Un’esplorazione intima e visiva della longevità eccezionale che caratterizza la Sardegna prende forma attraverso la mostra “DNA 100 – Ritratti di un tempo che resiste”, in programma a Quartu Sant’Elena dal 22 maggio al 15 giugno. Allestita nella Sala Teche al primo piano dell’Ex Convento dei Cappuccini, l’esposizione raccoglie dieci anni di lavoro fotografico di Andrea Spiga, artista originaria della città, e mette al centro i volti e le storie dei centenari dell’isola, figure simboliche della cosiddetta Blue Zone.
L’iniziativa è promossa dall’Associazione Albasea con il supporto del Comune di Quartu, e rappresenta un progetto che unisce documentazione artistica e ricerca antropologica. La fotografa ha intrapreso, a partire dal 2016, un viaggio nei piccoli centri dell’entroterra sardo noti per l’elevata presenza di persone ultracentenarie, come Seulo, Villagrande Strisaili e Perdasdefogu. Queste località, rese celebri dagli studi internazionali sulla longevità, sono diventate il teatro di una raccolta di immagini che mirano a raccontare non solo l’età avanzata, ma il contesto sociale e culturale che la rende possibile.
I ritratti sono stati realizzati in ambienti familiari, spesso all’interno delle case stesse dei protagonisti. Le fotografie si accompagnano a brevi testi biografici e citazioni dirette, che offrono al visitatore uno sguardo autentico su una generazione cresciuta tra lavoro nei campi, relazioni comunitarie solide e un ritmo di vita scandito dalla stagionalità e dalla vicinanza alla terra. Ogni volto è il punto di partenza per riflettere su come la memoria personale si intrecci con quella collettiva, creando un patrimonio immateriale che, come sottolinea l’autrice, rischia di scomparire nel frastuono del presente.
Andrea Spiga descrive il suo progetto come un tentativo di salvaguardare questa memoria e di restituire valore a uno stile di vita oggi sempre più marginalizzato. L’invito implicito delle sue opere è quello di rallentare, di osservare con attenzione e di ascoltare il silenzioso insegnamento di chi ha attraversato più di un secolo di storia. La mostra, quindi, non si limita all’estetica dell’immagine, ma diventa strumento di riflessione sociale e culturale.
Il curatore Walter Boï sottolinea come il ritorno dell’opera nei luoghi d’origine di Spiga aggiunga un ulteriore livello di significato: non solo si tratta di un omaggio alla resilienza e al legame con la terra, ma anche di un rientro simbolico alle radici, in sintonia con lo spirito stesso della mostra.
A suggellare il valore scientifico dell’iniziativa sarà la presenza all’inaugurazione del professor Michel Poulain, demografo belga considerato uno dei massimi esperti mondiali nel campo della longevità. Poulain è il teorico delle Blue Zones, le aree del mondo dove si registra un’alta concentrazione di ultracentenari, e fu proprio lui a individuare la Sardegna come una delle prime e più significative zone di longevità. Il suo intervento offrirà una cornice di approfondimento al percorso artistico, sottolineando le connessioni tra stile di vita, rapporti sociali e aspettativa di vita.
La mostra sarà visitabile con ingresso libero negli orari di apertura della struttura.