Cagliari accoglie un Benito Urgu inedito. Non l’attore comico e il cantante che il pubblico sardo conosce da decenni, ma un fotografo che osserva la natura con sguardo intimo e contemplativo. Dal 24 luglio il piano Arrivi dell’Aeroporto di Cagliari ospita “S’Abba – Memorie d’acqua”, una mostra realizzata in collaborazione con SOGAER e curata dalla storica dell’arte Caterina Ghisu. L’esposizione propone 28 fotografie a colori, stampate in grande formato, dedicate all’acqua di un laghetto situato nella sua tenuta di campagna nell’Oristanese.
Le immagini di Urgu nascono da un’osservazione ravvicinata delle superfici liquide. L’artista racconta di aver seguito a lungo i movimenti dell’acqua, concentrandosi sulle sue increspature e sui disegni effimeri che si formano e si dissolvono in pochi istanti. In questo processo, l’acqua non appare soltanto come elemento naturale, ma come un linguaggio che segna, conserva e riflette, assumendo la funzione di un archivio invisibile di ricordi. Ogni immagine cattura forme uniche e irripetibili, sospese tra ordine e caos, in un continuo gioco tra casualità e percezione.
Urgu si è avvicinato a questo progetto con la consapevolezza che la fotografia può rivelare ciò che lo sguardo distratto non coglie. Le trame liquide diventano così superfici di proiezione, capaci di stimolare la pareidolia, il fenomeno per cui l’occhio umano riconosce volti, animali o simboli che in realtà non esistono. Le sue immagini non offrono risposte definitive ma invitano ciascuno a costruire un racconto personale, a vedere ciò che la propria immaginazione suggerisce.
Dietro il lavoro fotografico si intrecciano riflessioni che sconfinano nella ricerca scientifica e spirituale. Urgu ha dichiarato di essersi ispirato alla teoria dell’“acqua informata”, secondo cui l’acqua può contenere tracce di frequenze, vibrazioni e informazioni provenienti dall’ambiente. Questa visione, legata agli studi sulla cosiddetta memoria dell’acqua, ipotizza che le superfici liquide siano in grado di conservare le influenze di suoni, colori o immagini con cui entrano in contatto.
L’artista ha spiegato che il suo lavoro nasce anche da momenti di meditazione e riflessione sulla natura. Osservare il movimento dell’acqua diventa per lui un modo per entrare in connessione con un livello più profondo dell’esperienza, alla ricerca di ispirazione e di una forma di saggezza custodita nell’ambiente naturale.
Con questa esposizione Urgu si presenta in una veste che sorprende chi lo conosce soprattutto per la sua lunga carriera nel mondo dello spettacolo. Il suo sguardo, lontano dai toni ironici che lo hanno reso celebre, si concentra qui sulla capacità dell’acqua di suggerire storie senza parole. La mostra, pensata appositamente per l’Aeroporto di Cagliari, invita i viaggiatori a una pausa di osservazione e ascolto, a rallentare lo sguardo e a concedersi il tempo di scoprire le forme mutevoli di un elemento apparentemente semplice ma carico di significati.
“S’Abba – Memorie d’acqua” sarà visibile per i passeggeri e i visitatori che transiteranno nella hall Arrivi dello scalo cagliaritano, trasformando uno spazio di passaggio in un luogo di contemplazione.
