Una trilogia che attraversa continenti e sentimenti, capace di fondere ironia, passione e profondità emotiva: è “L’effetto Grant”, il progetto narrativo firmato da Aurora Redville, pseudonimo di Aurora Verdelli, scrittrice sassarese trapiantata in Valsesia, nonché bookinfluencer e blogger seguita da migliaia di lettori affezionati.
Con uno stile brillante e coinvolgente, l’autrice dà vita a una storia che ha conquistato il pubblico del romance contemporaneo, mescolando introspezione e leggerezza. La protagonista è Aurora, una giovane italiana che parte per un viaggio di studio a Londra e, sotto la cupola di vetro del British Museum, incrocia lo sguardo magnetico di Daniel Grant, celebre attore britannico. Tra i due nasce un legame travolgente, destinato a mettere alla prova ogni certezza e a superare distanze, differenze e conflitti interiori.
Dopo i primi due volumi – “L’effetto Grant (1269)” e “L’effetto Grant (1269 km da te)” – la saga si è conclusa lo scorso maggio con “L’effetto Grant (1269 km con te)”, un romanzo che segna il punto più maturo del percorso della protagonista, divisa tra la passione per Daniel, la dolcezza di Andrew e il bisogno profondo di emancipazione. Tra Milano, New York e Londra, Aurora dovrà capire se è il cuore a scegliere davvero, o se il destino ha già scritto il finale.
Il viaggio emotivo della trilogia approderà giovedì 17 luglio alle ore 20:00 sulla terrazza del Padiglione Tavolara di Sassari, dove Aurora Redville presenterà il terzo volume del suo progetto letterario. L’incontro vedrà l’autrice dialogare con la professoressa Simonetta Falchi. Un’occasione per scoprire le sfumature di una storia che parla di amore, coraggio e sogni da inseguire, anche a costo di rimettere tutto in discussione.

“Aurora è un mio alter ego con il GPS puntato sui sogni”
La protagonista della trilogia è molto più di un personaggio inventato, come racconta l’autrice stessa: «Aurora è un sogno che cammina su due gambe, con una valigia piena di desideri. È il mio alter ego, ha lasciato Sassari come me per studiare a Milano. La storia che racconto è quella che avrei voluto vivere, con un po’ più di sole californiano e un po’ meno freddo valsesiano. I personaggi secondari sono un mix tra persone reali e frutto della mia immaginazione: scrivere è stato come dare forma a una vita possibile».
L’autrice spiega che la sua scrittura nasce da una profonda empatia e da uno sguardo diretto sulla realtà: «Quando scrivo sono semplicemente me stessa. La comedy è il mio rifugio quotidiano, l’amore è il motore. Anche l’erotismo fa parte delle vite che racconto: è un aspetto che tratto con naturalezza e rispetto. Certo, alcuni parenti si sono imbarazzati leggendo il primo libro, ma credo sia importante superare certi tabù. Voglio che i miei lettori sentano di poter vivere e amare senza paura».
Sulla copertina dell’ultimo volume appare Capo Caccia, un luogo che non è solo suggestivo ma rappresenta le radici profonde dell’autrice: «Il legame con la Sardegna è qualcosa che va oltre le parole. Alghero è stata la mia base estiva per anni e alcuni capitoli li ho voluti ambientare lì. La Sardegna è parte di me, la porto ovunque vada. E anche se oggi vivo lontano, ci torno sempre con le parole».
Infine, Aurora rivolge un messaggio a chi legge, soprattutto alle donne: «Con Aurora volevo parlare del coraggio di scegliere la propria strada, anche quando fa paura. Non è mai troppo tardi per inseguire un sogno. Io ho cominciato a scrivere a 39 anni. Spero che chi chiude l’ultima pagina si porti via questo: non abbiate mai paura di sbagliare, né di amare, né – soprattutto – di essere voi stesse».
Con la sua trilogia, Aurora Redville racconta una storia d’amore intensa, ma anche un percorso di crescita personale. Una narrazione che invita a scegliere, a rischiare, a vivere pienamente. Come Aurora. Come lei.
































