Al MACC di Calasetta le opere dell’artista e attivista curda Zehra Doğan

La mostra personale “Light and Fight” racconta la resistenza e la creatività di Zehra Doğan attraverso dipinti, installazioni e materiali non convenzionali al Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta fino al 30 settembre 2025

Un'opera dell’artista e attivista curda Zehra Doğan

Un'opera dell’artista e attivista curda Zehra Doğan

Fino al 30 settembre 2025, il Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta (MACC) ospita “Light and Fight – Luce e lotta nelle opere di Zehra Doğan”, la prima mostra personale in Sardegna dell’artista, giornalista e attivista curda. Curata da Valentina Lixi e presentata da Efisio Carbone, direttore onorario della Fondazione MACC, l’esposizione nasce dalla collaborazione con la Prometeo Gallery di Milano e con il sostegno della Fondazione di Sardegna. Fa parte del progetto “Azione e Astrazione”, ideato da Carbone.

La mostra raccoglie dipinti, installazioni, fotografie e video che documentano un percorso artistico e politico legato alla resistenza e alla testimonianza. Zehra Doğan, condannata per aver condiviso sui social disegni sulla devastazione di Nusaybin e sulle operazioni militari nel distretto di Mardin, ha trasformato la reclusione in occasione di espressione creativa. Nelle sue opere, materiali di fortuna come lenzuola, asciugamani, caffè, tè, cenere di sigaretta, sangue mestruale o capelli diventano strumenti poetici e politici. Ogni frammento raccolto nelle celle o nel cortile del carcere si trasforma in linguaggio, capace di sfidare la censura e restituire dignità alle detenute.

Il lavoro di Zehra Doğan privilegia figure femminili e volti intensi che rappresentano prigionia e oppressione, ma anche perseveranza e coraggio. Elementi simbolici come i tatuaggi tradizionali curdi, Deq, emergono come tracce di identità e resistenza. Le opere, spesso nascoste sotto letti o tra panni sporchi, testimoniano una strategia collettiva di sopravvivenza e comunicazione tra le detenute, rendendo l’arte un veicolo di memoria e testimonianza condivisa.

“Light and Fight” si configura così come un racconto visivo di resistenza, in cui la vulnerabilità diventa linguaggio e la censura è trasformata in messaggio. La mostra crea un dialogo tra esperienza individuale e valore collettivo, connettendo vicende personali a istanze universali di libertà e dignità.

Calasetta, isola sospesa tra Africa, Mediterraneo ed Europa, diventa luogo di incontro tra la realtà di confini imposti e la voce di chi ha vissuto ai margini di tali limiti. La mostra offre un’occasione per osservare come l’arte possa documentare la storia, amplificare la memoria e trasformare l’esperienza del carcere in azione creativa. In questo contesto, Zehra Doğan si conferma come una delle voci più rilevanti dell’arte contemporanea internazionale, capace di trasformare la sofferenza in un linguaggio visivo che unisce memoria, denuncia e testimonianza.

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