Venerdì 17 ottobre alle 18:30, presso l’Ex Colonia Campestre di Sassari, si terrà la presentazione del libro “A sa sarda”, edito da Catartica Edizioni. L’autore, Sìrbiu Orrù Mele, dialogherà con Rita Marras in un incontro dedicato alla riflessione sul rapporto tra identità, storia e autonomie della Sardegna.
Uscito il 26 settembre, “A sa sarda” è un saggio che affronta il tema della criminalizzazione della società agropastorale sarda, interpretando la cultura isolana come ciò che resta di una “società contro lo Stato”, sottoposta nei secoli al dominio di una potenza esterna. Sìrbiu Orrù Mele ricostruisce l’origine di quella che viene indicata come “criminalità sarda” come conseguenza della sovrapposizione di un ordine giuridico imposto a un sistema sociale autonomo, fondato su propri codici etici e comunitari. L’autore individua nella libertà originaria del mondo pastorale e nella sua etica collettiva la base di una resistenza che ha assunto, nel tempo, forme di ribellione, banditismo e rivendicazione di sovranità.
Attraverso un approccio che unisce antropologia, storia e pensiero politico, il libro propone una lettura del banditismo non come devianza, ma come risposta collettiva a un’aggressione coloniale, un atto di difesa di fronte alla perdita della propria cultura e della propria terra. In questo quadro, la ribellione diventa espressione di una resistenza nazionale e sociale, radicata nella memoria e nella continuità del popolo sardo.
Il volume è accompagnato da tre contributi che ne ampliano la prospettiva: la prefazione di Matteo Boe, testimone diretto delle vicende del banditismo sardo; la postfazione di Sara Corona Demurtas, che colloca la riflessione in un orizzonte contemporaneo; e una nota conclusiva dello stesso autore, in cui emerge la necessità di restituire alla Sardegna una narrazione autonoma, capace di rigenerare il pensiero politico e culturale dell’isola.
Nato a Nuoro nel 1988, Sìrbiu Orrù Mele è pastore e studioso di dottrine politiche. Laureato in Scienze Politiche con una tesi sulla ribellione sociale indigena e sull’anarchismo in Sardegna, vive a Ortzai, dove affianca alla pastorizia una ricerca costante sui temi dell’autodeterminazione e della libertà. Le sue letture spaziano dalla poesia sarda all’etnologia e al pensiero rivoluzionario, in dialogo con autori come Mereu, Gramsci, Bakunin, Öcalan e Guevara.
“A sa sarda” propone così un esame delle radici profonde del ribellismo e dell’indipendentismo in Sardegna, costruendo un legame tra memoria e attualità, tra eredità storica e rivendicazione identitaria.
































