Elisabetta Belloni, prima donna a capo dei servizi segreti italiani

“Ho dovuto dimostrare che potevo farcela e ho dovuto impegnarmi forse un po’ più dei miei colleghi uomini”

Quando si prova ad immaginare la persona a capo dei servizi segreti, a causa di un cliché, viene probabilmente subito in mente una figura maschile. Ma anche nel nostro Paese le donne che ricoprono cariche direttive in dipartimenti pubblici o in aziende private sono in grande aumento e finalmente sta iniziando ad avvertirsi un cambio di rotta. Uno di questi esempi è dato dall’ambasciatrice Elisabetta Belloni, la prima donna alla guida dell’intelligence italiana.

È stata nominata dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, Direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis). Prenderà il posto del prefetto Gennaro Vecchione, che era stato incaricato dal premier Conte nel 2018. Il presidente Draghi ha informato anticipatamente della sua decisione Raffaele Volpi, presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), e ha espresso gratitudine nei confronti di Vecchione per l’impegno posto a garanzia della sicurezza dello Stato e delle istituzioni. Ettore Sequi sostituirà invece Belloni nel ruolo di segretario generale della Farnesina.

Belloni, nata a Roma nel 1958, è stata un’apripista fin da quando era ragazza. Fu la prima studentessa a essere ammessa all’Istituto Massimiliano Massimo dei Gesuiti della Capitale, scuola che fino a quel momento era stata frequentata esclusivamente da studenti di sesso maschile e che frequentò anche Mario Draghi. Il suo curriculum è notevole e invidiabile: laureata con lode in scienze politiche alla Luiss nel 1982 con una tesi in tecnica del negoziato internazionale, ha iniziato la carriera diplomatica nel 1985, ricoprendo mandati anche a Vienna e Bratislava. Parla ben quattro lingue (inglese, tedesco, francese e spagnolo) e nel 2004, anche in questo caso prima donna a ricoprire tale incarico, viene eletta a capo dell’Unità di crisi della Farnesina. In quell’occasione si è prodigata nella gestione di varie emergenze, tra cui i rapimenti di italiani in Iraq e in Afghanistan e lo tsunami nel sud est asiatico, collaborando con gli 007 e diventando punto di riferimento per le famiglie italiane colpite.

Dal 2008 al 2012 è direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo. Dal 2013 al 2015 è, invece, assegnataria del ruolo di direttore generale per le Risorse e l’Innovazione. Dopo essere stata promossa ambasciatore di grado, nel 2015 è stata capo gabinetto del ministro degli Esteri, Gentiloni. Dal 2016 era la prima donna a ricoprire la carica di segretario generale della Farnesina. Più volte negli anni il suo nome era circolato come ministro degli Esteri, come capo Dis e anche tra i candidati premier di Mattarella nel 2018. Ora dovrà coordinare le due agenzie operative dei servizi segreti e si raffronterà con Franco Gabrielli, autorità delegata. Per la nomina al vertice dell’intelligence ha pesato in maniera decisiva la sua ricca esperienza e carriera in ambito diplomatico.

Per l’assunzione di incarichi che comportano una forte responsabilità anche individuale, le donne sono particolarmente idonee perché hanno quasi per natura una propensione alla decisione senza tentennamenti e all’assunzione di responsabilità anche quando ciò comporta dei rischi personali.”, aveva dichiarato nel corso di un’intervista nel 2010. “Ho dovuto dimostrare che potevo farcela e ho dovuto impegnarmi forse un po’ più dei miei colleghi uomini. D’altra parte, non viviamo in una società che consente alla donna di fare carriera senza dover rinunciare a un po’ della sua femminilità, al suo modo di essere, alla sua famiglia, alle sue esigenze”.

Si respira dunque aria nuova all’interno dei servizi segreti grazie alla nuova incaricata e ai compiti innovativi che porterà avanti. Uno di questi è porre fine ai conflitti interni ai servizi segreti. Come spiega “La Stampa”, il primo problema a cui cercherà di venire a capo sarà di “riprendere le redini di un servizio dove la guerra per cordate non ha mai portato nulla di buono. Così si danno già in uscita un gruppo di 007 che sono stati portati al Dis da Vecchione, considerati, a torto o a ragione, troppo legati al vecchio assetto”. Per questo motivo sembra essere sempre più incerta anche la poltrona di Mancini, l’attuale incaricato di vigilanza sull’uso dei fondi riservati, sul quale il Copasir ha deciso di aprire un’indagine interna riguardo la vicenda del suo incontro in autogrill con Renzi.

Altra missione della quale dovrà occuparsi Elisabetta Belloni riguarda la cyber-security. Oggi il Bel Paese è infatti chiamato ad aggiornarsi per rispondere meglio alle nuove emergenze, tra cui la propaganda terroristica telematica e le fake news.

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