Il campione algherese di MMA Davide Martinez si racconta

Dalla Sardegna ai combattimenti di Cage Warriors, una delle più importanti leghe d'Europa

Davide Martinez

L’MMA, lo sport da combattimento basato sull’utilizzo delle arti marziali miste, in Sardegna ha un grande protagonista, che è riuscito ad arrivare a combattere al Cage Warriors, la più importante lega di arti marziali miste d’Europa: Davide Martinez, 27 anni, di Alghero.

Davide nella vita si divide tra il lavoro di addetto alla sicurezza nei locali, il fine settimana, e quello in palestra come personal trainer e istruttore di functional training, bodybuilding, grappling, striking e MMA, che, in questo periodo di chiusura delle palestre a causa del coronavirus, sta svolgendo in modalità online.

Come è nata la tua passione per le arti marziali e, nello specifico, per l’MMA?
Ho giocato a calcio dai 7 ai 18 anni ma ho sempre amato il wrestling americano e le arti marziali in generale, così, una volta maggiorenne ho lasciato il calcio per iscrivermi in una palestra di muay thai. Poi vidi un video di alcuni highlights della UFC, l’organizzazione mondiale più importante nel campo delle MMA, e fu amore a prima vista. Quando aprirono una palestra di MMA nella mia città mi iscrissi subito. Fin dal primo mese feci gare di lotta libera, di grappling e di MMA light, e in un anno feci il mio debutto da professionista a Buddusò. Avevo 20 anni, era il 2013.



Hai riscontrato difficoltà a praticare in Sardegna uno sport tutto sommato ancora poco conosciuto?
In Sardegna è molto difficile, nessuno ha mai seguito il percorso che ho seguito io. Alcuni lo hanno fatto tempo fa ma è uno sport in continua crescita, quindi, ora sono l’unico a vivere questa realtà. Qui è molto difficile allenarsi perché le persone sono specializzate nelle singole discipline, questo per me è sia uno svantaggio, perché devo spostarmi di palestra in palestra per allenarmi in ogni campo, che un vantaggio, perché ho la fortuna di avere intorno a me tante persone pronte ad aiutarmi negli allenamenti. Non sarei mai arrivato ad essere ciò che sono oggi se non fosse stato per l’aiuto che mi hanno dato gli atleti sardi.

Hai fatto esperienze di allenamento anche in altre città?
Prima mi allenavo ad Alghero nella palestra in cui ho iniziato, poi ho deciso di ampliare le mie esperienze. Dal 2019 ho iniziato a viaggiare a Livorno e mi sono unito al “Rendoki Dojo” di Massimo Rizzoli. A differenza della Sardegna, dove devo gestire da solo gli allenamenti, al Rendoki Massimo è il mio coach, organizza i miei allenamenti, mi segue e mi corregge, ed è fondamentale. Lì mi alleno con Davide Baneschi, il numero 1 in Italia dei 61 kg, Dario Bellandi, campione europeo e podio ai mondiali di MMA, e Chiara Penco, atleta bellator.

Quali gare ti hanno condotto fino ad una delle promotion più importanti d’Europa?
Ho gareggiato a livello regionale nel grappling, imbattuto per circa 4 anni. Poi lotta libera, classificandomi al secondo posto in Coppa Italia nel 2018 a Livorno. Nell’MMA primo match in Sardegna, secondo a Firenze in uno dei più prestigiosi eventi italiani del momento, lo Slam FC 6 “Malebolge”, sconfitto alla terza ripresa. Il mio terzo match sempre in Toscana, a Monsummano Terme, al Luctor, dove ho vinto. Il quarto match in Sardegna, dove ho perso per k.o. Da quel momento è iniziato il mio percorso di miglioramento, soprattutto a livello mentale. Prima mi facevo trasportare dall’emozione e dal giudizio altrui, così ho lavorato su me stesso e la sconfitta per k.o. è diventata il mio punto di forza. Ho vinto sei match consecutivi. L’ultimo match prima di sabato scorso l’ho disputato a Cagliari il 26 luglio 2019 vincendo ai punti. Passo dopo passo sono arrivato in cima agli eventi in Europa fino al Cage Warriors.

Quanto ha inciso la pandemia di coronavirus sui tuoi allenamenti e sullo svolgimento delle gare?
Il coronavirus ha messo in ginocchio anche l’MMA. È stato molto complicato allenarmi in Sardegna, molti atleti non agonisti non potevano allenarsi. A Livorno mi sono allenato con Davide, Dario e Chiara, atleti di alto livello, nonostante le restrizioni e i loro impegni lavorativi, questo mi ha permesso di arrivare pronto al match del Cage Warriors, rinviato di un anno causa Covid.

Nella notte di sabato 20 marzo, a Londra, nella prestigiosa 02 Arena, hai disputato il match del Cage Warriors nella categoria dei 70 chili contro una delle teste di serie della promotion, campione della categoria nel 2017, l’inglese Paddy Pimblett, quali sono state le tue sensazioni?
Sono entrato a combattere accompagnato dall’inno della Brigata Sassari e con la bandiera della Sardegna. Ero emozionato mentre mi avvicinavo all’ottagono perché sapevo che in quel momento rappresentavo l’Italia. Ma una volta entrato in gabbia avevo in testa solo la strategia studiata con il mio coach. Ero concentratissimo, non mi spaventava l’idea di scontrarmi con Paddy Pimblett, uno dei migliori in Europa, anzi, mi ha dato più carica. Il match è partito bene e io sono stato aggressivo fin dal primo momento. Ho eseguito qualche overhead con cui ho sfiorato Pimblett e ci siamo scambiati dei leg kick. Durante lo scambio ha eseguito qualche calcio frontale che son sempre riuscito a mandare a vuoto, tranne uno, poi mi ha colpito alla bocca dello stomaco togliendomi il fiato. Per questo ho indietreggiato e lui ne ha approfittato per colpirmi con un calcio al viso, una ginocchiata e pugni. Ero abbastanza coperto, diversi colpi sono riuscito a pararli ma non avevo ancora recuperato il fiato per rispondere, così ho deciso di avvicinarlo in body lock, in cintura con le mie braccia, ma non ho avuto la forza di portarlo giù, cosa che invece ha fatto lui. Una volta a terra ha iniziato a colpirmi. Ho ripreso energia, mi sono girato per togliermelo da sopra, ma ha un alto livello di jiu jitsu e, in una frazione di secondo, mi ha preso alla schiena, ha messo i ganci con le sue gambe sulle mie e ha chiuso lo strangolamento, costringendomi alla resa. È difficile giudicare il match perché è finito presto, non mi va di aprire discorsi su ipotetici risultati, so solo che mentalmente sono cresciuto molto e, soprattutto a livello tecnico, sono diventato un altro atleta rispetto ad un anno fa.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Spero di poter combattere nuovamente a giugno al Cage Warriors
. Sogno di arrivare ai vertici di questo sport, sto lavorando per potermi trasferire a Livorno. L’MMA comporta sacrifici per arrivare ad alti livelli e bisogna fare delle scelte, talvolta molto difficili, ma io ho scelto questa vita e sono pronto a rinunciare a tutto per poter arrivare tra i migliori. Ringrazio di cuore tutte le persone che mi hanno contattato e che, nonostante il risultato, mi sono state vicine e mi hanno incoraggiato, questo mi sta dando la forza per rialzarmi e pensare al prossimo impegno.

He is back! A quick flurry gets The Baddy the takedown and RNC for the win 🙌

Paddy Pimblett gets it done in one!

📺 Watch #CW122 live on @UFCFightPass

Originally tweeted by Cage Warriors (@CageWarriors) on 20 March 2021.

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