Il tumore al polmone rappresenta una delle principali cause di morte oncologica in Italia, con 34.000 nuovi decessi all’anno. La sua scoperta in stadi avanzati è comune, con una sopravvivenza a 5 anni inferiore al 10%. Questi dati emergono da un sondaggio promosso da Roche Italia, evidenziando la necessità di intensificare gli sforzi nella prevenzione e nel rilevamento precoce della malattia.
La conferenza stampa tenutasi a Roma ha approfondito il tema, sottolineando l’importanza di coinvolgere sempre più persone nei programmi di screening. Attualmente, il programma pilota R.I.S.P. (rete italiana screening polmone) del Ministero della Salute coinvolge 18 centri sul territorio, mirando a reclutare 10.000 soggetti ad alto rischio attraverso una TAC a basso dosaggio senza contrasto.
L’indagine condotta da Roche Italia ha evidenziato che, rispetto ad altre patologie, c’è una minore conoscenza del tumore al polmone e delle modalità diagnostiche. Le barriere informative, di accesso e quelle psicologiche sono sfide da affrontare. Le persone intervistate hanno segnalato lacune nelle informazioni fornite dai medici e dai media, e la presenza di timori legati alla percezione del tumore al polmone come una malattia incurabile.
Il Prof.ssa Giulia Veronesi, Direttrice del Programma di Chirurgia Robotica Toracica presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele, ha sottolineato l’importanza di controlli regolari per i fumatori, affermando che la prevenzione è fondamentale per giocare d’anticipo sulla malattia. La Prof.ssa Veronesi ha anche evidenziato che, quando diagnosticato precocemente attraverso lo screening, il tumore al polmone è curabile, con tassi di sopravvivenza a 5 anni intorno all’80%.
L’indagine “screening fobia e leve per favorire l’accesso allo screening” ha identificato alcune sfide psicologiche ed emotive, derivanti dallo stigma associato al tumore al polmone e al fumo. La mancanza di consapevolezza sulla diagnosi precoce e la scarsa informazione sui programmi di screening sono ulteriori ostacoli. Le preoccupazioni riguardo all’invasività, al dolore e alla presunta inutilità dello screening sono state anch’esse evidenziate, insieme a timori legati all’accesso complesso e costoso.
Per superare queste sfide, l’indagine suggerisce l’implementazione di una campagna informativa che si concentri sui benefici dello screening in termini di diagnosi e trattamento precoci. Inoltre, è cruciale agire sulle barriere legate all’accesso, fornendo indicazioni chiare e precise sui percorsi e sulle modalità di prenotazione.
Durante la conferenza, è emerso l’impegno condiviso di diversi attori, tra cui la comunità scientifica, le Associazioni di Pazienti, le istituzioni e l’industria farmaceutica, nel migliorare l’accesso allo screening polmonare. Il dibattito ha sottolineato l’importanza di investimenti significativi in ricerca e di considerare l’accesso allo screening e alla diagnosi precoce come un atto di responsabilità prioritario per garantire un futuro più sano.
In conclusione, l’evento ha posto l’accento sulla necessità di una maggiore consapevolezza, informazione e accesso per contrastare il tumore al polmone, un impegno cruciale per migliorare la vita dei pazienti e ridurre l’impatto socioeconomico della malattia.
