«Il Teatro non può morire»: parola di Franca Valeri, che ne “La stanza dei gatti” rivela la passione per l’arte cui ha consacrato la sua vita, come attrice e autrice prima, poi come regista di pièces e opere liriche, senza dimenticare la fortunata carriera cinematografica, le incursioni radiofoniche e le folgoranti apparizioni televisive. Lo sguardo profetico dell’artista appare in questo periodo di sconcertante attualità, con la rassicurante certezza che il teatro, con «tutto quello che ha vissuto per secoli, continuando a rigenerarsi in modo sorprendente, pur mantenendo sempre una propria identità, non può evidentemente scomparire», a dispetto di interferenze politiche e impedimenti burocratici, ma anche con l’auspicio che «forse questo momento di decadenza porterà a una rinascita del teatro.
Anzi sicuramente. E allora non dobbiamo chiamarla decadenza, dobbiamo già chiamarla rinascita». E conclude «Anche se non riesco a immaginarmi i volti, le facce dei suoi autori, l’importante è che so che esistono in qualche angolo della terra».
Lella Costa racconta Franca Valeri, la sua intelligenza e il suo talento, la sua capacità di scrittura e la sua originalità nella terza puntata di “FiloDiffusione”, il nuovo progetto del CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna per la promozione della cultura teatrale, online da stasera alle 19:00 sul canale YouTube e sulla pagina Facebook del CeDAC Sardegna. Un dialogo a distanza tra due artiste per una riflessione sul rapporto fra teatro e società, sulla capacità dell’arte di descrivere e trasfigurare il reale, mettendo l’accento sulle contraddizioni e i paradossi, le “note stonate” e le questioni cruciali – morali, etiche e politiche – per il presente e il futuro della civiltà.
La cifra inconfondibile di Franca Valeri, un’ironia pungente e irresistibile, affiora nei suoi testi come nelle sue interpretazioni, sul palcoscenico come davanti a una macchina da presa, ovvero in uno studio radiofonico o televisivo, con quella versatilità e quell’eleganza, quella prontezza di spirito che ne hanno fatto un simbolo della comicità, una antidiva amatissima dalla critica come dal vasto pubblico. Nella conversazione con Francesca Melas, Lella Costa traccia un ritratto dell’eclettica artista milanese, tra aneddoti curiosi e ricordi personali, in una “lezione” fuori dagli schemi come oltre i confini tra i linguaggi e i generi è stata la lunga e feconda carriera della versatile e raffinata interprete, drammaturga e scrittrice nonché regista, creatrice di personaggi emblematici come la “Signorina Snob” e la “Sora Cecioni” e icona del cinema e della commedia all’italiana.
Sul palco del Jazzino di Cagliari, Lella Costa, volto noto e amato del piccolo schermo, che nei suoi celebri monologhi (da “Adlib”, “Coincidenze” e “Malsottile” passando per “Stanca di guerra” e “Precise parole”, fino a “Traviata”, “Alice”, “Amleto” e “Arie”) ha saputo dar voce a eroine ed eroi dell’immaginarioe affrontare temi fondamentali come l’amore, la libertà, l’assurdità della guerra e la ricerca della verità, ricorda la figura e l’opera di un’artista indimenticabile, personalità di spicco della cultura del Novecento.
Un incontro “virtuale” – necessariamente senza pubblico – per un omaggio a Franca Valeri e un invito a riscoprirne le opere: le commedie e i monologhi, ma anche il piccolo e delizioso saggio intitolato “La stanza dei gatti” ovvero “Una chiacchierata con il teatro” che custodisce, distillate con garbo, come nella “non” autobiografia “Bugiarda no, reticente”, le memorie di una vita illuminata dal fuoco dell’arte, tra episodi curiosi e divertenti, altri più inquietanti o amari, e il senso profondo di una vita nel segno della bellezza.