Il rito sacro di “S’iscravamentu” rivive a Galtellì grazie all’impegno delle associazioni del paese

Sos Cantores de Garteddi e Voches e Ammentos de Garteddi collaborano per riproporre il suggestivo rito del Venerdì Santo seguendo letteralmente la testimonianza pubblicata dalla rivista Lares nel settembre del 1937

Sos Cantores de Garteddi

Sos Cantores de Garteddi

La paraliturgia de “S’iscravamentu”, così come veniva celebrata nei primi decenni del secolo scorso, rivive a Galtellì grazie all’impegno delle associazioni del paese.

Promotori del suggestivo rito, che si terrà venerdì 7 aprile nella Chiesa del Santissimo Crocifisso a partire dalle 18:30, Sos Cantores de Garteddi che, per far rivivere la sacra rappresentazione, seguiranno letteralmente la testimonianza pubblicata dalla rivista Lares nel settembre del 1937. L’articolo a cura di Luigi Deffenu, dal titolo “Reliquie viventi del dramma sacro in Sardegna”, richiama gli studi per conto dell’allora Ministero della Cultura Popolare e la trascrizione degli appunti che Deffenu prese nel 1926.

La nostrasottolinea a questo riguardo Davide Murreddu, presidente dell’associazione – vuole essere una filologica rappresentazione di quello che a Galtellì veniva rappresentato quasi un secolo fa. Un rito suffragato non dalla memoria ma dal nero su bianco di un testo che minuziosamente descrive quello che era S’iscravamentu nella nostra comunità”.

Quest’anno la rappresentazione del Venerdì Santo vedrà per la prima volta anche la collaborazione dei componenti dell’associazione culturale “Voches e Ammentos de Garteddi”.

“In quello spirito di collaborazione, assieme all’immutata volontà di voler tramandare tutte quelle pratiche devozionali – aggiunge Murreddu -, che rendono la cultura, la fede popolare e l’identità locale il comune denominatore del nostro paese. Come Sos Cantores de Garteddi non possiamo che sentirci fieri della responsabilità affidataci dal parroco, don Piero Mula, nella riproposizione della liturgia”.

Per l’associazione, “S’iscravamentu” rappresenta un momento di preghiera e fede popolare che vuole ribadire come le piccole comunità vogliano con tenacia mantenere la propria identità e soggettività in una società che si dirige verso l’appiattimento e l’anonimato.

Anche in questa occasione -, conclude il presidente del sodalizio –il paese, con i suoi riti e la sua fede popolare vuole esserci. Invitiamo quindi tutti a partecipare, in primis come momento di fede genuina e come testimonianza popolare”.

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