Roberto Saviano porta in scena la storia di Rossella Casini, la giovane donna fiorentina vittima della ‘ndrangheta, protagonista de “L’amore mio non muore”, il recital tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore e giornalista partenopeo, per la regia di Enrico Zaccheo, produzione Savà Produzioni Creative, in cartellone mercoledì 26 e giovedì 27 novembre alle 20:30 al Teatro Massimo di Cagliari per la rassegna “Pezzi Unici” organizzata dal CeDAC Sardegna.
Una vicenda emblematica – quasi una tragedia annunciata – che mostra la ferocia della criminalità organizzata, determinata a travolgere e distruggere chiunque tenti di opporsi alle sue regole: la studentessa toscana che sognava di fermare una sanguinosa guerra tra “famiglie” grazie alla forza del suo amore scompare misteriosamente da Palmi, in un giorno di febbraio del 1981, mentre si accingeva a ritornare nella sua città.
Sotto i riflettori Roberto Saviano ripercorre i momenti cruciali della vita di Rossella, fino all’incontro fatale con Francesco Frisina, uno studente cresciuto nella Piana di Gioia Tauro, i cui genitori sono però legati al clan dei Gallico, in una terra in cui non è possibile scegliere né sottrarsi alla sfera di influenza di chi garantisce una “protezione” che vale come un’arma doppio taglio. Una realtà che la giovane fiorentina scopre quando insieme al fidanzato arriva in Calabria e a cui tenta di opporsi, interrompendo una catena di delitti, ma l’interferenza di una “straniera” non è gradita né tollerata, è una “sfida” contro il sistema che non può restare impunita e causa la sua fine.
Ne “L’amore mio non muore” (sulla falsariga del romanzo edito da Einaudi Stile Libero), lo scrittore intreccia fantasia e cronaca, testimonianze e intercettazioni, inchieste giudiziarie e sentenze per restituire un volto e una voce a Rossella Casini, una donna coraggiosa e testarda che cerca di cambiare le cose, ma si scontra con una differente visione del mondo, con i suoi codici d’onore e le sue vendette, una società intrisa di violenza con un arcaico senso di giustizia che poco o nulla ha a che vedere con la legalità.
«Ho deciso di scrivere questo romanzo per raccontare la storia d’amore più drammatica e potente in cui mi sia imbattuto» – afferma Roberto Saviano –. «Raccoglie tutti i colori dell’umano sentire: l’ingenuità e lo slancio, la devozione e l’ossessione, l’amicizia, il desiderio, il coraggio, la delusione, il fraintendimento, il tradimento, lo schifo e la tragedia. Eppure, la certezza che proprio nell’amare risieda l’unica possibilità di verità e di senso non viene mai meno. L’amore non muore».
































