(Adnkronos) – Donald Trump spaventa il Venezuela e Nicolas Maduro. Un gruppo d’attacco della Marina statunitense, guidato dalla portaerei Uss Gerald R. Ford, è arrivato nell’area di responsabilità del Comando Navale Sud degli Stati Uniti, comprendente America Latina e Caraibi. La sua missione in chiave anti-narcos, ordinata quasi tre settimane fa, ha intensificato la presenza militare nella regione. Timori in Venezuela, con il governo del presidente Maduro che teme un possibile conflitto su larga scalte e che l’operazione sia in realtà uno stratagemma per far cadere il suo leader.
In questo quadro, spicca la decisione di Londra che segna una sorprendente presa di distanza dalle decisioni di Trump. Il Regno Unito ha parzialmente sospeso la cooperazione d’intelligence con gli Stati Uniti sui presunti traffici di droga nei Caraibi, a causa delle preoccupazioni suscitate dalle già oltre 20 operazioni condotte da Washington contro le imbarcazioni sospette. Secondo quanto riportato dalla Cnn, Londra teme che le proprie informazioni possano essere usate per individuare obiettivi di attacchi che potrebbero costituire “esecuzioni extragiudiziali”, come denunciato anche dall’Alto commissario Onu per i diritti umani Volker Turk.
Da Downing Street non è arrivata alcuna smentita. “Non commentiamo questioni di sicurezza o intelligence”, ha dichiarato un portavoce, aggiungendo che “gli Stati Uniti restano il nostro partner più stretto in materia di difesa e sicurezza, ma le decisioni su queste operazioni spettano a loro”. Le rivelazioni rischiano di creare imbarazzo in vista dell’incontro tra la ministra degli Esteri britannica Yvette Cooper e il segretario di Stato americano Marco Rubio, previsto per domani al vertice G7 dei ministri degli Esteri in Canada.
Le autorità panamensi hanno annunciato nel frattempo un ingente sequestro di cocaina diretta negli Stati Uniti su un traghetto nel Pacifico, sullo sfondo di una spinta militare da parte di Washington per contrastare il traffico di droga proveniente dall’America Latina. Il procuratore Julio Villareal ha dichiarato alla stampa che circa 12 tonnellate di droga, “in questo caso cocaina”, sono state sequestrate in un’operazione avvenuta ieri, che ha portato all’arresto di 10 persone. È stato uno dei più grandi sequestri di questo tipo nelle acque panamensi, ha aggiunto.
Panama è un punto di transito per la cocaina proveniente dal Sud America, principalmente dalla Colombia, destinata agli Stati Uniti, il più grande consumatore al mondo. Villareal ha affermato che venezuelani, ecuadoriani e nicaraguensi erano tra i detenuti sul traghetto, partito dalla Colombia. Nel 2023 il Paese centroamericano ha sequestrato un totale di 119 tonnellate di droga.
In generale, i Paesi latinoamericani si stanno dimostrando desiderosi di mostrare i rispettivi sforzi di contrasto al narcotraffico, a fronte della campagna militare Usa contro presunte imbarcazioni che trasportano droga, che finora ha causato almeno 76 vittime nei Caraibi e nel Pacifico. Washington ha affermato che il suo dispiegamento militare nella regione fa parte di una campagna antidroga, ma il Venezuela in particolare teme che sia uno stratagemma per far cadere il suo leader, Nicolas Maduro.
Il Venezuela nelle scorse settimane avrebbe cercato la sponda di Mosca. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha categoricamente smentito qualsiasi richiesta da parte dei Caracas di assistenza militare o di dispiegamento di armamenti russi sul territorio venezuelano, secondo quanto riporta la Tass. La Federazione Russa, ha precisato Lavrov, è pienamente disposta a operare nel rigoroso rispetto degli obblighi reciproci sanciti dall’accordo esistente con il Venezuela, definito un partner strategico globale e un paese amico.
Un accordo di partenariato strategico è stato formalizzato nel mese di maggio, in concomitanza con la visita ufficiale di Maduro a Mosca. L’intesa sancisce la necessità di un’approfondita cooperazione in ambito di sicurezza, estesa anche alla sfera tecnico-militare. La Russia, secondo Lavrov, si impegna quindi a osservare scrupolosamente le disposizioni contenute nel suddetto accordo.
































