A Cagliari Plissé Semper Plissé: otto millenni di pieghe tra archeologia, arte e moda

Un percorso espositivo alla Cittadella dei Musei mette in dialogo archeologia, tessuti e alta moda, dal Neolitico ai grandi couturier del Novecento

Dettaglio costume femminile di Fonni. Foto di Francesco Merella

Dettaglio costume femminile di Fonni. Foto di Francesco Merella

Favorire il dialogo tra archeologia, arte, moda, artigianato e costume, valorizzando le collezioni pubbliche sarde all’interno di un contesto internazionale. È questo il cuore del progetto “Plissé Semper Plissé”, un’iniziativa che invita a leggere la storia della cultura materiale attraverso la lente delle pieghe tessili, intese come segno estetico, linguistico e simbolico.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra l’Assessorato regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, i Musei Nazionali di Cagliari e l’Istituto Superiore Regionale Etnografico, nell’ambito delle rispettive programmazioni istituzionali. La presentazione ufficiale è prevista per martedì 2 dicembre, nella Sala Retabli della Cittadella dei Musei di Cagliari, mentre il percorso espositivo si articolerà negli spazi del Museo Archeologico Nazionale, della Pinacoteca Nazionale e del Museo Etnografico Regionale Collezione Luigi Cocco.

Ideato dal costumista e storico del costume Alessandro Lai, il progetto è curato insieme a Maria Antonietta Mongiu, Francesco Muscolino, Anna Paola Mura e Antonella Giglio. Alla realizzazione partecipano anche docenti dell’Università di Cagliari, studiosi e funzionari dell’Assessorato, dell’ISRE, dei Musei nazionali e dell’Archivio di Stato.

“Plissé Semper Plissé” esplora le origini e l’evoluzione del plissé, una tecnica di piegatura delle fibre vegetali e animali che rappresenta uno dei primi esempi di elaborazione estetica in opposizione all’essenzialità della linea. La pratica del piegare attraversa la storia del Mediterraneo e della Sardegna, costituendo un filo conduttore che ne lega le civiltà e gli stili di produzione, dai manufatti neolitici fino ai tessuti contemporanei.

Il progetto propone un itinerario diacronico che si sviluppa attraverso otto millenni di storia: dal Neolitico all’Età del Bronzo, dall’arte greca e romana alla cultura bizantina, araba e spagnola, fino alla modernità. Il plissé diventa così un linguaggio universale che attraversa epoche e contesti, intrecciando reperti archeologici, opere d’arte, oggetti d’artigianato, costumi teatrali e cinematografici, creazioni d’alta moda.

La sezione espositiva si avvale di prestiti di eccezionale valore provenienti da istituzioni e archivi internazionali come la Fondazione Cappucci, l’Archivio Max Mara, la Fondazione Tirelli, la Modateca Deanna e gli Archivi Mazzini. Tra i pezzi più significativi, il costume originale realizzato da Piero Tosi per Maria Callas nel film “Medea” di Pier Paolo Pasolini, esposto anche come omaggio all’autore nel cinquantesimo anniversario della sua scomparsa.

La Sardegna è rappresentata da tre stilisti di riconosciuto valore – Angelo Figus, Antonio Marras e Luciano Bonino – e da rari manufatti dell’Arciconfraternita dei Genovesi, tra cui tre cotte del Settecento e un rocchetto seicentesco, oltre a materiali tessili provenienti dalle collezioni dell’ISRE.

Il plissé si presenta come un “codice” universale, un gioco geometrico in cui la piega è al tempo stesso segno estetico e architettonico. Ne sono testimonianza l’Auriga di Delfi e le gonne tradizionali sarde, alcune delle quali, come quelle di Fonni, contano fino a seicento pieghe. Queste forme diventano il simbolo di una continuità tra arte e funzione, tra struttura monumentale e abito, tra memoria storica e identità contemporanea.

I manufatti dei Musei Nazionali di Cagliari, animati da questa riflessione, dialogheranno per mesi con le trame policrome delle collezioni etnografiche, in un equilibrio tra materia e concetto, tra insularità e universalità.

Un programma di eventi e approfondimenti. Nei mesi successivi, il progetto sarà accompagnato da un ampio calendario di iniziative: convegni, laboratori, installazioni e attività didattiche che coinvolgeranno studiosi, designer, ricercatori tessili e fondazioni partner. L’obiettivo è offrire una lettura condivisa e transdisciplinare del plissé, restituendogli il ruolo di ponte culturale tra passato e futuro, tra linguaggio artistico e conoscenza antropologica.

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