Il cortometraggio “Oplà” della regista Giulia Camba si prepara a intraprendere un percorso importante nel circuito dei festival cinematografici internazionali. Dopo la sua première mondiale al Festival Europe autour de l’Europe di Parigi, il film verrà presentato in anteprima italiana il 17 giugno 2025 al Figari International Short Film Fest, che sarà ospitato a Golfo Aranci dal 13 al 18 giugno in alcune delle location più suggestive del territorio, come Cala Moresca, Cala Sassari e il lungomare cittadino.
“Oplà” approderà poi in Bulgaria il 29 giugno, selezionato per l’In The Palace International Short Film Festival, evento qualificante per gli Academy Awards. A luglio, il corto proseguirà il suo viaggio festivaliero partecipando all’Andaras Film Festival, in Sardegna.
Prodotto da Ginko Film in associazione con La Bandita, Oplà si concentra su una narrazione intima e delicata, incentrata sulla figura di Nina, una bambina che vive un momento di inquietudine notturna. Durante un breve vagabondare nella casa, calpesta accidentalmente un ragno. Suo padre le dice che questo porterà sfortuna. Il giorno successivo, durante una gita al mare con la madre e altri bambini, l’esperienza vissuta si carica di un significato più profondo. Sarà tra le dune della spiaggia che Nina darà un senso al turbamento interiore che la accompagna.
A interpretare Nina è Ariele Arosio, giovanissima attrice chiamata a restituire la complessità dello sguardo infantile. Accanto a lei, Valentina Puddu nel ruolo della madre e Andrea Petrillo in quello del padre. Il film alterna momenti realistici a passaggi più sospesi, in cui la visione del mondo propria dell’infanzia si traduce in immagini cariche di simbolismo e memoria.
Giulia Camba ha scelto di raccontare questa storia attraverso una prospettiva dichiaratamente fanciullesca. Ogni gesto e ogni evento sono filtrati dallo sguardo della protagonista, che reinterpreta la realtà attraverso un pensiero magico. L’intento della regista è quello di evocare emozioni piuttosto che trasmettere concetti, affidandosi a un linguaggio visivo e sonoro che rimanda alla dimensione onirica e alla memoria.
Girato in parte a Piscinas, in Sardegna, Oplà sfrutta la potenza evocativa del paesaggio per tradurre visivamente il percorso interiore di Nina. La regista descrive questo luogo come uno spazio di metamorfosi, capace di riflettere il cambiamento emotivo della protagonista. La scelta delle location, insieme alla semplicità della trama, contribuisce a costruire un’atmosfera che vuole essere tanto immediata quanto ricca di sottotesti.
La realizzazione del film è il risultato di una collaborazione artistica articolata. La fotografia è di Francesco Piras, il suono di Emanuele Pusceddu. La scenografia è curata da Serena Trevisi Marceddu e Loïc Francois Hamelin, i costumi da Marta Romano con la supervisione di Stefania Grilli. Il montaggio è stato affidato a Matteo Manunta, supervisionato da Fabio Bobbio, mentre le musiche originali portano la firma di Gavino Murgia e Giulia Tagliavia. Il soggetto è di Giulia Camba e Michela Anedda.