(Adnkronos) – Lo screening mammografico sta per cambiare volto. Grazie alle risorse previste nella nuova Manovra economica, il programma di prevenzione potrà diventare più equo su tutto il territorio nazionale ed essere esteso anche alle fasce d’età oggi ancora escluse in molte Regioni. Una svolta attesa da tempo dalle associazioni di pazienti, che da anni chiedono un accesso più ampio e uniforme alla prevenzione. A confermarlo, il Policy Brief di Europa Donna Italia, ‘Benefici e impatto dell’allargamento dell’età dello screening mammografico’, presentato oggi alle istituzioni nel corso di un incontro a cui hanno partecipato le senatrici Raffaella Paita ed Elisa Pirro e gli onorevoli Enzo Amich, Simona Loizzo e Ilenia Malavasi.
“Abbiamo realizzato questo secondo Quaderno di Policy Brief – afferma Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia – con l’obiettivo di proporre interventi nazionali, regionali e strategie comunicative capaci di migliorare l’adesione ai programmi di screening mammografico organizzato. La prima richiesta che formuliamo nel documento è proprio l’estensione uniforme della fascia di età, dai 45 ai 74 anni, in tutte le Regioni. Per coinvolgere la società civile su questo tema, abbiamo lanciato la campagna social ‘La fortuna costa, la sfortuna di più’, che ad oggi ha raccolto oltre 2.500 adesioni: cittadine comuni, pazienti ed ex pazienti, rappresentanti della comunità medico-scientifica, delle istituzioni e dei media, l’hanno sottoscritta per chiedere che i due milioni di donne, oggi escluse per età dal programma di screening mammografico, possano finalmente accedervi”.
“Lo stanziamento specifico previsto dalla Manovra di Bilancio appena approvata dal Consiglio dei ministri per l’estensione della fascia di età dello screening mammografico – sottolinea l’onorevole Amich – rappresenta un passo concreto e fondamentale che il Parlamento dovrà confermare con tenacia e che consentirà di uniformare l’accesso su tutto il territorio nazionale, superando le attuali disparità regionali e consolidando la prevenzione oncologica come pilastro della salute pubblica”.
“Tra i tumori femminili, quello al seno è al primo posto per incidenza e mortalità nel nostro Paese. Ma se viene intercettato agli esordi – evidenzia Paola Mantellini, direttrice dell’Osservatorio Nazionale Screening – tutto cambia: si può curare con terapie meno invasive e più efficaci, interventi chirurgici più conservativi e la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi in Italia supera ormai il 90%. Per questo lo screening rappresenta una misura salvavita, e l’estensione della sua fascia di età è cruciale. Riteniamo importante introdurre l’ampliamento dell’età nei Livelli Essenziali di Assistenza, facilitando così l’estensione anche nelle Regioni soggette ai piani di rientro”.
Nel nostro Paese – informa l’associazione in una nota – attualmente, sono 6 le Regioni che hanno adottato la piena estensione della fascia di età dello screening mammografico, dai 45 ai 74 anni. In tutte le altre l’ampliamento è solo parziale o del tutto assente e lo screening resta quindi limitato alle donne tra i 50 e i 69 anni. “Sono disparità che non fanno bene alla salute delle donne – dichiara Corrado Tinterri, coordinatore del Comitato tecnico scientifico di Europa Donna Italia – Oggi il 40% delle pazienti con diagnosi di tumore al seno ha meno di 50 anni: molte di loro restano escluse dai programmi di screening. Eppure, già dal 2017 le Linee guida europee raccomandano di estendere la fascia di età dai 45 ai 74 anni. È il momento di dare una risposta uniforme a queste indicazioni”.
“Esprimiamo il nostro sentito ringraziamento al Governo – conclude D’Antona – per aver recepito le richieste che portiamo avanti con determinazione da tempo. Un ringraziamento particolare va ai membri dell’Alleanza Europa Donna Parlamento e a tutte le parlamentari e i parlamentari, di ogni schieramento politico, che si sono attivamente impegnati in ambito istituzionale per promuovere la causa della prevenzione del tumore al seno, sostenendo e portando avanti le nostre istanze. Insieme alle 185 associazioni di pazienti della nostra rete, auspichiamo ora che la ripartizione dei fondi garantisca risorse adeguate per l’estensione dello screening mammografico, affinché venga realmente assicurato a tutte le donne tra i 45 e i 74 anni, in ogni Regione, superando le attuali disomogeneità territoriali”.































