Luca Palamara e Alessandro Sallusti ospiti stasera della rassegna “Porto Cervo Libri”

A partire dalle 22:00 alla Promenade du Port l’ex magistrato e il direttore di Libero dialogheranno con la giornalista Cristina Bigongiali, raccontando di magistratura, logge, lobby e sistema giudiziario, temi affrontati nei due volumi scritti a quattro mani per Rizzoli

Luca Palamara e Alessandro Sallusti

Luca Palamara e Alessandro Sallusti

L’agosto di Porto Cervo Libri in occasione del 60 anni della Costa Smeralda prosegue con un appuntamento imperdibile targato con i misteri e gli intrighi del Belpaese. L’organizzazione, curata dal Consorzio Costa Smeralda, presieduto da Renzo Persico e diretto da Massimo Marcialis, ha voluto dedicare uno spazio di approfondimento ad uno dei saggi più letti degli ultimi anni scritto a quattro mani dall’ex magistrato Luca Palamara, al centro di una vicenda giudiziaria intricata e avvolta da nubi tempestose, e dal direttore di Libero Alessandro Sallusti.

A Porto Cervo, stasera, martedì 16 agosto alle ore 22:00 presso la Promenade du Port , il pubblico, guidato dalla giornalista di Rai 1 Cristina Bigongiali di Porta a Porta, che condurrà l’incontro, potrà ascoltare dalla viva voce del magistrato la sua esperienza come componente del Csm e rappresentante del sistema giudiziario italiano che ha voluto raccontare in due volumi editi da Rizzoli le sue verità.

Gennaio 2021: arriva in libreria “Il Sistema”, il dirompente libro-confessione in cui Luca Palamara rivela ad Alessandro Sallusti la verità indicibile sulle correnti e la spartizione del potere all’interno della magistratura. Il libro non solo diventa ben presto il caso editoriale e politico dell’anno; avvia una reazione a catena di dimissioni, ricorsi, sentenze che non fa che confermare il racconto di Palamara.

Un anno dopo l’ex magistrato e il giornalista affrontano i misteri del “dark web” del Sistema, la ragnatela oscura di logge e lobby che da sempre avviluppa imprenditori, faccendieri, politici, alti funzionari statali, uomini delle forze dell’ordine e dei servizi segreti, giornalisti e, naturalmente, magistrati. Logge e lobby che decidono se avviare o affossare indagini e processi e che, come scrive Sallusti, “Usano la magistratura e l’informazione per regolare conti, consumare vendette, puntare su obiettivi altrimenti irraggiungibili, fare affari e stabilire nomine propedeutiche ad altre e ancora maggiori utilità. Per cambiare, di fatto, il corso naturale e democratico delle cose”.

Esiste davvero la “loggia Ungheria”, di cui farebbero o avrebbero fatto parte membri del Consiglio superiore della magistratura, imprenditori, generali della Finanza e dei Carabinieri, politici di primissimo piano? Perché, quando un faccendiere plurindagato e ben introdotto in troppe procure ne svela l’esistenza durante una deposizione, quel verbale finisce in un cassetto per due anni?

Ancora una volta, le rivelazioni sconvolgenti di Palamara smascherano un mondo parallelo dilaniato al suo interno da inconfessabili interessi, che agisce dietro le quinte, su binari di legalità formale, e si infiltra pericolosamente nelle crepe del sistema giudiziario.

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