Il punto più lontano era casa: la fotografia di Danilo Murru in mostra al Ghetto di Cagliari

Dal 3 aprile al 31 maggio il Centro d’Arte Il Ghetto ospita il progetto di Danilo Murru, un racconto per immagini su memoria, tempo e identità in Sardegna

Due foto di Danilo Murru

Due foto di Danilo Murru

Il Centro Comunale d’Arte e Cultura Il Ghetto di Cagliari ospita la mostra fotografica “Il punto più lontano era casa”, un progetto di Danilo Murru che indaga il legame tra memoria, tempo e identità attraverso immagini di paesaggi e volti della Sardegna. L’esposizione, curata da Agorà Sardegna e Coopculture, è realizzata in collaborazione con il Comune di Cagliari e con il contributo della Fondazione di Sardegna. L’inaugurazione è prevista per giovedì 3 aprile alle 18:00.

La mostra propone una selezione di scatti in cui il fotografo esplora la relazione tra presenza e assenza, tra ciò che resta e ciò che sfugge. Attraverso ritratti e paesaggi urbani, suburbani e rurali, Murru costruisce una narrazione visiva in cui il tempo si deposita sui luoghi e sui volti, imprimendo tracce di un’esistenza in continuo mutamento. L’Isola emerge come spazio di transito e di ritorno, in un dialogo mai concluso tra chi è partito, chi torna e chi resta.

L’esposizione si sviluppa come una sequenza di frammenti: dettagli architettonici, spazi vuoti, espressioni catturate in controluce. Il bianco e nero e i contrasti di luce suggeriscono una riflessione sul tempo e sulla sua incidenza sulle vite e sui luoghi, evocando un paesaggio umano e geografico in cui il passato convive con il presente. L’artista si confronta con l’incertezza del tempo, cercando di fissarne l’essenza attraverso la fotografia.

L’opera di Murru sembra inserirsi in una tradizione narrativa in cui la fotografia non è solo documentazione, ma anche ricerca e testimonianza. Le immagini evocano la Spoon River di Edgar Lee Masters, popolata di presenze e assenze che si intrecciano nel ricordo. Nei suoi scatti, la distanza tra chi è qui e chi è altrove si fa concreta, diventando il tema centrale del progetto: il punto più lontano può coincidere con la casa, luogo di partenza e di ritorno, spazio in cui il tempo si stratifica nelle storie individuali e collettive.

Nato a Cagliari nel 1973, Danilo Murru sviluppa nel corso della sua carriera un interesse per i luoghi marginali, abbandonati o dimenticati. Ha documentato istituti penitenziari (Envoi, 2003-2005), zone di conflitto come Beirut (Haret Hreik, 2006) e Betlemme (Progetto Betlemme, 2007). Tra il 2010 e il 2016 ha esplorato le miniere dismesse del sud-ovest della Sardegna, pubblicando il libro “Ciò che Rimane” (Champions Books, 2016). Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Attualmente vive e lavora a Tottenham, nel nord di Londra.

La mostra sarà visitabile fino al 31 maggio 2025 negli orari di apertura del Centro d’Arte: dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00 (chiuso il lunedì). L’ingresso ha un costo di 3 euro (ridotto 2 euro).

Per informazioni è possibile contattare il numero 327.1468212 o la mail ilghettocagliari@gmail.com.

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