Nel cuore del centro storico di Orosei, un borgo della Baronia che unisce le montagne del Gennargentu al mare del suo golfo, si trova Su Barchile, un albergo a tre stelle a conduzione familiare. La struttura nasce dalla trasformazione della casa dei bisnonni materni della famiglia Chessa, in un edificio che fino alla metà dell’Ottocento era uno degli otto “barchili” del paese: cantine dove si salava il pecorino fresco proveniente dal Gennargentu, poi destinato al Lazio con le imbarcazioni che salpavano da Osalla. Con il declino del porto commerciale locale e lo spostamento delle rotte verso il Golfo di Terranova (oggi Olbia), quei locali cambiarono funzione, fino a diventare un piccolo hotel nel 1977.
Oggi Su Barchile conta 14 camere, arredate con semplicità e caratterizzate dall’uso del marmo locale nei bagni. Nel 1992 l’intera struttura è stata sottoposta a una prima ristrutturazione, che ha dato nuova funzionalità agli spazi senza snaturarne l’identità. Successivamente, nel 2007, l’albergo ha conosciuto un’ulteriore evoluzione con l’ampliamento del ristorante e delle cucine.
La struttura offre un ambiente raccolto e accogliente, dove l’attenzione alla persona si riflette anche nella proposta gastronomica. Il ristorante, aperto tutto l’anno, propone cucina tipica locale e piatti di mare, con particolare cura per le intolleranze alimentari e le scelte vegetariane. Accanto al ristorante, la pizzeria prepara pizze secondo la tradizione italiana, con impasti lavorati a mano e lasciati lievitare 24 ore. Le farine utilizzate sono tutte senza glutine, mentre condimenti e formaggi sono privi di lattosio. Molti ingredienti provengono dall’orto di famiglia, così come l’olio extravergine di oliva, ricavato dagli ulivi secolari della proprietà. Questo approccio ha consolidato la reputazione dell’albergo, capace di adattarsi alle esigenze di una clientela sempre più attenta e diversificata.
Su Barchile accoglie una clientela eterogenea. Durante l’inverno ospita soprattutto rappresentanti e lavoratori del settore terziario, attratti dalla presenza di un’economia locale che, oltre al turismo, si basa su agricoltura, estrazione del marmo e commercio. Durante la stagione turistica, da Pasqua fino a dopo la festività di Ognissanti, arrivano visitatori da tutta Europa: italiani, tedeschi, francesi, spagnoli e, sempre più spesso, nordamericani.
Dal 2013 Su Barchile fa parte del Circuito Sardex, la rete di economia collaborativa che favorisce lo scambio tra imprese attraverso una moneta complementare. L’ingresso nel circuito ha rappresentato un’opportunità per intercettare nuovi clienti e per utilizzare le risorse alternative nei periodi di minore liquidità in euro. Fin da subito, l’obiettivo era quello di utilizzare i crediti Sardex per interventi che, altrimenti, sarebbero stati rinviati: piccoli lavori, manutenzioni e migliorie che oggi rappresentano un valore concreto per la struttura.
Uno degli esempi più significativi riguarda l’incontro con un falegname conosciuto proprio grazie al circuito, che nel 2013 ha restaurato i tavoli e le sedie del ristorante. Un rapporto che, oltre al lavoro svolto, ha lasciato il segno anche sul piano umano. Negli anni successivi, i crediti Sardex sono stati utilizzati per il rinnovamento graduale della struttura.









Nel 2025 l’hotel ha scelto di utilizzare Efficio+, la linea di credito aggiuntiva messa a disposizione dal circuito. Grazie a questa formula, è stato possibile ristrutturare completamente tre bagni dell’albergo, senza interessi e con un piano di rientro personalizzato. Un intervento che ha dato nuova spinta alla capacità ricettiva dell’hotel, permettendo di vendere le camere con maggiore facilità e sicurezza.
In occasione dei suoi 15 anni di attività, il circuito SardexPay ha premiato Su Barchile come iscritto del mese. Un riconoscimento che celebra non solo la longevità e l’impegno costante della famiglia Chessa, ma anche la coerenza con una filosofia che unisce economia e relazione. Per Antonella Chessa, che oggi gestisce l’hotel con il fratello e la madre, far parte di Sardex significa anche tornare a una dimensione antica dello scambio, in cui la moneta è solo uno degli strumenti per costruire comunità.
I progetti futuri della famiglia Chessa non prevedono espansioni ambiziose, ma passi misurati e coerenti con la loro visione. L’obiettivo è continuare a valorizzare ciò che hanno costruito, restando fedeli a un’idea di ospitalità fatta di cura, ascolto e reciprocità. E il consiglio alle altre aziende del settore è chiaro: entrare nel circuito significa moltiplicare le opportunità, costruire relazioni e rafforzare l’economia locale in modo concreto.
































