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Truffe agli anziani, quali sono le più comuni e come difendersi

di Redazione
2 Agosto 2025
in Italia & Mondo
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(Adnkronos) – Dal fantomatico tecnico della luce che suona alla porta, fino al sedicente direttore dell’ufficio postale che si premura che sia stata ritirata tutta la pensione, per arrivare al finto poliziotto in divisa che avverte dell’incidente del nipote, di cui magari arriva anche una telefonata con la voce riprodotta dall’intelligenza artificiale: sono tante e ben congegnate le truffe agli anziani, ancor più a rischio d’estate, quando i parenti e i vicini di casa sono via per le ferie e magari c’è un sostituto del badante. 

Il modo per difendersi, però, esiste e passa innanzitutto da conoscenza dei rischi e buon senso, non solo degli anziani, ma anche di tutti quelli che gravitano loro intorno, chiamati a “fare rete” per proteggere chi è più esposto. Ne abbiamo parlato con il vice questore aggiunto Graziella Currò, che da portavoce del questore di Milano è impegnata in questo periodo in un tour di incontri di sensibilizzazione nel capoluogo lombardo e nell’hinterland, nell’ambito della campagna anti-truffe ‘Più sicuri insieme’, lanciata dalla Polizia di Stato in vista dell’estate. 

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“Lavoriamo innanzitutto sulla prevenzione, perché la truffa è un reato subdolo, di cui chiunque può cadere vittima. Il truffatore infatti non è un delinquente di turno, è preparato, veste e parla bene. Agisce di giorno, spesso con un complice. Conosce benissimo la sua vittima, sa come si chiamano figli e nipoti; ne monitora i movimenti prima, quindi sa dove va a fare la spesa e a ritirare la pensione. Quando si presenta all’anziano, con artifici e raggiri crea un clima a lui familiare, per guadagnarsene la fiducia e farlo sentire tranquillo”. 

Questo è lo schema generale. Il ‘modus operandi’ poi cambia a seconda della tipologia di truffe agli anziani: truffe in casa, truffe al telefono e truffe in strada.  

TRUFFE AGLI ANZIANI SOLI IN CASA, DAL FINTO CARABINIERE AL CONTROLLO CALDAIA 

La casa è uno dei luoghi prediletti dai malintenzionati per mettere a segno le truffe agli anziani, soprattutto quando sono soli in casa, come spesso accade d’estate. I truffatori agiscono di giorno, spesso in coppia. Lo fanno semplicemente suonando alla porta e presentandosi chi come un poliziotto o un carabiniere in divisa; chi come un tecnico di luce, gas o telefono; chi come un incaricato della banca; che come un amico di figli e nipoti; chi ancora offrendo convenienti abbonamenti a riviste con pagamento immediato o chiedendo un’offerta libera per un’associazione del terzo settore; chi addirittura come prete, con tanto di tunica, venuto a benedire la casa. Il consiglio è in tutti i casi lo stesso: non far entrare sconosciuti quando si è soli in casa. Lasciarli sul pianerottolo e prendere tempo, chiamando un parente, un amico, un vicino di casa o il numero unico emergenza 112. Spesso la diffidenza iniziale è sufficiente al truffatore per desistere e allontanarsi. 

Per le singole tipologie di truffe agli anziani in casa ci sono ulteriori accorgimenti utili da sapere. 

– La truffa del finto carabiniere o finto poliziotto. “Sono pochi – avverte la dottoressa Currò – i casi in cui le forze dell’ordine si presentano in casa a notificare un atto. Se c’è un’emergenza nel palazzo, arrivano più volanti, non due agenti soli, come spesso fanno quelli che indossano la finta divisa. E soprattutto: mai e poi mai i veri carabinieri e i veri poliziotti chiederebbero ai cittadini denaro in contante o gioielli”.  

– La truffa del finto tecnico. A meno che non si sia concordato un appuntamento con un idraulico, un elettricista o un tecnico del telefono, bisogna diffidare dei professionisti che bussano alla porta e chiamare subito qualcuno, dal custode al vicino di casa. Spesso i finti tecnici raccontano di essere stati contattati dall’amministratore di condominio (di cui magari fanno anche il nome), con cui hanno concordato dei controlli nel palazzo. Attenzione, però: “Nei condomini i controlli agli impianti devono essere preavvisati in anticipo, con indicazione di giorno e orario. E questi avvisi – raccomanda la portavoce del questore di Milano – devono essere affissi all’interno dei palazzi e non visibili dall’esterno, altrimenti qualcuno potrebbe approfittarne per mettere a segno una facile truffa”.  

Per prevenire le truffe del finto tecnico inviato dal condominio, la dottoressa Currò suggerisce anche di approfittare delle nuove tecnologie: “Le chat condominiali sono un supporto molto utile. Si possono condividere le informazioni tra vicini e avvertirli se qualcuno ha suonato alla porta per il controllo di un impianto”. 

– La truffa del finto prete o l’offerta ‘imperdibile’. Come nel caso dei controlli agli impianti, anche le benedizioni dei preti vengono preavvisate. Quindi se uno sconosciuto in tunica suona alla porta, non bisogna fidarsi. Stesso vale per sedicenti volontari di Onlus che chiedono un’offerta libera a sostegno delle loro iniziative benefiche e per rappresentanti di riviste, di cui offrono uno ‘scontatissimo’ abbonamento con pagamento anticipato. “Meglio perdere un’occasione che si può rivelare una truffa che subire una truffa, anche perché purtroppo gli anziani molto più del danno economico accusano quello morale e, sentendosi ‘fregati’, si buttano giù”, osserva il vice questore aggiunto. 

TRUFFE AGLI ANZIANI IN STRADA, ATTENZIONE QUANDO SI RITIRA LA PENSIONE 

Abituati a usare i contanti e più lenti a reagire, gli anziani rischiano di restare vittime di truffa anche in strada. La situazione più rischiosa è quando vanno a ritirare la pensione all’ufficio postale o in banca o a fare un prelievo allo sportello Atm. In questi casi – raccomanda la dottoressa Currò – “è bene non andare soli, ma farsi accompagnare da un parente o da qualcuno di fidato”.  

– La truffa del finto direttore. “Signora ha dimenticato l’ombrello”, “Aspetti, non le abbiamo consegnato tutti i soldi della pensione”, “Mi manca una firma sulla ricevuta di prelievo”: sono alcune delle scuse con cui finti direttori, vestiti di tutto punto in giacca e cravatta, usano per rincorrere gli anziani all’uscita di banche e uffici postali. A quel punto, con un complice che a poca distanza fa da palo, ne approfittano per derubarli del denaro appena ritirato.  

– Attenzione al portafogli. “I truffatori spesso monitorano le loro vittime, conoscono le loro abitudini e dove vanno a fare la spesa”, spiega la portavoce del questore di Milano. E così, magari i malintenzionati si appostano fuori dal negozio di quartiere e quando l’anziano esce, con le buste e il portafogli ancora in vista, lo approcciano chiedendo un’informazione stradale. Non appena la vittima è distratta, allungano la mano, la derubano e scappano, coperte dal solito complice che fa da palo. Il consiglio della polizia è tassativo: “Prima di uscire dai negozi, mettere il portafogli nella borsa e chiudere la cerniera”. 

TRUFFE TELEFONICHE TRA SPOOFING E INTELLIGENZA ARTIFICIALE 

Le truffe telefoniche possono colpire tutti, a prescindere da età e grado di istruzione, soprattutto ora che con l’intelligenza artificiale le voci di parenti e amici possono essere registrare e riprodotte e i numeri di telefono falsificati con la tecnica dello ‘spoofing’. E così anche gli anziani, ormai tutti dotati di telefono cellulare, potrebbero visualizzare il numero della Questura o della banca, dietro a cui si mascherano però le utenze dei truffatori. 

– La truffa del finto incidente. E’ un grande classico, diventato oggi ancor più insidioso: si riceve una telefonata di un sedicente amico di un parente, che racconta come questi sia rimasto coinvolto in un incidente. Al giorno d’oggi – grazie alla manipolazione vocale consentita dalla Ia – può addirittura passartelo rapidamente al telefono. “Se pago subito i danni, non mi denunciano. Mi servono contanti, ti mando un amico a prenderli”. E così poco dopo in casa bussa il finto amico, che dopo aver prelevato denaro e qualsiasi oggetto di valore, si allontana. Il consiglio è di chiamare direttamente il parente e in ogni caso non consegnare soldi agli sconosciuti. Stesso vale nella variante del finto incidente con richiesta di un bonifico.  

– Attenzione a Pin e credenziali. Grazie allo ‘spoofing’ oggi si rischia di ricevere telefonate da numeri che simulano quello della banca. Il finto impiegato avverte di un problema, magari la clonazione del conto, per cui si rischia di perdere molti soldi se non si corre subito ai ripari, spostando il denaro tramite bonifico verso un ‘conto provvisorio sicuro’. In questi casi, la prudenza non è mai troppa e il consiglio è di mantenere i nervi saldi e non agire d’impulso. In ogni caso “mai, mai condividere con altre persone pin di bancomat e carte o credenziali di accesso”, raccomanda la dottoressa Currò. 

TRUFFE AGLI ANZIANI, CI SI DIFENDE STANDO INSIEME 

La campagna di sensibilizzazione e prevenzione delle truffe agli anziani ‘Più sicuri insieme’, lanciata dalla Polizia di Stato, si rivolge non solo alle potenziali vittime, ma anche ai familiari e ai vicini di casa, per contribuire tutti, attraverso la prevenzione, a creare luoghi sicuri e una rete di protezione attiva e consapevole, ricordando sempre, quando ci si trova in pericolo, di chiamare il numero unico emergenza 112.  

“Se il vicino di casa si ricorda di scambiare due chiacchiere o di offrire un caffè all’anziano che vive nel suo palazzo, magari questo, quando un finto tecnico busserà alla sua porta, si ricorderà di non essere solo e lo andrà a chiamare”, spiega la dottoressa Currò. La raccomandazione è quella di “non lasciare gli anziani da soli, anche se sono loro stessi – magari per orgoglio – a chiederlo”. E qui il messaggio è diretto alle potenziali vittime: “La truffa è un reato subdolo, può capitare a tutti di venire ingannati. Non bisogna vergognarsi a chiedere aiuto e, se ne si subisce una, bisogna denunciare”.  

TRUFFE AGLI ANZIANI, SEGNALARE IL PERICOLO CON ‘YOU-POL’ 

Se uno sconosciuto, un finto tecnico o un finto carabiniere, ha bussato alla porta di casa o con una scusa è riuscito a entrare, l’anziano potrebbe sentirsi a disagio o in pericolo a chiamare aiuto davanti al potenziale truffatore. Per queste situazioni c’è uno strumento molto utile, che consente di chiedere aiuto con discrezione e in modo immediato: è l’app ‘YouPol’ della Polizia di Stato. “E’ molto facile da usare, permette anche di mandare le foto o di aprire una chat in tempo reale. L’operatore a quel punto può contattare il richiedere e se non riesce a farlo, grazie al rilevatore satellitare, può inviare aiuto sul posto”, spiega la portavoce del questore di Milano.

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