Le truffe legate all’uso di strumenti di pagamento elettronici continuano a rappresentare un fenomeno diffuso e in crescita. Nel 2023, più di 2,9 milioni di italiani hanno subito una frode, con un danno economico complessivo che supera gli 880 milioni di euro. È quanto emerge da un’indagine condotta da mUp Research e Norstat per Facile.it, che ha analizzato le modalità più comuni di truffa, l’identikit delle vittime e il comportamento delle persone colpite.
Secondo l’indagine, il metodo più utilizzato per mettere a segno una frode è l’invio di e-mail false, coinvolte nel 38,1% dei casi segnalati. Subito dopo si trovano gli SMS ingannevoli, che rappresentano il 28,4% delle truffe. A completare il quadro delle tecniche più frequenti ci sono i finti siti web (19,4%) e i call center fasulli (18,7%).
Accanto ai metodi più tradizionali, i malintenzionati sfruttano anche strumenti digitali più recenti. Il 14,9% delle truffe è veicolato tramite app di messaggistica istantanea, mentre il 13,4% attraverso i social network. Questi dati mostrano come la capacità dei truffatori di adattarsi alle nuove tecnologie continui a evolversi, puntando su strumenti sempre più presenti nella vita quotidiana.
Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, i più esposti alle truffe non sono gli anziani, ma i giovani. La fascia tra i 18 e i 24 anni risulta la più colpita, con una percentuale del 14,1%, seguita da quella tra i 25 e i 34 anni (8,5%). La media nazionale si attesta al 6,8%, segnalando comunque un rischio trasversale a diverse fasce d’età.
Anche il livello di istruzione sembra incidere: chi possiede un titolo universitario è risultato maggiormente esposto, con un’incidenza più che doppia rispetto alla media. Questo dato suggerisce che un maggiore grado di alfabetizzazione digitale non sempre protegge dal rischio di cadere vittima di raggiri.
Dal punto di vista geografico, è il nord est l’area che registra la percentuale più alta di truffe o tentativi di frode, con un’incidenza pari al 7,9%.
Un dato significativo riguarda il comportamento delle vittime dopo la truffa: oltre un quarto (26,1%) sceglie di non denunciare l’accaduto. Le motivazioni variano. Il 34,3% degli intervistati ha dichiarato di non aver sporto denuncia perché il danno economico era contenuto. Il 22,9% ha rinunciato perché convinto di non poter recuperare il denaro perso.
Motivazioni di natura personale emergono in altri casi: il 20% ha ammesso di aver evitato la denuncia per vergogna, sentendosi ingenuo per essere caduto nel tranello, mentre il 14,3% ha preferito non parlarne per non coinvolgere i familiari.
Questi dati offrono uno spaccato sul fenomeno delle frodi digitali legate alle carte elettroniche in Italia, evidenziando non solo l’ampiezza del problema, ma anche la complessità delle dinamiche psicologiche e sociali che spesso impediscono alle vittime di reagire con prontezza.