La cocaina rosa è una nuova sostanza stupefacente che sta preoccupando le autorità italiane. Nonostante venga chiamata così, questa droga ha ben poco a che vedere con la cocaina tradizionale. Si tratta infatti di una fenetilamina di laboratorio (2C-B), una sostanza chimica che, in alcuni casi, viene colorata di rosa con l’aggiunta di coloranti alimentari per renderla più attrattiva.
Si “sniffa” come la cocaina, ma la sua composizione chimica differisce notevolmente dalla classica polvere bianca. Il suo costo elevato, che può arrivare fino a 400 euro al grammo, l’ha resa uno status symbol per consumatori facoltosi, un segnale preoccupante di come le droghe stiano diventando strumenti di distinzione sociale.
Il 21 settembre, a Cagliari, i carabinieri hanno effettuato il primo sequestro di cocaina rosa in Sardegna, arrestando un 28enne già noto alle forze dell’ordine per produzione e spaccio di droga. L’uomo è stato fermato all’uscita della sua abitazione con la sostanza nascosta in una bomboletta spray modificata. La successiva perquisizione ha portato al ritrovamento di 80 grammi di Mdma, 35 grammi di cocaina rosa e oltre 6.000 euro in contanti, ritenuti proventi dell’attività illecita. Questo episodio segna un punto di svolta nella lotta contro le droghe sintetiche nell’isola, fino a quel momento relativamente estranea alla diffusione della cocaina rosa.
Tuttavia, il fenomeno ha radici più profonde in altre città italiane, in particolare a Roma, dove la cocaina rosa ha preso piede in alcuni quartieri benestanti come Parioli, Salario-Trieste e piazza Bologna. Secondo le ultime indagini della Polizia di Stato, questi luoghi rappresentano punti caldi per lo spaccio della sostanza, che coinvolge non solo adulti ma anche giovani e giovanissimi, spesso minorenni. Gli agenti in borghese stanno monitorando le aree esterne di bar e discoteche da settimane, rivelando come la droga sia consegnata in modo creativo, nascosta in lampade di sale che possono contenere fino a 500 grammi di cocaina rosa.
La situazione è allarmante, soprattutto per l’impatto sui giovani. Antonio Bolognese, responsabile della Commissione per lo studio e la prevenzione delle dipendenze dell’Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Roma, ha sottolineato gli effetti devastanti di questa sostanza. “Ha una precoce attività sul cervello, creando una sensazione immediata di piacere e si elimina rapidamente, ma può portare a dipendenza e stati psicotici”, ha spiegato Bolognese. Questo rende la cocaina rosa particolarmente pericolosa, soprattutto tra i consumatori più giovani che possono essere attratti dalla sua immagine di lusso.
Per contrastare il fenomeno, l’Ordine dei Medici di Roma, in collaborazione con l’Associazione Ets Osservatorio sulle Dipendenze e grazie al supporto della Fondazione Roma, ha avviato una campagna di sensibilizzazione nelle scuole e nei centri sportivi della capitale. L’iniziativa mira a prevenire l’uso di droghe tra i giovani attraverso la “peer education”, un metodo che si basa sull’educazione tra pari. “Facciamo incontri con piccoli gruppi di studenti, dando loro informazioni che poi trasmettono ai compagni. Questo metodo si è dimostrato molto efficace, con un miglioramento delle conoscenze del 70%”, ha raccontato Bolognese.
