La nuova Stagione di Prosa, Danza e Circo Contemporaneo 2025-2026 del CeDAC Sardegna al Teatro “Antonio Garau” di Oristano propone un percorso articolato tra emozione, riflessione e immaginazione. Dieci spettacoli, in scena da dicembre ad aprile, attraversano i diversi linguaggi del teatro, della danza e del nouveau cirque, indagando temi universali come l’amore, la morte, la memoria e la libertà attraverso storie e personaggi che toccano corde intime e collettive.
Il sipario si apre giovedì 18 dicembre con “Coppelia / Un ballet mécanique”, ideato e diretto da Caterina Mochi Sismondi sulle musiche di Léo Delibes, rielaborate dal vivo da Beatrice Zanin. La produzione del Centro Nazionale di Produzione blucinQue Nice intreccia danza e arti circensi in una rilettura visionaria della celebre favola di Hoffmann: una bambola meccanica prende vita in un racconto che riflette sul concetto di identità, tra maschere e fragilità.
Lunedì 12 gennaio arriva “A Mirror / uno spettacolo falso e NON autorizzato” di Sam Holcroft, interpretato da Ninni Bruschetta e Claudio “Greg” Gregori, per la regia di Giancarlo Nicoletti. La pièce affronta il tema della censura in una realtà distopica dove una finta festa di nozze diventa il pretesto per un’azione teatrale clandestina. Lo spettatore è chiamato a prendere parte a un gioco di specchi in cui realtà e finzione si confondono.
Domenica 25 gennaio tocca a “Sissi l’Imperatrice” di Roberto Cavosi, con Federica Luna Vincenti. Lo spettacolo racconta la figura di Elisabetta di Baviera, donna tormentata dagli obblighi di corte e in costante ricerca di libertà. Tra ricordi familiari e tragedie personali, affiora il ritratto di una sovrana anticonformista e sensibile ai temi sociali del suo tempo.
L’omaggio a un’icona sportiva arriva venerdì 6 febbraio con “Riva Luigi ‘69-’70 – Cagliari ai dì dello scudetto”, scritto, diretto e interpretato da Alessandro Lay. L’attore racconta Gigi Riva, il “Rombo di Tuono”, attraverso la memoria di un bambino che visse lo scudetto del 1970, intrecciando sport e mito in un racconto di identità e riscatto collettivo.
Sabato 21 febbraio debutta “La moglie fantasma” di David Tristram, con Maria Grazia Cucinotta e Pino Quartullo. Un giallo teatrale in cui un’attrice defunta torna dall’aldilà per ottenere giustizia, rivelando rivalità, segreti e ipocrisie nel mondo dello spettacolo, fino a un imprevedibile colpo di scena finale.
Venerdì 13 marzo, con “Benvenuti a Casa Morandi”, Marianna e Marco Morandi rievocano sul palcoscenico la loro infanzia da figli d’arte, accompagnati da Marcello Sindici e diretti da Pino Quartullo. Tra vecchi ricordi, telefonate di famiglia e momenti di leggerezza, lo spettacolo diventa un viaggio affettuoso nella memoria e negli affetti.
Domenica 22 marzo la riflessione si fa intima con “La Morte ovvero Il pranzo della domenica” di Mariano Dammacco, interpretato da Serena Balivo. Attraverso il rito di un pasto condiviso, la pièce mette in scena l’attesa della fine e la forza dei legami familiari, in un delicato equilibrio tra ironia, malinconia e accettazione.
Venerdì 27 marzo Giampiero Rappa presenta “L’uomo dei sogni”, storia di Joe Black un fumettista tormentato dai propri personaggi, in un labile confine tra incubo e realtà. Accanto a Lisa Galantini, Elisabetta Mazzullo e Nicola Pannelli, l’autore racconta la fragilità umana e il desiderio di rinascita dopo il dolore.
Giovedì 9 aprile il palco ospita “Nives / Una telefonata lunga una vita”, dal romanzo di Sacha Naspini, con Sara Donzelli e Sergio Sgrilli diretti da Giorgio Zorcù. Una donna sola e un veterinario si parlano al telefono, facendo riaffiorare amori, rimpianti e opportunità perdute, in un dialogo intriso di memoria e malinconia rurale.
La stagione si chiude sabato 18 aprile con la danza di “White Room”, creazione di Adriano Bolognino per la Compagnia Opus Ballet. Ispirato a un dipinto di Segantini, lo spettacolo trasforma l’inverno in un paesaggio emotivo, sospeso tra gelo e resistenza, in cui la fatica quotidiana diventa metafora della sopravvivenza.
Tra teatro, danza e circo contemporaneo, il CeDAC Sardegna costruisce una stagione che attraversa i sentimenti umani e le contraddizioni del presente, un viaggio sulla giostra delle passioni che unisce ironia, introspezione e poesia scenica.
































