“Cultura, non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri.”
Antonio Gramsci, Quaderni del Carcere
In occasione del 130° anniversario della nascita di Antonio Gramsci, nasce l’iniziativa “130Gramsci – Il podcast”, un format di quattro puntate con cadenza settimanale che sarà disponibile da oggi, giovedì 6 maggio, sulle maggiori piattaforme di streaming, tra cui Spotify, Apple Podcasts, Spreaker e Google Podcasts.
“130Gramsci – Il podcast”, realizzato totalmente in modalità a distanza dal collettivo artistico multidisciplinare Tessuto Urbano, formato da Azzurra Lochi, Gabriella Indolfi e Ilaria Giorgi, nasce in risposta al difficile e complesso periodo che stiamo vivendo, per approfondire e raccontare come la cultura, l’arte ed il teatro – che Gramsci considerava “guide necessarie per la formazione dell’essere umano” – abbiano continuato ad avere un ruolo centrale nella relazione tra i Luoghi e le Comunità e nella ricostruzione di una narrazione positiva dell’aggregazione sociale.
Il progetto si inserisce all’interno dell’iniziativa annuale “130 Gramsci”, ideata dall’Associazione di Promozione Sociale ProPositivo e promossa da Fondazione Casa Gramsci e diversi altri partner nazionali ed internazionali e rientra tra le azioni che compongono la sezione “Gramsci è Teatro sociale – come il mondo teatrale odierno commemora il pensatore e ne fa vivere l’esempio”, sviluppata in collaborazione con Fattiditeatro, per avviare una riflessione collettiva su come i valori del pensiero gramsciano possano adattarsi in chiave contemporanea per guidare l’Italia, l’Europa e il mondo attraverso le sfide che il post-covid e il 2021 ci porranno di fronte.
Ogni puntata si aprirà con la lettura di uno o più brani tratti dagli scritti del pensatore, proseguirà con un approfondimento sul tema dell’episodio e terminerà con il racconto di testimonianze positive di alcune realtà culturali ed artistiche dislocate in diverse città italiane che hanno continuato ad immaginare e creare con nuove modalità, dando vita a progetti ed iniziative di valore, pur in condizioni di avversità.
Il viaggio sonoro sarà accompagnato anche da una narrazione visiva. Per ogni puntata, la fotografa del collettivo Ilaria Giorgi ha realizzato una storia per immagini legata ai temi del podcast. È nato così un progetto fotografico inedito ed eterogeneo, una mostra virtuale che si arricchirà di settimana in settimana sul sito del collettivo. La ricerca fotografica, stimolata dalla sensibilità delle lettere di Gramsci, ha permesso alla fotografa di osservare e studiare da differenti punti di vista questo periodo, empatizzando con chi la reclusione l’ha vissuta fino alla fine dei suoi giorni e cercando di tenere vivo il contatto con il mondo esterno.
«Nessuno potrà dimenticarsi facilmente il periodo storico che stiamo vivendo, ma dopo un anno ci accorgiamo che è sempre più forte la tentazione di resettare le nuove regole di convivenza e i mesi di isolamento forzato in funzione di un veloce ritorno alla “vita di prima”, soprattutto nelle occasioni di aggregazione sociale» – affermano le autrici del collettivo Azzurra Lochi, Gabriella Indolfi e Ilaria Giorgi – «Come lavoratrici dello spettacolo e della cultura, abbiamo sentito l’urgenza di portare alla luce – attraverso le parole ancora attualissime di Antonio Gramsci – il ruolo e la necessità dell’arte, del teatro e della cultura per la ricostruzione di una memoria sociale collettiva. Dai luoghi dell’istruzione a quelli del reinserimento, dagli spazi urbani dei piccoli comuni a quelli delle grandi città, ogni contesto sociale è stato condizionato. Quali sono allora le proposte, le prospettive, gli strumenti che abbiamo a disposizione quando il contatto dei corpi non è possibile, quando subentra la paura del contagio e dello scambio, quando la solitudine diventa una nuova forma di abitudine, incancrenisce il pensiero critico e genera indifferenza? Non abbiamo in tasca soluzioni definitive, ma speriamo che questo progetto apra un sincero dibattito che riguardi tutti, perché come dice il pensatore sardo, immaginando la città futura, “la responsabilità della catena sociale è intelligente opera dei cittadini.”»
