Sono forse due i momenti più intensi del viaggio: l’attesa e il ricordo. Il primo, sotto forma di una valigia pronta, proietta aspettative edulcorate e speranze di grandi avventure; il secondo, sotto forma di cartolina o foto, ci inebria di gioia e malinconia per quel tempo che è passato troppo lentamente o troppo in fretta. Interessano proprio tutti, persino noi, abitanti della “terra dei turisti”, che turisti però siamo sempre stati, sventolando i 4 mori in giro per il mondo. Eppure forse non ci siamo mai chiesti, o chiesti abbastanza, cosa pensino i nostri ospiti di noi e della nostra terra. Il viaggio della turista giapponese Azusa Miyahara (compiuto quest’estate), come uno specchio, potrà forse renderci in maniera obiettiva quest’immagine, quella dei sardi e della Sardegna, che, in fondo, sono praticamente una cosa sola.
Forte di una passione decennale per l’Italia, nata tra le vie suggestive delle città d’arte, nelle note inconfondibili della parlata italiana che l’hanno conquistata convincendola a imparare la lingua, e nei sapori di prodotti tipici unici, organizza autonomamente e annualmente i suoi soggiorni. La Sardegna, meta da lei scelta per quest’anno, aveva esercitato sin da subito un forte fascino: dalla natura, che le trasmetteva quel senso di paradiso selvaggio unico del Mediterraneo, al patrimonio culturale, che vedeva come un’oasi di rispetto e buona conservazione, come se il tempo si fosse fermato, e ancora allo stile di vita e al modo d’essere dei sardi, ritratti nelle sue aspettative come campioni di una gentilezza e semplicità d’altri tempi. Oltre a ciò, era anche un lato squisitamente pratico a portarla fin qui, ovvero la costante voglia di perfezionare il suo italiano – di qui l’attenta ricerca di una scuola valida e alla sua portata a Cagliari, che ha provveduto anche al suo alloggio – e scoprire una cultura totalmente diversa dalla sua e perché no da quella delle altre regioni italiane.
Dopo il suo viaggio, cosa le sarà rimasto e che opinioni avrà avuto? Avendola incontrata il giorno della sua partenza e sentendola chiamare La Marina (dove alloggiava) “il suo quartiere”, un’idea me l’ero già fatta. Ero soddisfatta e orgogliosa, da sarda. Ma non perché avevamo in qualche modo fatto colpo su di lei. Aveva dei ricordi felici, e questo bastava.
Alla fine la Sardegna è come te l’aspettavi?
Sì, in effetti sono soddisfatta del mio soggiorno in Sardegna. È stata una buona scelta!
Quale aspetto ti ha colpito di più e quale di meno?
La natura splendida e l’accoglienza della gente mi hanno colpito di più. Invece, mi sembra un po’ un peccato che non ci siano tanti posti dedicati all’arte in generale.
Quali differenze hai notato rispetto alle altre regioni d’Italia che hai visitato?
Non conosco ancora tutta l’Italia, ma rispetto alle altre regioni che ho visitato, la vita sembra più semplice e autentica in Sardegna, specialmente dal momento che sono attenti a tutelare la natura.
Che cosa pensi dei sardi?
Ho avuto l’impressione che fossero più discreti e sinceri degli italiani delle altre regioni, sia con le parole che con i gesti. Infatti, fanno attenzione anche a non disturbare la gente. Insomma, sono molto gentili.
Che consiglio/i daresti a un turista che vuole visitare la Sardegna?
Gli consiglierei di prendersi del tempo per visitare bene l’isola, anche solo per stare in una spiaggia magnifica senza fare niente, assaggiare i piatti tipici, o godersi piccole cose come chiacchierare con i vicini, passeggiare mattina, sera e notte per città sublimi come Cagliari, Alghero, o Bosa, e perdersi in città per poi magari ritrovarsi al bar ecc.
Secondo te è una meta a misura di turista o ci sono aspetti che possono essere migliorati?
Devo confessare che è veramente scomodo viaggiare in Sardegna senza macchina, perché ci sono tanti posti bellissimi difficili da raggiungere. A volte c’è solo un autobus disponibile per andarci, quindi si è sempre preoccupati del tempo a disposizione. Comunque io, ci ritornerò senza dubbio.