Mario Delitala, l’eccezionale xilografo di Orani

Figura longeva e prolifica, l’artista diede vita ad una tradizione incisoria sarda divenuta punto di riferimento per le generazioni a venire

Mario Delitala, “Cavalleria Galla” (1942). ? Donato Tore

Mario Delitala, “Cavalleria Galla” (1942). ? Donato Tore

Spesso quello che conta non è la quantità, bensì la qualità: il paese di Orani è un esempio lampante di questo. Il comune del nuorese attualmente conta 2683 anime, ma nel tempo ha dato i natali a personalità artistiche molto importanti. Oltre all’internazionale Costantino Nivola, figura interessante è quella di Mario Delitala. Vissuto per oltre un secolo, la sua carriera è considerata tra le più lunghe del panorama sardo: fu notevole la sua attività da pittore e ritrattista, ma soprattutto quella da xilografo.

Mario Delitala nacque ad Orani il 16 settembre 1887 dal medico condotto Bardilio Delitala e Adelaide Corti. Dopo aver intrapreso gli studi di ragioneria, capì di essere interessato alla sfera artistica: nel 1907 partì per Milano ed iniziò a lavorare per una ditta che produceva manifesti pubblicitari. Nel frattempo, cominciò a frequentare anche il Corso Superiore di Disegno Litografico e si cimentò nell’illustrazione.

Nel 1911 tornò nel suo paese d’origine, dove realizzò 2 opere per il Municipio; l’anno dopo, si trasferì a Cagliari e questo costituì un momento significativo per la sua formazione. Infatti, nel capoluogo entrò in contatto con gli artisti sardi più noti del tempo, tra cui Francesco Ciusa, Felice Melis Marini e Filippo Figari: questo lo aiutò ad ottenere la commissione per la decorazione del Palazzo Civico cagliaritano.

Allo scoppio del primo conflitto Mondiale, si arruolò e partì per il fronte; una volta terminata la guerra, continuò la propria educazione artistica a Venezia. Ivi, apprese nuove modalità di resa della luce, del colore e l’uso della grande decorazione parietale: tali elementi convergeranno nella sua produzione pittorica successiva.

Nel 1924 fece ritorno in Sardegna, inaugurando uno dei periodi più fecondi del suo percorso: tra i vari lavori realizzati, la decorazione della Sala Consiliare del Palazzo Civico di Nuoro (1924-1926), il Duomo di Lanusei nel 1926, l’Aula Magna dell’Università di Sassari nel 1927 e la cattedrale di Alghero (1928-33). Tra il 1929 e il 1930, si recò a Bengasi dal fratello Gonario: durante il soggiorno, l’artista dipinse paesaggi e ritratti, successivamente esposti presso la prima Mostra Internazionale d’Arte Coloniale di Roma.

Al netto dei suoi lavori in ambito pittorico, Delitala fu un eccellente xilografo, ossia un esecutore di incisioni in legno: per lui tale materiale risultava il più idoneo a trasmettere stati d’animo ed emozioni. Realizzate principalmente tra gli anni ‘20 e ‘40, le sue xilografie rappresentano un suggestivo bagaglio culturale della Sardegna, non esente da riferimenti alla propaganda fascista corrente. Il suo modus operandi ispirò una vera e propria “scuola sarda dell’incisione”, destinata ad essere un modello per le generazioni future. Negli anni ‘30 la rivista “L’Eroica” – periodico artistico-letterario incentrato sulla poesia e le arti grafiche – dedicò all’artista svariati numeri monografici. Il primo uscì nel 1931 con 12 xilografie, seguito da altri 3 negli anni successivi: per esempio, all’edizione del 1933 appartiene “La pigiatura”, su carta priva di filigrana e segni sottostanti. Tale produzione gli valse anche dei riconoscimenti, tra cui il prestigioso Premio Presidenza Biennale nel 1936 alla Biennale di Venezia.

Parallelamente alla carriera artistica, Delitala portò avanti anche un’attività didattica: dopo aver praticato tra Cagliari e Sassari, a metà degli anni ‘30 l’artista si stabilì ad Urbino, dove insegnò presso l’Istituto d’Arte fino al 1942. In seguito ad un’altra parentesi sarda, nel 1949 si spostò a Palermo per ricoprire un nuovo incarico dirigenziale; rimase in Sicilia fino al 1960, realizzando importanti opere pubbliche a Trapani, Caltagirone e Agrigento. Nel 1963 ritornò definitivamente in Sardegna e si insediò a Sassari; ormai settantenne, egli decise di abbandonare la xilografia a causa di un problema alla vista. Tornò a dedicarsi completamente alla pittura e realizzò opere inedite con vari materiali, come la ceramica: per esempio, al 1966 risale il dipinto per la chiesa parrocchiale di San Giovanni ad Orotelli (NU). Morì il 28 agosto 1990, all’età di 102 anni.

L’opera di Delitala fu innovativa e poliedrica. Egli non solo riuscì a fare propri vari stimoli creativi, ma li rielaborò in maniera personale: questo gli consentì di sviluppare uno stile unico, attraverso cui raccontare la sua terra in chiave sacra e profana. Ad oggi, è considerato uno degli incisori più importanti del ‘900 e parte importante del dibattito artistico sardo odierno.

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