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Sabato 28 agosto a San Pantaleo il “Concerto per le vittime di Milmeggiu” sulle note del “Flamenco”

di Redazione
27 Agosto 2021
in Danza, Eventi, Gallura
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Viaggio sul filo delle emozioni con le note struggenti e dense di pathos del “Flamenco” sabato 28 agosto alle 21:30 nella piazza della Chiesa di San Pantaleo a Olbia con il “Concerto per le vittime di Milmeggiu”: un evento speciale nel ricordo delle tredici persone, tra cui adolescenti e bambini, che persero la vita nel devastante rogo sviluppatosi dal golfo di Cugnana fin nel cuore della Costa Smeralda, organizzato dall’Accademia Musicale Bernardo De Muro in collaborazione con la Scuola Civica di Musica di Olbia nell’ambito della XXII Stagione Concertistica e incastonato nel progetto In-Itinere 2021 – con la direzione artistica di Fabrizio Ruggero – realizzato con il patrocinio e il sostegno del Comune di Olbia e fortemente voluto dall’assessora alla cultura Sabrina Serra, in collaborazione con l’UniTre di Olbia e con il patrocinio e il sostegno della Regione Sardegna.

Si alza così il sipario sul ciclo di concerti a cura dell’Accademia Musicale Bernardo De Muro: «Sono felice di annunciare che anche quest’anno siamo riusciti a programmare, in collaborazione con l’Accademia Bernardo De Muro, queste bellissime serate musicali all’interno delle attività della Scuola Civica. Come di consueto un appuntamento è dedicato al ricordo delle vittime dell’incendio di Milmeggiu – ha dichiarato l’assessora Sabrina Serra -. Con queste serate abbiamo voluto ampliare l’offerta culturale della nostra città all’insegna della buona musica. Auguriamo a tutti “Buon Ascolto”, nel rispetto della normativa».

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La magia del “Flamenco” tra antiche melodie e partiture originali, con passaggi virtuosistici e spazi per improvvisazioni musicali “a tema” con l’ensemble formato dal maestro Dario Piga (chitarra) e da Mateo Garriga (cajón) con Mónica Clavijo Barroso (canto) e con la danzatrice María Keck, per un concerto-spettacolo che fonde la dimensione intimistica e privata della tradizione andalusa alla forza espressiva e comunicativa di un’arte capace di toccare le corde delle mente e del cuore.

Un evento fortemente evocativo, un simbolico rito laico declinato nel linguaggio universale della musica in cui la città si riunisce idealmente presso lo storico santuario, cuore dell’ottocentesco borgo di San Pantaleo, per commemorare le vittime della tragedia, imprigionate tra il fumo e le fiamme nel vano tentativo di sfuggire alla furia divoratrice del fuoco: un dramma fortemente impresso nella memoria, come la ferita inferta al paesaggio dalla follia dei piromani, che anche quest’estate hanno continuato a imperversare sull’Isola. Le affascinanti melodie e le metriche incalzanti e vertiginose del “Flamenco” per dar voce al dolore e al rimpianto, per rendere omaggio e ricordare le donne e gli uomini, gli adulti e i giovanissimi, che si erano appena affacciati alla vita, periti nell’incendio: l’arte e la bellezza, in una performance densa di pathos e poesia, come un monito affinché l’incubo non si ripeta mai più e insieme un messaggio di speranza nel futuro.

Tredici le vittime, tredici le vite spezzate in quel terribile 28 agosto di trentadue anni fa, otto delle quali ancora rinchiuse nelle auto, in fuga verso la salvezza: Maria Pia Lo Muscio (51 anni) insegnante elementare di Andria, Maria Antonietta Sessa (30 anni) di Torre del Greco e il figlioletto Giuseppe D’Amato, di appena due anni, oltre a una famiglia milanese – Paola Vitelli Secchia (44 anni) con la madre Anna Romano (66 anni), e i figli Barbara (di 16 anni) e Filippo (10 anni) – e a Erika Saris Mannucci (55 anni), moglie di uno dei dirigenti del servizio antincendi del Consorzio Costa Smeralda. Sopravviveranno – per poco – il docente universitario Helmut Heinz Hungerer (55 anni) e sua moglie Elisabeth (35 anni), il pensionato di San Pantaleo Giovanni Deiana e sua moglie Francesca (58 anni) che spireranno dopo alcuni giorni in ospedale. Il corpo dell’ingegnere milanese Guido Ardizzone (63 anni) verrà ritrovato solo qualche giorno dopo tra le ceneri.

«Il “Concerto per le vittime dell’incendio di Milmeggiu” è un evento particolare, che affida all’arte e alla bellezza il ricordo di coloro che non ci sono più: quest’estate, come negli scorsi anni, la piazza della chiesa di San Pantaleo risuonerà di note, per commemorare le tredici vittime del terribile incendio di Milmeggiu. Quel tragico 28 agosto del 1989 rappresenta una data indimenticabile, una giornata di dolore e di lutto per tutta la Gallura e per la Sardegna – sottolinea Sara Russo, presidente dell’Accademia Bernardo De Muro. Il “Flamenco” – una musica popolare nata in Andalusia, dalle genti gitane, e conosciuta e ammirata in Europa e nel mondo – diventa espressione sublime del compianto e dell’amarezza. I volti delle persone scomparse, i loro sorrisi e i loro gesti, come l’eco delle loro parole riaffiorano nell’anniversario di quel giorno d’estate, in cui la serenità di un periodo di vacanze e spensieratezza è stata sconvolta dalla furia del fuoco. In un mondo ancora segnato dall’inquietudine e dalla paura degli effetti di una pandemia, lasciamo che lo spirito del “Flamenco” illumini San Pantaleo, come un ponte verso l’invisibile, per riavvicinarci alle persone care, nel rimpianto di quelle vite crudelmente spezzate: la forza catartica della musica e la bellezza consolatrice, preziosa cura per l’anima di fronte a una perdita irreparabile e all’enigma della fine».

“Flamenco” è il tema e titolo del concerto-spettacolo dedicato alla tradizionale musica gitana, tra canti e danze accompagnati dalla chitarra e dai ritmi segnati dal battito delle mani e dei piedi, espressione dei sentimenti più personali, della gioia come della sofferenza, poi evolutasi in una forma d’arte diffusa dapprima nei Cafés Chantantes e poi sui palcoscenici dei teatri, e perfino sul grande schermo, grazie ad artisti come Antonio Gades e Carlos Saura.

Fin dal Settecento il flamenco, espressione caratteristica di una minoranza, le genti gitane d’Andalusia, rappresenta una traduzione e una sintesi via via sempre più codificata degli stati d’animo, dai fondamentali canoni della tonà, la siguiriya, la soleà e il tango flamenco nel cante, accanto alla siguiriya liviana e serrana, e ancora polo, buleria, caña, alboreá e romance fino alla saetas, e ai canti di Levante e di Malaga come cartagenera, minera, granaina, jabera e malagueña oltre alle più recenti declinazioni del folklore, così come alle differenti evoluzioni del baile.

«Il Flamenco è un genere musicale ormai divenuto internazionale ma che affonda le sue radici in Andalusia, in Spagna» – sottolinea nelle note di presentazione il maestro Dario Piga –. «Il concetto di “classico” si contrappone al più generico “moderno” per via delle soluzioni sceniche usate e per la scelta musicale che si rifà a delle soluzioni virtuose ma non troppo sofisticate. La danza rappresenta sostanzialmente il nucleo ritmico che guida un canto che musicalmente e concettualmente rimane ancorato alla tradizione musicale del flamenco».

Focus sul “Flamenco” e sulla cultura andalusa, tra i canti e le danze gitane, al ritmo del compás, per una riscoperta dei testi dei cantes più antichi accanto alle moderne e inedite variazioni alla chitarra di Dario Piga, in una performance raffinata e coinvolgente, tra la malìa di melodie struggenti e la gestualità densa di pathos e quasi ieratica di una bailaora, dove le umane passioni si disvelano e si trasfigurano in forma d’arte.

Sul palco Dario Piga, raffinato interprete dello strumento a sei corde, formatosi all’Escuela de Arte Flamenco de la. Fundación Cristina Heeren a Siviglia, con docenti come Pedro Sierra, Niño de Pura, Paco Cortés, Eduardo Rebollar, Pepa Sanchez e al Conservatorio di Musica di Jerez de la Frontera, diplomatosi in chitarra flamenca al Conservatorio di Siviglia. Tra i suoi maestri Luis Balaguer, David Vargas,Marcelo de la Puebla e Laura Vital. Vincitore del premio della critica al Premio Andrea Parodi, il chitarrista e compositore ha collaborato con Paolo Fresu per i Seminari Internazionali di Nuoro Jazz, con il festival flamenco Ibérica e dal 2017 è direttore artistico del Festival “Trinidad Flamenca” a Trinità D’Agultu. Ha inciso tre album “Ahora Nada” (2012), “Don Piga” (2017) e “24” (2021) oltre al singolo di flamenco-rock “Into The Dream” (2021).

L’ingresso al concerto è gratuito, tutte le attività saranno svolte nell’osservanza delle prescrizioni di prevenzione anti-Covid 19 previste dalle normative vigenti. Per informazioni: cell. 349.4077241.

Il dà il la agli appuntamenti concertistici organizzati dall’Accademia Musicale Bernardo De Muro a Olbia – una piccola ma preziosa rassegna realizzata con il patrocinio e il sostegno del Comune di Olbia e che si inserisce nella programmazione dell’estate promossa dall’assessorato alla Cultura guidato da Sabrina Serra.

In cartellone martedì 31 agosto alle 21:30 nel Cortile dell’ex Scolastico il concerto della Vilsait Jazz Band ispirato alle atmosfere de “La New Orleans degli anni ’20” a tempo di Dixieland, mercoledì 1° settembre alle 21:30 presso la Sala Concerti della Scuola Civica di Musica del MusMat il concerto del Duo Bandoneón e Pianoforte che schiera il giovane musicista bulgaro Stoyan Karaivanov al bandoneón con l’artista francese Lea Pisani allo strumento a tastiera, nel segno del Tango.

E infine il 17 settembre riflettori puntati sulla violinista Greta Puddu e sul pianista Stefano Curto che sfoglieranno insieme pagine rare e celeberrime per una serata indimenticabile.

Tags: flamencoMilmeggiuOlbia
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Le sue origini risalgono all’età nuragica, come testimonia un piccolo bronzetto custodito al Museo Archeologico di Cagliari, che riproduce un cofanetto su ruote, antesignano della cassapanca sarda. 
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📰 Leggi l’articolo completo di Raffaella Piras su SHmag.it  📷 Sardegna Artigianato |  Pierluigi Dessì Confinivisivi
  • 🎶 Pochi generi musicali hanno rappresentato così bene un’epoca come il Concerto Grosso, nato tra XVII e XVIII secolo e fondato sul dialogo tra solisti e orchestra. Ma la sua storia non si è esaurita con il Barocco: nei secoli successivi ha conosciuto sorprendenti rinascite, contaminazioni e reinvenzioni, arrivando persino a intrecciarsi con il rock. 
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Ogni concerto sarà introdotto da autorevoli voci della critica musicale – Andrea Ivaldi, Antonio Ligios, Maurizio Salvi e Sandro Cappelletto – che guideranno il pubblico nell’ascolto, insieme alla Teatro Verdi Chamber Orchestra e agli ospiti solisti. 🎻 
📰 Scopri di più sulla rassegna, tutti i dettagli sono nell’articolo completo su SHmag.it
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🧵☕️ Attorno a lei ruotano diagnosi e protezioni: la “Sa Striadura”, il filo da imbastire che confronta apertura delle braccia e statura, le piume ridotte in cenere mescolate al caffè, il fumo che accenna una croce sul malato all’ultimo quarto di luna. 🌘 
🌸 Tra Gallura e Sassarese, la leggenda converge sulla donna-strega: unguenti di peonia, trance, metamorfosi, voli notturni che traducono l’inspiegabile in rito e linguaggio condiviso, tra brebus e antiche paure del malocchio. 🧿 
Un mosaico di mistero e memoria, dove la comunità tenta di ordinare l’ignoto con narrazioni, simboli e piccoli gesti apotropaici. Ce ne parla Chiara Medinas: l’articolo completo continua sul nostro sito web SHmag.it 👆🏻
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