La Sardegna ha un territorio vasto e ricco bellezze naturali con una antica storia. Ma nello stesso tempo è anche un territorio fragile dove esistono pericoli e dei fattori di rischio che possono essere messi in evidenza anche con una pioggia più intensa del normale o con l’attività umana. La cronaca di questi ultimi anni ha registrato diversi eventi calamitosi che hanno comportato l’intervento coordinato di più enti o amministrazioni. Ma come funziona questo sistema di coordinamento?
Abbiamo intervistato il dottor Stefano Campesi e l’ingegnere Mauro Merella direttori rispettivamente del Servizio programmazione e del Servizio pianificazione e gestione delle emergenze della Protezione Civile della Sardegna, che in breve ci hanno spiegato come funziona l’apparato.
“La Protezione Civile è un sistema complesso – spiega Stefano Campesi –, formato da competenze ed attività di diverse entità, sia pubbliche sia private, che in maniera coordinata e sinergica si attivano per tutelare la vita, l’integrità fisica, i beni, gli insediamenti, gli animali e l’ambiente dai danni o pericoli di danni. Il sistema regionale di protezione civile è diviso in 4 macroaree: allertamento, comando e controllo, salvaguardia del territorio e strutture operative”.
“Tutte le operazioni di protezione civile hanno il loro cuore nella Sala Operativa Regionale Integrata, detta anche SORI – prosegue Mauro Merella – attiva h24, sia nei giorni feriali che in quelli festivi, con una dotazione tecnologica di ultima generazione, che ha il compito di ricevere e gestire le richieste di intervento e di garantire la diffusione delle informazioni alle strutture operative. Un videowall con 8 display ad alta risoluzione e 18 postazioni rendono la sala altamente funzionale. Da qui, a seconda della emergenza, vengono allertate tutte le componenti e le strutture operative di modo che possano essere operative nel più breve tempo possibile. La sala operativa è abbinata anche da una sala radio che se dovesse crollare tutta la rete di comunicazione è l’unica in grado di mettersi in contatto con le strutture sul campo. La sala SORI è integrata, durante i mesi estivi, con la Sala Operativa Unificata Permanente, SOUP, che assicura il coordinamento delle proprie strutture antincendio con quelle statali”.
“La gestione delle operazioni varia a seconda dell’emergenza e della sua dimensione – prosegue l’ingegnere –. Abbiamo diversi modelli di intervento e tutti hanno il loro punto di partenza da un’attività quotidiana di previsione a cui seguono diverse fasi operative: attenzione, preallarme e allarme. Ognuna di queste è suddivisa in base alla dimensione: comunale, intercomunale (eventi che comportano l’intervento coordinato di più enti o amministrazioni), nazionale. Ogni modello ha a sua volta un’articolazione della cabina di regia diversa che può essere in capo al comune, ad una unione di comuni o alla prefettura. Il braccio operativo del nostro sistema è dato dai volontari, 195 associazioni, circa 3000 persone, che sono i primi ad intervenire in una situazione di rischio con estrema celerità”.
In caso di pericolo e per tenersi sempre aggiornati è utile consultare le indicazioni riportate nel sito internet sardegnaambiente.it/protezionecivile.