Soltanto 9mila nati in Sardegna a fronte di 16mila morti (Istat 2019): 7mila persone in meno in un solo anno. Sono circa 400 nascite in meno del 2018, mille rispetto al 2017. Le donne sarde hanno un tasso di fecondità tra i più bassi d’Italia (1,06 contro la media italiana di 1,32) e un’età media della madre al momento del parto tra le più alte (32,5 anni).
Di fronte a questi numeri è chiara la necessità di politiche a sostegno della natalità: “Il Family Act, varato dal Consiglio dei Ministri è un passo nella giusta direzione in primo luogo perché riduce la frammentazione dei bonus introducendo un assegno unico universale – dice il presidente di Acli Cagliari Mauro Carta –. Finalmente, inoltre, questa riforma introduce il criterio che ogni bambino ha diritto all’assegno indipendentemente dalla situazione familiare, e questo potrebbe riportare verso la parità il rapporto tra figli desiderati e nuovi nati, al momento ferma a 2 contro 1,3 a livello nazionale”.
In Italia, al momento, la spesa sociale per le famiglie è tra le più basse rispetto alla media europea, le misure di supporto sono suddivise in tanti piccoli interventi e mancano misure di sostegno alla spesa derivante dall’arrivo di un figlio. Con il Family Act si prevede l’introduzione di un assegno universale, da corrispondere mensilmente, che include tutti gli aiuti per la famiglia, uno per ogni figlio fino alla maggiore età, e senza limiti di età per i figli disabili. Il pacchetto prevede poi le detrazioni per le spese dedicate all’istruzione, allo sport, all’acquisto dei libri e detrazioni per l’affitto della prima casa per le giovani coppie sotto i 35 anni.
“L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del “Family Act” rappresenta un investimento “strutturale” anche per le famiglie sarde – prosegue Carta – ma visti i numeri della nostra isola potrebbe non bastare. Per questo chiediamo alla Regione di affiancare misure in linea con lo spirito della nuova normativa nazionale in grado di sostenere e dare ai nostri giovani la serenità necessaria a decidere di diventare genitori”.