Sabato al museo della Tonnara una conferenza sull’Oreopiteco di Fiumesanto

È vissuta circa 6 milioni di anni fa. I suoi fossili sono stati ritrovati in Toscana, Sardegna e in Africa orientale. Il suo nome scientifico è Oreopithecus bambolii, e altro non è che una piccola scimmia antropomorfa. Nel 1994 alcuni frammenti ossei di questo esemplare vengono ritrovati nella centrale termoelettrica di Fiume Santo.

Si parlerà di questa scoperta sabato 22 luglio al Museo della Tonnara di Stintino con Lorenzo Rook, presidente della società paleontologica italiana. La conferenza, dal titolo “L’Oreopiteco di Fiumesanto, un testimone di mondi scomparsi”, che rientra nel ciclo “Scienza al Museo”, inizierà alle ore 19.

Il paleontologo ripercorrerà le varie fasi degli studi, che sono stati effettuati dalla Facoltà di Scienze Naturali di Sassari, in collaborazione con l’Università di Liegi.

«Il sito paleontologico di Fiumesanto è eccezionale per il numero di vertebrati fossili restituiti, ad oggi alcune migliaia – dichiara Rook –. La fauna fossile costituisce la documentazione dell’ecosistema che è esistito in quest’area circa sei milioni di anni fa. Tutte le specie identificate presentano caratteristiche particolari che le differenziano dalle forme coeve note da altri depositi in Europa ed in Africa».

Toscana meridionale e Sardegna, infatti, 6 milioni di anni fa, quando ancora la penisola italiana non era delineata, formavano un’area rimata isolata dalle masse continentali vicine, una grande isola. E i resti di Oreopithecus bambolii rinvenuti hanno suscitato discussioni nel mondo paleontologico ed antropologico. I resti di Fiume Santo costituiscono un’importante documentazione, dunque, per ricostruire modi di vita, alimentazione e altri aspetti della biologia di questo interessante e peculiare primate fossile.

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