Nule, piccolo centro del Goceano con poco più di 1300 abitanti, riscopre il proprio patrimonio artigianale con la Mostra dell’artigianato e arte delle tessitrici “T’Essere – esistere, non finito, finito”, in programma dal 20 dicembre 2025 al 31 gennaio 2026. L’iniziativa, promossa da Pro Loco e Comune di Nule, con la direzione artistica dell’architetto Angelo Ziranu, si propone di valorizzare una tradizione che è al tempo stesso mestiere, arte e forma di esistenza.
L’identità tessile di Nule, legata al tappeto e al lavoro femminile, diventa il centro di un percorso che unisce la pratica artigianale, la ricerca estetica e la riflessione sulle possibilità future del mestiere. Il progetto ruota attorno alla stanza-museo con telaio, un’installazione permanente che non si limita all’esposizione, ma si trasforma in un laboratorio vivo, dove le tessitrici lavorano davanti al pubblico. Durante l’intero periodo della rassegna sarà possibile seguire la realizzazione di un tappeto “non finito”, che troverà compimento nel giorno di chiusura, il 31 gennaio. L’iniziativa intende così mostrare la continuità tra tradizione e innovazione e stimolare un rinnovato interesse verso la tessitura come possibile professione per le nuove generazioni.
Tra gli obiettivi principali vi è quello di rafforzare la visibilità nazionale e internazionale del tappeto di Nule, promuovendo al tempo stesso l’economia artigianale e l’autonomia professionale delle donne del territorio. La mostra diventa quindi anche una piattaforma di confronto e di sostegno concreto alla vendita e alla promozione dei manufatti locali.
La manifestazione si aprirà sabato 20 dicembre alle ore 10 presso l’Ex Centro Pilota I.S.O.L.A. in via Roma con l’inaugurazione e l’avvio dei laboratori di tessitura. Le artigiane riprenderanno a lavorare ai telai su bozzetti inediti selezionati da creativi e designer.
Il calendario prosegue domenica 21 dicembre alle 17 con la proiezione del documentario “Dalla lana alla trama” della regista PJ Gambioli, seguita da un dibattito con la stessa regista, Nietta Condemi De Felice, Sara Manca, Valeria Masala e Giovanna Chessa, che porteranno esperienze e riflessioni sull’insegnamento, la trasmissione delle competenze e la sperimentazione artistica.
Sabato 27 dicembre sarà la volta dei più piccoli con “La leggenda dei colori di Bolìn”, un laboratorio esperienziale sulla tintura naturale della lana a cura dell’associazione Visit Goceano, riservato ai bambini dai 6 ai 10 anni. Il giorno seguente, domenica 28 dicembre alle 18, si terrà la presentazione del volume “A Sa Sarda” di Sìrbiu Orrù Mele, che propone un’analisi critica della società agropastorale sarda attraverso le sue rappresentazioni culturali e sociali.
Il nuovo anno si aprirà sabato 3 gennaio con il convegno “Il ruolo delle tessitrici nel periodo delle guerre”, organizzato dall’associazione Trinceas, che affronterà il tema del lavoro femminile nei periodi di conflitto come risorsa di sopravvivenza e coesione comunitaria. Lunedì 5 gennaio, una serata solidale promossa dal Club Lions Goceano e dal gruppo vocale Sa oghe a tenore de Sardigna raccoglierà fondi a favore dei bambini del Burkina Faso.
La rassegna entrerà nel vivo domenica 18 gennaio alle 16 con l’incontro tra l’Azienda Tessile Crabolu e la textile designer Eugenia Pinna, dedicato al dialogo tra produzione industriale e creatività artigianale, tra tradizione e design contemporaneo. Il percorso espositivo si concluderà sabato 31 gennaio alle ore 10 con la mostra dei tappeti finiti, realizzati durante il periodo dell’evento.
Tra i progetti tessili in mostra figurano “Germogli di Infinito” e “Rosario” di Angelo Ziranu, “Ciclicità” di Mara Damiani, “Seda e Oro” di don Sebastiano Corrias, “E una mattina il mare” di Eugenia Pinna e “Reseda” di Carolina Melis: opere al telaio in lana e tinture naturali, frutto della collaborazione con tessitrici locali.
Accanto ai progetti principali, espongono anche artigiani del territorio.
“T’Essere” si configura così come un viaggio corale nell’arte della tessitura, dove ogni nodo, trama e colore diventa racconto di una comunità che guarda al futuro attraverso la conoscenza tramandata dalle mani delle sue maestre artigiane.
