Il 23 gennaio 2025, la Galleria Siotto di Cagliari ospiterà l’inaugurazione della mostra “Nova Express” di Riccardo Camboni, un evento che si propone di portare l’osservatore a confrontarsi con la realtà sociale attraverso l’arte. La mostra, composta da 18 dipinti realizzati negli ultimi due anni, prende ispirazione dall’omonimo libro di William S. Burroughs, un’opera che negli anni Cinquanta denunciava le contraddizioni della società post-bellica statunitense.
Nel suo lavoro, Camboni si confronta con le tematiche trattate da Burroughs, trasponendo in immagini quelle sue riflessioni sul controllo sociale, l’omogeneizzazione culturale e l’individualismo sfrenato che caratterizzano il mondo contemporaneo. La mostra si fa così portavoce di un messaggio critico e di denuncia, affrontando le derive della società odierna, tra tensioni, caos e speranza di un cambiamento sovversivo.
Roberta Vanali, curatrice della mostra, descrive come Camboni sia riuscito a trasferire la visione profetica e critica di Burroughs in un linguaggio pittorico che diventa denuncia sociale. Le sue opere si presentano come atti di ribellione, espressioni di un rifiuto per un mondo in cui la manipolazione, la perdita di identità e la corruzione sono all’ordine del giorno. Camboni intende, attraverso la pittura, porre sotto esame la realtà che ci circonda, mettendo in evidenza le contraddizioni e gli aspetti più oscuri della nostra esistenza.
L’approccio dell’artista alla pittura è lontano dall’intimismo; il suo obiettivo è invece quello di provocare e scuotere lo spettatore. La pittura diventa per Camboni uno strumento d’indagine di una società massificata e alienata, dove ogni dinamica sociale sembra essere in grado di alimentare il conflitto e la discordia. Camboni, dichiarandosi figlio del Modernismo e avverso all’individualismo postmodernista, considera la pittura come una necessità psicofisica, un mezzo attraverso cui esplorare e criticare le strutture del potere.
Al centro della sua ricerca stilistica c’è il pattern maculato, che diventa una sorta di simbolo del male assoluto, un’incarnazione della bestialità e dell’istintività umana. La pittura di Camboni non si limita a riflettere la realtà, ma la sovverte e la decostruisce, utilizzando una tecnica che ricorda il “cut-up” di Burroughs, un metodo di taglio e riassemblaggio che crea nuove visioni attraverso la frammentazione.
In “Nova Express”, la visione apocalittica si mescola con riferimenti alla cultura pop e alla storia dell’arte, passando dal Surrealismo alle icone contemporanee, creando un puzzle visivo che esplora temi come la religione, il potere, l’illusione e la manipolazione. Le opere di Camboni rivelano l’oscurità insita nella natura umana e nelle dinamiche di controllo che governano la società moderna. Il suo lavoro non è solo una critica, ma anche un invito alla riflessione sulle possibilità di cambiamento, con la convinzione che ogni azione distruttiva possa, in un certo senso, essere anche costruttiva.
Riccardo Camboni, nato a Ozieri nel 1990, ha sviluppato la sua formazione artistica tra Sassari e Ozieri, dove ha studiato grafica pubblicitaria e pittura. La sua carriera espositiva è già segnata da importanti mostre in Sardegna, come “Pop Apocalittico” (Galleria Sabotage Art, Sassari, 2023) e “Homo homini Lupus” (Galleria Siotto, Cagliari, 2022), che hanno contribuito a consolidare la sua reputazione nel panorama dell’arte contemporanea. Con “Nova Express”, Camboni continua a spingersi oltre i limiti della pittura tradizionale, utilizzando la sua arte come uno strumento di critica sociale e di riflessione sul presente.
La mostra sarà visibile fino al 9 febbraio 2025, offrendo l’opportunità di esplorare le opere di un artista che con il suo lavoro ci invita a interrogare le strutture che definiscono la nostra realtà.
