L’intrattenimento in Sardegna ha origini antichissime. Dai giochi popolari nati proprio sull’isola, grazie all’evoluzione tecnologica si è passati pian piano all’intrattenimento online, che oggi vanta un’offerta di giochi molto ampia.
Di seguito si vedranno alcuni tra i giochi più famosi della tradizione e del folclore sardo, e in seguito gli intrattenimenti nati invece con lo sviluppo tecnologico.
Mariglia e non solo: i giochi popolari sardi più famosi
Sui giochi popolari sardi ha avuto grande impatto l’influenza spagnola. Quando nel 1479 il Regno di Sardegna fu conquistato dalla Spagna, per opera di Ferdinando II d’Aragona e Isabella di Castiglia, le due culture si unirono profondamente, dando luogo a una serie di tradizioni – anche per quanto riguarda l’intrattenimento – che ancora oggi sono parte integrante della cultura sarda.
Tre sono i giochi popolari più famosi della tradizione ludica sarda. La Baraja spagnola, un mazzo costituito da 40 carte, suddivise in denari, spade, bastoni e coppe. Il mazzo di carte originariamente spagnolo si è diffuso poi in tutta Italia, ed è anche oggi molto usato.
La Mariglia, invece, anche definita “bridge sardo”, è un altro gioco di carte che prevede la suddivisione dei giocatori in due coppie avversarie. L’obiettivo delle coppie è quello di conseguire prima della coppia avversaria un punteggio prestabilito (di 45 punti o 71). Il gioco prevede inoltre la presenza di un mazziere, e deriva probabilmente dall’”Hombre” spagnolo del XVII secolo.
Infine, la Murra, un gioco antichissimo che è possibile praticare sia uno contro uno che in coppia. La Murra consiste nell’uso della propria mano per lanciare un numero che vada da 1 a 5. I giocatori di una coppia dovranno pronunciare un numero per tentare di indovinare il punteggio che si riuscirà a raggiungere con la somma dei singoli lanci. Se almeno uno dei due giocatori indovina, il turno passerà agli avversari. Il punteggio da dover raggiungere in questo gioco è pari a 16.
Internet e digitale: i giochi dell’innovazione
Oggi la tecnologia e internet hanno permeato il settore dell’intrattenimento. Nel solo 2019, sull’isola sono stati spesi ben 1,6 miliardi di euro per il gioco: in testa alla classifica delle province sarde per soldi spesi nel gaming vi è Cagliari, con 750 milioni di euro, seguita da Sassari (568 milioni di euro) e Nuoro (178 milioni). Relativamente al gaming online, invece, tra le categorie più apprezzate troviamo i giochi da casinò, con un investimento di circa 137 milioni di euro nel 2021 per le slot machine e altre erogatrici di vincite. Questi giochi stanno riscontrando un particolare successo soprattutto grazie ad alcune innovazioni introdotte negli ultimi anni, come i bonus per le slot machine (che incentivano a giocare senza spendere inizialmente denaro), ma anche il live gaming e le grafiche iperrealistiche.
Un altro settore inerente al gioco in forte ascesa è quello dei videogame, in particolar modo gli esports (giochi che permettono agli utenti di vivere gli eventi sportivi di loro gradimento come il calcio, il basket e il tennis). Questa categoria di gioco è talmente apprezzata sull’isola che nel dicembre 2021 a Baradili, il paese più piccolo della Sardegna, si è tenuto “Rebirth Sardegna”, un torneo del famoso videogioco “Call of Duty” giocato dai 20 player professionisti italiani più famosi.
L’obiettivo era sostenere una ricerca, condotta dal comune del paese e da Nabui Società Benefit, sul ruolo dei videogame nella rinascita delle piccole comunità.
Infine, impossibile non citare Saturnalia, un videogioco horror ambientato negli anni ’80 sviluppato da Santa Ragione e fortemente influenzato dal folclore della Sardegna. Il gioco è ispirato anche al film “Suspiria” del 1977.
L’intrattenimento, come è evidente, è molto cambiato nel corso del tempo. Ciò che è certo è che ormai Internet, e il digitale in generale, non smetteranno di influenzare questo importante settore.