Le forze dell’ordine, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, devono avere a disposizione gli strumenti migliori per poter svolgere in sicurezza il loro lavoro, che consiste fondamentalmente nel difendere in modo adeguato il popolo italiano.
Tuttavia, solo nel 2021, gli agenti a lavoro sulle strade hanno subito 2655 aggressioni fisiche. Questo ha portato i sindacati di polizia a chiedere, con ancora più forza, l’introduzione di un altro strumento, oltre ai dispositivi già in dotazione delle forze di pubblica sicurezza, il taser.
Il taser è una pistola ad impulsi elettrici che fu creata dal fisico statunitense Jack Clover nel 1969. Si tratta di un’arma non letale che, una volta azionata, spara due elettrodi posti su dei piccoli dardi, collegati all’arma da fili elettrici, che trasmettono al bersaglio una scarica elettrica ad alta tensione, della durata di circa 5 secondi, in modo da immobilizzarlo.
“Taser” è l’acronimo di “Thomas A. Swift’s Electric Rifle”, ovvero “Fucile elettrico di Thomas A. Swift”, nome che deriva da un romanzo per ragazzi risalente al 1911, “Tom Swift and his Electric Rifle”. Questo marchio è stato registrato dalla Axon, l’azienda americana di produzione e distribuzione di pistole taser, precedentemente nota come TASER International.
Dopo un intenso periodo di formazione del personale, in modo da garantirne l’utilizzo in sicurezza, a partire dallo scorso 14 marzo, 4482 esemplari di taser modello X2 sono progressivamente entrati nella disponibilità delle forze dell’ordine di 14 città metropolitane, tra cui Cagliari, e 4 capoluoghi di provincia, come era stato annunciato dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che aveva dichiarato: “Un passo importante per ridurre i rischi per l’incolumità del personale impegnato nelle attività di prevenzione e controllo del territorio”.
Nel capoluogo sardo la pistola elettrica è a disposizione di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza dallo scorso 28 marzo, giornata in cui i carabinieri l’hanno dovuta subito utilizzare nei confronti di un giovane straniero che, dopo aver cercato di creare il panico nelle strade dell’hinterland a bordo di un’auto, una volta fermato ha cercato di aggredire i militari che lo hanno potuto bloccare proprio grazie al taser.
In realtà della sperimentazione del taser in Italia si parlava già dal 2014 con l’allora Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, grazie all’approvazione di un emendamento al decreto legge 119/2014 sulla sicurezza negli stadi che portò poi a realizzare gli effettivi test nel 2018, in ben 11 città, con l’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Prova durante la quale le pistole elettriche avevano presentato problemi e malfunzionamenti, tanto da non superare i test balistici e portare il Ministero ad ordinarne, a luglio del 2020, l’immediato ritiro. Tuttavia, a seguito dell’opposizione a questa decisione presentata dalla Axon, che aveva chiesto la ripetizione dei test, già aderenti alle specifiche tecniche richieste dal bando di gara prima delle forniture, un anno dopo, nel luglio del 2021, il Governo italiano ha proceduto all’acquisto di questi strumenti.

Ciononostante, continuano a rimanere dubbi e perplessità.
Anche se considerata un’arma di persuasione non letale, sulla pericolosità del taser si sono espressi attivisti, associazioni, medici e giornalisti.
Già nel 2003 l’ONU giudicava la pistola elettrica uno strumento di tortura, e secondo l’Associazione Antigone, che ha riportato i dati di un‘indagine condotta da Amnesty International e Reuters, dal 2000, anno della sua introduzione, sarebbero oltre 1000 le persone morte negli Stati Uniti dopo essere state colpite con un taser che, in oltre 150 di questi casi, pare sia stata l’unica causa di morte. Nel 2015 Guardian aveva classificato 47 decessi su 957 come collegati all’uso di questo dispositivo. Tra tutti, il caso che aveva suscitato più clamore era stato quello di Israel Hernandez, un giovane diciottenne che morì a Miami nel 2013 dopo essere stato colpito con la pistola elettrica da un poliziotto che cercava di arrestarlo perché stava disegnando graffiti su un muro.
Sono diversi gli studi medici che hanno certificato che l’uso della pistola elettrica può comportare un rischio, anche mortale, soprattutto se usata su persone con precedenti disturbi neurologici oppure cardiaci, per la possibile interferenza con i pacemaker. La stessa azienda americana Axon è stata costretta ad ammettere l’esistenza di un rischio di morte che si può verificare nello 0,25% dei casi.
Sull’attuale utilizzo del taser in Italia Laura Renzi, Campaign manager Amnesty International Italia, ha affermato: “Il rischio zero non esiste, in particolare con un’arma che ha già causato la morte in altri Paesi. La preoccupazione è che vengano usate come armi di routine, per far rispettare la legge in assenza di una minaccia di lesioni gravi o di morte, dunque in modo non conforme agli standard internazionali sui diritti umani”.
È comunque importante sottolineare che nel nostro ordinamento l’uso della forza da parte delle forze di sicurezza non avviene di certo con facilità, essendo rigidamente subordinata al verificarsi di determinate condizioni, solo in presenza delle quali possono essere autorizzate a ricorrere all’uso di tali armi di difesa. Di conseguenza, il taser può essere utilizzato, in modo adeguato e con professionalità, solo come strumento di difesa, e non di offesa, per rendere dunque le persone inoffensive, evitando situazioni di rischio per la salute delle persone coinvolte e di coloro che, trovandosi nelle immediate vicinanze, potrebbero rimanere inavvertitamente colpite.
Nel prossimo mese di maggio, l’uso dalla pistola elettrica da parte delle forze dell’ordine verrà esteso a tutto il territorio nazionale.