Dal 28 marzo al 16 giugno 2024, il MAN di Nuoro ospita “The Last Lamentation”, un’opera potente e toccante dell’artista sarda Valentina Medda. La mostra si configura come un rituale funebre per il Mediterraneo, osservato come luogo di attesa, sospensione e trapasso, incarnazione di un’assenza – deposito di corpi e corpo in sé.
Al centro dell’esposizione si trova l’omonima opera video, prodotta tra il 2023 e il 2024 e destinata alle collezioni del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Girato in Sardegna, il video racconta la tragedia del mare attraverso un’ipnotica partitura coreografica, vocale e sonora.
Il lavoro di Valentina Medda rielabora i codici rituali in forme contemporanee e astratte, grazie alla collaborazione di Gaspare Sammartano (compositore), Claudia Ciceroni (compositrice e trainer vocalica) e Attila Faravelli (field recording). La relazione tra corpo, pathos e paesaggio si stratifica per sistemi di assenza e presenza, con la partecipazione di un coro di 12 donne vestite di nero, in piedi accanto al mare. Il contrasto tra la loro presenza silenziosa e le loro voci potenti rende ancora più tangibile la tragedia dei migranti morti in mare.
Oltre al video, la mostra presenta un corpus di opere realizzate da Medda nelle prime fasi di studio, che convergono intorno all’opera video ripercorrendone i momenti di elaborazione: collage, inchiostri su carta, fotografie, disegni e alcuni elementi scultorei.
Dal 2018, Medda conduce una ricerca sul Mediterraneo, che l’ha portata a lavorare a Beirut in residenza presso il Beirut Art Residency. Di questa esperienza troviamo tracce nei collage presenti in mostra, che compongono una tessitura che si annoda intorno alla Sardegna e al Mediterraneo.
L’evocazione dei fazzoletti che accompagnano il rituale del pianto si cristallizza nelle sculture in ceramica, che bruciano l’anima del tessuto interno lasciando un vuoto, un’assenza. Un quaderno d’artista completa la restituzione della ricerca di Medda, raccogliendo visivamente le scene in uno storyboard poetico. Immagini del mare e polaroid lavorate come se l’acqua divenisse pelle traducono un orizzonte visivo, liquido e corporeo insieme.
“The Last Lamentation” è un progetto potente e necessario che ci invita a riflettere sulla tragedia del Mediterraneo e a dare voce a chi non ne ha più. Un’opera che ci fa interrogare sul rapporto tra corpo e spazio, sulla materialità e sull’immaterialità, sulla vita e sulla morte.
Valentina Medda è un’artista interdisciplinare sarda che vive a Bologna. La sua pratica artistica si snoda tra immagine, performance e interventi site-specific, indagando la relazione tra pubblico e privato, corpo e architettura, città e appartenenza sociale. Il suo lavoro è stato esposto e gira in contesti artistici e performativi nazionali e internazionali da Bologna, Milano, Cagliari a Parigi, New York, Beirut, Bruxelles e Amsterdam.
È stata artista in residenza presso Vooruit di Ghent, Bar di Beirut, Cité des Arts, Parigi, Flux Factory, NY, Les bains connective, Bruxelles, MaisonVentidue, Bologna. Nel 2019 è stata invitata al Grand Tour d’Italie, progetto di networking internazionale della Direzione Generale Contemporanea del Ministero della Cultura. Ha ricevuto, tra gli altri, il Fondo Cimetta per la mobilità artistica, Movin up della Regione Emilia Romagna, IAP Mentorship della NYFA – New York Foundation for Arts e Tina Art PRIZE. Il suo progetto Cities by Night Across Borders, è stato selezionato tra i 19 vincitori del programma europeo “Perform Europe”. Vincitrice del progetto Europeo Stronger Peripheries: a Southern Coalition -Tandem “Connecting Dots”.