produzioni di extravergine di oliva italiane. La guida, che esclude solo Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia, racconta la ricchezza e la diversità delle varietà di olive e degli oli presenti in ogni regione, valorizzando il lavoro appassionato dei produttori che portano avanti questa tradizione.
Dalla rinomata Taggiasca ligure alla robusta Leccino, passando per la Frantoio e la vigorosa Carboncella fino alla Ogliarola pugliese, ogni regione vanta le sue peculiarità e i suoi oli unici. La guida offre una mappa completa di questo mondo affascinante, guidando i consumatori nella scelta del prodotto perfetto per ogni gusto e abbinamento.
La Guida non si limita a descrivere i prodotti, ma racconta anche le storie dei produttori, custodi di una tradizione tramandata di generazione in generazione. Sono 389 le aziende produttrici presenti nell’edizione 2024, con 679 etichette valutate e inserite nella Guida. Tra queste, 191 hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento delle Tre Foglie, simbolo dell’eccellenza assoluta, mentre 34 vantano il punteggio massimo per dieci anni consecutivi, ottenendo la Stella.
La Sardegna, con le sue sette eccellenze presenti nella guida, concentrate soprattutto nel sassarese, si distingue come una delle regioni con la più alta concentrazione di produttori di olio extravergine di alta qualità. Tra queste, spicca la Cooperativa Olivicoltori di Oliena, che con il suo Iliò Monocultivar Nera di Oliena ha conquistato il premio speciale “Cooperativa dell’anno” e l’Accademia Olearia di Alghero, che ottiene la stella per la sua Riserva del Produttore DOP Sardegna.
La Guida “Oli d’Italia” non si limita a recensire i migliori oli, ma offre anche un’ampia panoramica sul mondo dell’olivicoltura italiana. Vengono infatti segnalati i produttori di olive da mensa e le aziende che offrono ospitalità e ristorazione in campagna, invitando i lettori a scoprire i segreti di questa tradizione millenaria e a vivere un’esperienza enogastronomica unica.
L’olio extravergine d’oliva italiano è un patrimonio prezioso da valorizzare e tutelare. La Guida “Oli d’Italia” è uno strumento prezioso per conoscerlo, apprezzarlo e sostenerlo, promuovendo la cultura del cibo sano e genuino e l’eccellenza del Made in Italy.
Le aziende sarde premiate con le Tre Foglie:
- Cooperativa Olivicoltori di Oliena, con il suo Iliò Monocultivar Nera di Oliena: i soci gestiscono un migliaio di ettari di oliveti dove viene valorizzata la varietà simbolo di questa zona, la Nera di Oliena;
- Accademia Olearia di Alghero, con il suo Riserva del Produttore DOP Sardegna: una realtà di riferimento per l’olivicoltura sarda, con circa 200 ettari di oliveti, alcuni condotti in regime biologico e biodinamico;
- Antonello Fois di Alghero, con il suo DOP Sardegna Monocultivar Bosana BIO: un’azienda che porta avanti la lunga tradizione familiare in campo oleario, con una proprietà di circa 20 ettari e 2.600 olivi della varietà Bosana;
- Eredi Giuseppe Fois di Alghero, con il suo Fruttato Medio: una storica realtà sarda legata a una tradizione olearia sempre al passo coi tempi, con 200 ettari di oliveti e 28mila olivi di varietà autoctone e non;
- F.lli Pinna di Ittiri, con il suo Antichi Uliveti del Prato Monocultivar Bosana: nata nel 1940, è una delle più importanti realtà sarde legate alla produzione di olio di qualità. Gli oliveti, 22 ettari con 5.000 piante, si trovano a 250 metri sul livello del mare e godono di un’ottima esposizione al sole;
- Masoni Becciu di Villacidro, con il suo Cuncordo BIO: situata ai piedi del monte Margiani, l’azienda gestisce un oliveto di 14mila piante circa disposte su 62 ettari di proprietà. Produce anche olive da mensa Nera di Gonnos.
Segue, con le sue Due Foglie, Domenico Manca di Alghero.
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