Stupore, ammirazione, sorpresa, questi i sentimenti spontanei che emergono appena si rivolge lo sguardo sulle isole Ogasawara, soprattutto se si considera il fatto che la zona fa parte della prefettura di Tokyo ma è quanto di più distante dalla viva ed effervescente capitale nipponica. Caratterizzate da una bellezza incontaminata, le isole si trovano a circa 1.000 km a sud di Tokyo, incastonate come gemme nelle acque blu del Pacifico, e sono raggiungibili dalla metropoli con un viaggio in barca di circa 24 ore. Delle 30 isole che compongono l’arcipelago solo Chichijima e Hahajima sono abitate e per andare alla scoperta delle altre è necessario spesso rivolgersi a guide locali, prestando molta attenzione a preservare e non rovinare lo straordinario patrimonio ambientale che è la vera ricchezza di questo luogo. Un ecosistema così ricco e straordinario da essere stato dichiarato dall’UNESCO nel 2011 World Natural Heritage.
Sulle isole Ogasawara sono molte le attività da pianificare per arricchire il proprio soggiorno, esplorando in lungo e in largo la bellezza di questa area, dove mare cristallino e paesaggi da cartolina la fanno da padrone. Per chi si trova in zona da marzo ad ottobre è possibile visitare l’inabitata isola di Minamijima – il cui accesso è vietato durante il resto dell’anno –rigorosamente accompagnati da una guida certificata Tokyo Nature Guide, il cui luogo simbolo è la laguna Ogi-ike dove acque turchesi attraversano un tunnel carsico naturale sullo sfondo di una spiaggia bianca. L’arcipelago è forse il miglior luogo in tutto il Giappone dove ammirare da vicino le tartarughe marine verdi, imparando molto sulla conservazione e tutela di questa specie autoctona. Per gli appassionati di snorkeling niente di meglio che la barriera corallina che si trova di fronte alla spiaggia Seihyo, sull’isola Chichijima; lo spettacolo più strabiliante dell’anno si verifica in una notte di luna piena tra maggio e giugno quando i coralli rilasciano le uova. Le meraviglie dell’arcipelago non hanno solo come cornice il blu del Pacifico; sono molte, infatti, le sorprese anche fuori dall’acqua. Grazie al pochissimo inquinamento luminoso, i tour notturni per ammirare il cielo stellato e la volta celeste sono una delle attività preferite dai turisti. Le ore notturne sono anche il momento giusto per andare alla ricerca del celebre Fungo Yakotake, noto per la sua verde luminescenza, o per scoprire molte specie animali endemiche.
Merita senza dubbio una menzione speciale la tradizione gastronomica caratteristica di questa zona, dove temperature subtropicali e caldo sole hanno influito su coltivazioni e ricette. Uno straordinario interesse hanno suscitato frutta e verdure locali (rispettivamente “shima-furutsu” e “shima-yasai”) ed ora i gustosi pomodori coltivati sulle isole, così come i fagioli, sono diventati molto richiesti in Giappone. Così come celebre è diventato anche il frutto della passione coltivato qui, dall’aroma particolarmente intenso e gustoso. Probabilmente il prodotto locale più sorprendente però è un altro: sono ben 140 anni che sulle isole si coltiva il caffè, inizialmente era un progetto pilota organizzato dal governo, che poi è stato recentemente ripreso da coltivatori locali che ne hanno fatto un prodotto apprezzato dagli appassionati.
Le isole Ogasawara sono un patrimonio naturalistico di inestimabile valore e da preservare con impegno e passione, così come lo sono gli altri 3 luoghi in Giappone dichiarati dall’UNESCO World Natural Heritage. Celebrare questa ricchezza, andando anche a conoscere da vicino le persone che abitano questi ambienti, può aiutare ognuno di noi a prendere maggiore coscienza rispetto all’ambiente e alla sua tutela. “Back to Nature” è un documentario realizzato dalla casa di produzione da A+E Creative Partners per il canale giapponese di History Channel, che racconta proprio questi luoghi magici. Qui Andrea Ramos, istruttrice di diving, racconta del suo amore a prima vista per l’arcipelago di Tokyo e di quanto sia magica la quotidiana nuotata con i delfini nelle acque turchesi che costeggiano le isole. Il rispetto tra persone che poi si manifesta anche nel rispetto per l’ambiente è, secondo lei, il segreto di questo paradiso dove natura, uomini e tradizioni locali convivono armoniosamente in uno spettacolo affascinante.